VIDEO | Riemerso un tratto del circuito difensivo del VI secolo a.C. grazie agli scavi del progetto ArcheoVibo: un ritrovamento che restituisce centralità storica al sito calabrese e apre nuove prospettive per la ricerca e la valorizzazione
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Tra pietre millenarie e antiche fortificazioni, Vibo Valentia riscopre le sue radici. Ieri, un’apertura straordinaria al Parco delle Mura Greche ha accompagnato la presentazione dei risultati dell’ultima campagna di scavo, condotta nell’ambito del progetto “ArcheoVibo” tra marzo e aprile 2025. Un'occasione imperdibile per curiosi, studiosi e cittadini, accorsi numerosi a esplorare un pezzo di storia che, finalmente, torna alla luce e alla comunità.
«Sono contentissima – ha dichiarato con entusiasmo Maria Mallemace, Soprintendente Abap per Reggio Calabria e Vibo Valentia – perché oggi restituiamo alla cittadinanza un'area importante che deve essere conosciuta e amata. Questo scavo è stato pensato anche come momento di riappropriazione collettiva del nostro patrimonio culturale».
E proprio all’interno delle maestose mura, simbolo di Hipponion e della sua antica grandezza, si è svolto l’incontro che ha visto la partecipazione della squadra che ha preso parte al progetto: oltre alla Soprintendenza, anche il Museo Archeologico di Vibo Valentia e l’Università degli Studi di Messina, con il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, guidato dal professor Fabrizio Mollo. Quanto alle attività di scavo, queste sono state svolte dagli studenti dello stesso ateneo siciliano Andrea Cordaro, Federico Cersosimo, Giulio Cambria Maisano e Roberta Morale, sotto la supervisione dei docenti Valentina Casella e Giuseppe Lucarelli.
Una scoperta che cambia la storia
Le ricerche hanno riportato alla luce una porzione significativa del circuito murario in tecnica arcaica, databile alla fine del VI secolo a.C. «Si tratta ha spiegato Mollo - del momento in cui Hipponion si struttura come città. In un periodo in cui molte poleis non possedevano ancora simili difese, qui si costruivano mura alte 7-8 metri, con blocchi che pesavano centinaia di chili».
Un ritrovamento che riscrive, in parte, la storia urbanistica della città. «Quello che abbiamo scoperto – ha spiegato Mollo – è il muro di fortificazione della fase arcaica, già intravisto da Paolo Orsi. Ma stavolta lo abbiamo indagato stratigraficamente, dimostrando quanto fosse centrale all’interno del contesto urbano. Circuiti murari così ben conservati, con doppio paramento e sacco interno di pietre, sono rari. Questa è una scoperta davvero sensazionale».
Dalla tutela alla valorizzazione: il progetto ArcheoVibo
Alla base di questa rinascita c’è “ArcheoVibo”, un progetto ambizioso e sinergico, nato dalla collaborazione tra enti con missioni diverse ma obiettivi comuni: tutela, ricerca e valorizzazione. «ArcheoVibo – ha spiegato Michele Mazza, direttore del Museo Archeologico e responsabile del procedimento – unisce l’esperienza della Soprintendenza nella tutela, la nostra competenza nella valorizzazione e la spinta scientifica dell’Università. L’obiettivo è ridare unità allo studio della città e a tutta la massa di dati raccolti negli anni».
E il futuro? «Abbiamo già in programma nuove campagne di scavo – ha anticipato Mazza – ma anche indagini geofisiche e progetti di ricerca sull’area sacra del Cofino e sull’area romana di Santa Loi. Vogliamo costruire un racconto più ampio, più articolato, della storia di Hipponion-Vibo Valentia».
Il sito sarà finalmente visitabile
Ma la vera novità è che le Mura Greche non resteranno più un tesoro nascosto dietro cancelli chiusi. Grazie a un accordo tra Soprintendenza e Museo, il sito sarà presto accessibile al pubblico. «Abbiamo voluto presentare i risultati proprio qui, per stuzzicare l’attenzione – ha rivelato Mallemace –. Noi abbiamo già sottoscritto un accordo con il Museo Archeologico Nazionale di Vibo per cui il sito diventerà fruibile, presto pubblicheremo le date di apertura e ci sarà il personale che potrà accompagnare i visitatori a godere di queste scoperte».
Un’identità da ritrovare
Insomma, il messaggio è chiaro: riscoprire Hipponion, per i vibonesi, vuol dire riscoprire se stessi. «Oggi – ha concluso Mollo – la politica non può più ignorare l’importanza di un patrimonio come questo. Hipponion è fondamentale, è la base su cui costruire una nuova identità culturale ed economica per la città. Vibo deve riconoscersi pienamente in Hipponion e in Valentia romana. Solo così si costruisce il futuro».