Il caso

Ventisette ragazzi Down costretti a scendere dal treno: esposti e denunce per lo scandalo dei loro posti occupati

I turisti, nonostante la presenza della polizia ferroviaria e del personale di Trenitalia, si sono rifiutati categoricamente di far sedere la comitiva diretta a Milano da Genova. Assoutenti: «Daspo nei confronti dei responsabili»

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di Redazione
19 aprile 2022
17:31
Treno, immagine repertorio da pexels (foto di Enric Cruz López)
Treno, immagine repertorio da pexels (foto di Enric Cruz López)

Polemiche in merito alla vicenda che ha coinvolto un gruppo di circa trenta ragazzi disabili. I giovani, assieme ai loro accompagnatori, avevano i posti riservati su un treno regionale diretto a Milano sono stati costretti a scendere dal treno perché i turisti saliti prima di loro hanno occupato i posti riservati ai portatori di handicap e si sono rifiutati di farli sedere. Il fatto è accaduto nella stazione di Genova Porta Principe, sul regionale Genova-Milano. I turisti, nonostante la presenza della polizia ferroviaria e del personale di Trenitalia si sono rifiutati categoricamente di far sedere i disabili tanto che Trenitalia ha dovuto organizzare un bus dedicato per riportare a Milano i ragazzi disabili.

L’esposto alle procure di Genova e Milano

Intanto un esposto alle procure della Repubblica di Genova e di Milano con l'ipotesi di violenza privata verrà depositato dai legali di Assoutenti. «Si tratta di un episodio molto grave, un esempio di inciviltà e degrado morale che potrebbe realizzare un vero e proprio illecito di natura penale - spiega il presidente Furio Truzzi - Chiediamo alle Procure di Genova e Milano di identificare, anche attraverso l'ausilio delle telecamere di sicurezza, tutti i passeggeri che hanno costretto i ragazzi disabili a scendere dal treno, e di procedere nei loro confronti in base all'art. 610 del codice penale secondo cui "Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni"». «Chiediamo inoltre che le pubbliche autorità e le società del trasporto ferroviario elevino nei confronti dei responsabili della triste vicenda un "daspo" a vita su tutti i treni italiani, vietando ai soggetti che hanno rifiutato di cedere il posto ai disabili l'utilizzo di qualsiasi tipo di treno - conclude Truzzi -, allo scopo di dare un segnale forte di condanna verso simili barbarie».


La posizione del Codacons

Anche il Codacons parla di «vicenda incresciosa, che suscita vergogna ed imbarazzo quella capitata sul treno regionale tra Genova e Milano». «Una vicenda disgustosa, vengono a mancare le normali regole di convivenza, ma non si può neanche far finta di niente dinnanzi ai soliti disagi di Trenitalia che aveva previsto mezzi alternativi causa sostituzione del convoglio sul quale si viaggiava nella stazione di Savona, che poi ha generato il solito caos - scrive nella nota il presidente nazionale del Codacons Marco Donzelli -. Quanto accaduto lascia ancora più perplessi, perché Trenitalia deve fare in modo di garantire a coloro che ne hanno diritto i posti sui mezzi, e se ci sono delle violazioni far rispettare le regole, altrimenti è il far west. Per questo motivo presenteremo una denuncia/querela alla Procura della Repubblica chiedendo che i responsabili dell'accaduto vengano identificati e perseguiti secondo la legge».

La condanna del Consiglio regionale della Liguria

«Il Consiglio regionale della Liguria esprime una ferma condanna e il suo sgomento per il fatto avvenuto ieri alla stazione ferroviaria di Genova Principe, dove 27 disabili con i posti riservati sono rimasti bloccati perché i loro posti sul treno erano occupati da altre persone senza titolo» Lo sottolinea il presidente dell'assemblea Gianmarco Medusei stamani all'apertura dei lavori del Consiglio regionale della Liguria. «Le persone a bordo si sono rifiutate di alzarsi nonostante gli inviti del personale, oltre a chiedere chiarezza su quanto avvenuto, questo gesto di inciviltà ci rende consapevoli di quanto ci sia ancora da fare culturalmente per il mondo delle disabilità», sottolinea Medusei.

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