Alleati traditi, dittatori esaltati, dazi boomerang e popolarità in caduta: il presidente che prometteva grandezza eterna si ritrova isolato, ridicolizzato e senza pubblico, mentre il mondo brinda alla sua disfatta
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Trump voleva rifare il mondo, ma ha finito per montare i ponteggi all’Eurasia. Ha puntato tutto su Putin per incastrare la Cina, e oggi lo zar brinda con Xi mentre lui resta a guardare, come il clown fuori scena. Beffato e ridicolizzato da uno zar sanguinario e irrefrenabile.
Ha perso anche l’India, che ha cambiato partner dopo il regalino dei dazi al 50%.
Netanyahu? Chi ferma la sete di vendetta e di sterminio di un uomo totalmente accecato dall’odio? Trump con gli europei ha fatto la roulette russa: insulti, minacce, dazi e zero idee. Risultato? Alleati smarriti e confusi, mentre Mosca e Pechino fanno spesa.
In patria, show di isteria anti-migranti, muri immaginari, assalto a stampa e università, lotta contro vaccini e dazi boomerang che trafiggono imprese e consumatori. I tribunali gli bloccano gli ordini esecutivi a valanga, trattandolo come un cattivo di serie B che confonde reality con Costituzione.
La popolarità scivola paurosamente, i fan applaudono per abitudine, il resto del pubblico scappa. Trump voleva essere Churchill, ma è finito in un imbarazzante reality politico: licenzia, spara a zero, combina disastri.
Ha puntato su dittatori, umiliato alleati, punito elettori e sfidato la legge. Xi e Putin ridono, Modi fa il furbo, Netanyahu finge di non conoscerlo. Trump? Sul palco, solo, a ripetere “America First” a vuoto.
L’imperatore è nudo, lo spettacolo è da circo.
Sipario: l’uomo che prometteva grandezza eterna, ha ottenuto solo dolorosa solitudine. Un imperatore nudo che scambia gli specchi per finestre sul mondo. E il mondo, da quelle finestre, ride.