Culla per la vita

Neonato abbandonato al Policlinico di Milano con una lettera: «Ciao, mi chiamo Enea...»

Il piccolo di pochi giorni è stato lasciato alla Culla per la vita. Il direttore della Neonatologia: «Qualora ci ripensasse, siamo pronti ad accogliere e ad assistere la madre»

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10 aprile 2023
11:25

Un bambino di pochi giorni è stato lasciato dalla madre alla Culla per la Vita del Policlinico di Milano ieri mattina alle 11.40. Si tratta di un neonato di circa 2,6 chili in buona salute, come spiegano dall'ospedale.

Il bimbo si chiama Enea: insieme al piccolo è stata trovata nella Culla anche una lettera firmata dalla madre, dove racconta che il bimbo "Ciao mi chiamo Enea. Sono nato in ospedale perché la mia mamma voleva essere sicura che era tutto ok e stare insieme il più possibile".


È il terzo bimbo che viene affidato alla Culla per la Vita da quando è stata attivata nel 2007. Il piccolo è ora accudito dagli specialisti della Neonatologia alla Clinica Mangiagalli del Policlinico, dove sta seguendo i controlli di routine.

«È una cosa che pochi sanno - commenta Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano - ma in ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino.

Inoltre esistono le Culle per la Vita: la nostra si trova all'ingresso della Clinica Mangiagalli e permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori non possono purtroppo tenere con sé. È una decisione drammatica, ma la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l'assoluto anonimato per i genitori».

«Occasioni simili sottolineano come il sistema della Culla per la Vita sia fondamentale - conclude Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano - perché ci permette di accogliere il bimbo e di aiutare la mamma nella sua drammatica scelta, in tutta sicurezza. Vivo però questo evento anche come una sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà. Madre che, qualora ci ripensasse, siamo pronti ad accogliere e ad assistere».

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