Università

Test d’ingresso a Medicina, cambia tutto. Quiz come per la patente: le prove slittano ad aprile

Le domande per gli aspiranti saranno pescate da una banca dati aperta e pubblica: novanta minuti per rispondere a 50 quesiti

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di Redazione
5 gennaio 2024
13:27

Test di Medicina, si cambia. Di nuovo. Il Tolc, sperimentato per la prima volta nel 2023, è archiviato. Le prossime prove, che erano previste per febbraio, slittano ad aprile e maggio. La novità principale per i candidati è che le domande del test saranno «pescate» da una banca dati «aperta e pubblica» di migliaia di quesiti che il Cisia, il consorzio interuniversitario per i sistemi integrati di accesso, sta predisponendo in queste settimane. Gli studenti dunque, prima del test, potranno esercitarsi sui quesiti e, se fortunati (ma la probabilità resta scarsa), potranno anche rispondere ad alcuni quesiti che si ritroveranno davanti il giorno della prova. Un po’ come avviene per l’esame della patente.

Le novità per i test d'ingresso a Medicina

La struttura della prova dovrebbe restare quella sperimentata lo scorso anno: novanta minuti per rispondere a 50 quesiti di comprensione del testo, biologia, chimica e fisica, matematica e ragionamento. Dovrebbero poter partecipare anche gli studenti del quarto anno delle scuole superiori come lo scorso anno. Quanto agli studenti che avevano fatto il test nel 2023 essendo al quarto anno, il ministero sta studiando la possibilità per far valere comunque la loro prova. Il decreto del ministro dell’Università Annamaria Bernini è atteso nelle prossime settimane con tutti i dettagli. Quello che è certo è che i Tolc, introdotti dalla ministra Cristina Messa e usati già da anni dalle singole Università per l’accesso ad altri corsi di studio, non sono mai piaciuti a Bernini che da tempo è impegnata - come ha spiegato lei stessa - «in un percorso di superamento dello strumento» e addirittura a rivedere nel complesso il sistema di accesso a Medicina.


Sull’idea di cambiare da subito non possono non aver influito anche le polemiche e i ricorsi presentati lo scorso anno dagli studi di avvocati specializzati sul tema: contestavano due aspetti del test. Il fatto che, essendo ogni prova diversa dall’altra, il risultato venisse «equalizzato» moltiplicando il voto ottenuto per un coefficiente di difficoltà. Ma la criticità maggiore è stato un vero e proprio commercio delle risposte, visto che i quesiti si potevano ripetere in giorni diversi in prove diverse. Da qui la decisione di usare un set di domande pubbliche - ma molto numerose - per comporre la prova, un po’ come avviene in alcuni concorsi pubblici.

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