La Lega rispolvera il taglio del canone Rai, ma Forza Italia dice no. In un emendamento alla manovra in versione riformulata che rientra tra i segnalati del gruppo (prima firma Bergesio), viene richiesto di recuperare la norma della legge di bilancio del 2024 che riduceva l'importo annuale da 90 a 70 euro. La norma è stata però abrogata dal successivo decreto legislativo del 5 novembre 2024 numero 174.

Nel testo dell'emendamento, anticipato nei contenuti da Repubblica e Messaggero, si fa esplicito riferimento all'articolo 1, comma 19, della legge 30 dicembre 2023, n. 213, chiedendo che "le parole: 'per l'anno 2024' siano sostituite con le seguenti: 'per l'anno 2026'". L'intento è quello di riproporre l'anno prossimo la misura che tagliava il canone di 20 euro e si prevede anche che alla copertura pari a 430 milioni di euro si provveda mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.

Ma andando a ricercare il comma 19 di quella manovra, se ne scopre l'abrogazione. Il comma non compare cioè più nel testo di legge preso a riferimento. E' il decreto legislativo di novembre 2024, cioè il Testo unico dei tributi erariali minori, che riporta invece che "il canone di abbonamento alle radioaudizioni per uso privato è stabilito in ragione di anno solare nella misura di 90 euro annui. La misura del canone di cui al primo periodo è rideterminata in 70 euro per l'anno 2024".

Immediato lo stop da parte del capogruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: "Ritengo che l'ammontare del canone Rai vada mantenuto per un equilibrio di mercato, ha detto a Eurovisioni. "C'è un problema di equilibrio di risorse pubblicitarie, anche perché la rete che assorbe risorse - ha spiegato -. Qualche hanno fa il canone è stato ridotto e la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini. E' una partita di giro che non serve a niente. Il servizio pubblico deve avere certezza di risorse come prevede l'European Media Freedom Act. Questo emendamento della Lega, quindi, non è in linea con la direttiva".