Al Vinitaly si mangia calabrese: dalle polpette al cuoppo, profumi e sapori inconfondibili
Siamo stati al Vinitaly and the City al Parco Archeologico di Sibari ed abbiamo assaggiato uno per uno tutti i piatti preparati dagli chef guidati da Enzo Barbieri: tra fritti, dolci alla cipolla di Tropea e peperoni cruschi, ecco la nostra recensione a cura di Calabria Food Porn
Al Vinitaly si mangia cucina Calabrese
Il celebre salone internazionale del vino di Verona, per la prima volta in Calabria. A Sibari, nell’area del Parco Archeologico, sono state accolte 68 cantine e liquorifici calabresi e cantine nazionali. Eppure, lo sappiamo, a voi non interessa questo: a voi interessa cosa si poteva mangiare!
Proprio per questo la mia attenzione é andata all’area food dove gli chef, guidati da Enzo Barbieri, hanno creato un menù che parlava di Calabria, di semplicità e bontà, con prodotti tipici della tradizione calabrese e sapori dai profumi inconfondibili.
Nessun piatto gourmet, ma la vera cucina della nonna è stata la protagonista, come le polpette al sugo servite con peperoni e pane croccante, davvero eccezionali. Se le avete provate, beh, sapete di cosa parlo! Ho trovato molto buono il pesce spada, impanato e fritto, servito con cipolla rossa di Tropea e pomodorini, qui la scarpetta è d’obbligo. L’essenza della semplicità della cucina povera antica con gli gnocchi, acqua e farina, con sugo e pecorino, niente di più buono.
Non sono mancati piatti più elaborati, ma sempre e solo con prodotti tipici del territorio. Il risotto con cardi, fiori di zucca, caciocavallo e peperone crusco ne è un esempio chiarissimo: forse l’unico piatto più “impegnativo”, ma dal sicuro successo. Sapori convincenti ma semplici, abbinamenti perfetti e sapori che esplodono in bocca ad ogni boccone. Immancabile il cuoppo con peperone crusco fritto, verdure e cipolla rossa di Tropea. Un successo sicuro ma si sa, il fritto è come il nero: sta sempre bene su tutto.
I dolci li ho trovati superlativi e naturalmente elaborati, come la zeppola con doppia crema al bergamotto e croccante di torrone, semplicemente geniale. Ho avuto paura nell’assaggiare invece il gelato al limone e cipolla rossa di Tropea, sicuramente buono ma di difficile comprensione, più un esercizio di stile che un vero e proprio gelato mainstream.
Così la cucina calabrese, in uno scenario prestigioso come la prima occasione del Vinitaly fuori dei confini veronesi, ha fatto un ulteriore passo in avanti, mostrandosi in un palcoscenico internazionale che a Sibari ha fatto il suo figurone.