Le salme di Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, i tre giovani uccisi nella sparatoria avvenuta sabato scorso, accompagnate nel Duomo cittadino da una folla in silenzio
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I funerali a Monreale
Le piazze gremite, parenti e amici nel Duomo di Monreale hanno accolto le salme di Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, i tre giovani uccisi nella sparatoria avvenuta dopo la mezzanotte di sabato scorso. Nonostante la presenza di migliaia di persone - almeno un centinaio è rimasto fuori dalla cattedrale - il silenzio accompagna l'inizio della funzione celebrata dall'arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi.
«Essere qui davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo, ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza: non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare; non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana. Pare che nessun luogo o comunità – ha commentato il prelato nell’omelia – possa essere immune da un tale contagio di violenza». «Dobbiamo compiere una decisa e radicale inversione di marcia. Ma da dove partire? - ha aggiunto l'arcivescovo - Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza?».
«Care mamme Antonella, Giusi e Debora; cari papà Mario, Giacomo ed Enzo; cari Claudia, Marco, Giusi, Giuseppe, Ignazio, Sabrina, Marika e Gabriel Ignazio; cari nonni, famigliari tutti, insieme con voi piange tutta Monreale. Piangono, pure, tanti uomini e donne - genitori, figli, educatori - che da tutta Italia hanno fatto giungere il cordoglio e la partecipazione al nostro dolore e alla nostra preghiera», ha continuato l'arcivescovo.