Il ministro delle dei trasporti e infrastrutture ha risposto nel question time al Senato: «Gli Enti locali dovranno inviare dati a piattaforma telematica». E sul nuovo codice della strada «nei primi nove mesi si sono registrati 91 morti in meno»
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Autovelox, nel riquadro il ministro Matteo Salvini
«Abbiamo deciso di chiedere una mappatura degli autovelox in Italia, cosa che incredibilmente ad oggi non c'è. Per questo ad agosto abbiamo lanciato un'operazione trasparenza istituendo una piattaforma telematica per la raccolta dei dati relativi agli autovelox da parte di tutti gli enti locali, che avranno tempo fino a ottobre per registrare su questa piattaforma i dispositivi presenti sul proprio territorio. In assenza di tale comunicazione, gli autovelox non comunicati non potranno essere più usati per accertare violazioni al Codice della Strada». Lo ha detto il ministro dei trasporti e infrastrutture Matteo Salvini rispondendo ad una interrogazione della Lega in question time al Senato.
«L'obiettivo è chiaro - ha aggiunto - tutelare la sicurezza ma tutelare anche il diritto al lavoro di milioni di italiani che devono poter essere avvisati di come vengono protetti sulle strade. Una battaglia non politica ma di civiltà. Nei primi 9 mesi dall'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, secondo i dati ufficiali di Polizia stradale e Arma dei Carabinieri - quindi non casa Salvini -, si sono registrati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente 91 morti in meno, 1.1012 feriti in meno, 703 incidenti in meno».
«Fosse stato anche uno solo il morto in meno sarei orgoglioso del lavoro che tutti insieme abbiamo fatto, aver riportato a casa sani e salvi, grazie a inviti alla prudenza, 91 ragazzi, lavoratrici, lavoratori salvi in più per me è motivo di profondo orgoglio», ha aggiunto Salvini. «Il nuovo codice della strada non è punitivo ma è protettivo e partiamo dagli oltre 3.000 morti sulle strade italiane a inizio legislatura», ha concluso Salvini, precisando che il nuovo Codice è stato approvato «grazie anche al contributo spesso positivo dei parlamentari di maggioranza e di opposizione».