Capita di perdersi nel labirinto dei social. Di girovagare per ore senza meta, di scoprirsi in ritardo ad un appuntamento perché distratti dai contenuti offerti dalle comunità virtuali. Può accadere di usare il cellulare per connettersi con il resto del mondo e sorprendersi, a distanza di tempo, per non essere riusciti ad entrare in sintonia con nessuno. Neppure con i propri pensieri, con ciò di cui l'anima necessiterebbe. Ma può succedere anche l'esatto contrario. Il rovescio, il caso divergente. Che, ad esempio, un video messo in rete provochi una scintilla destinata a diventare fuoco, susciti un sentimento di per sé sufficiente a sistemare un umore sgangherato.

Da poche ore è divenuto virale un filmato caricato su TikTok, Facebook ed Instagram da Giuseppe Caruso, docente, scrittore ed artista calabrese capace con la propria intraprendenza e con quella della moglie Manuela di trasformare il piccolo borgo di Petilia Policastro in un laboratorio culturale, in un centro vivace, rinnovato nell'immagine e nel modo di affrontare il presente. Una breve clip dalla durata di quindici secondi che immortala due signore intente a giocare “a campana”.

In meno di ventiquattro ore, il filmato ha superato le ottocentomila visualizzazioni e la cifra è destinata a crescere ulteriormente. Migliaia inoltre sono stati gli apprezzamenti, i like ottenuti ed i commenti a complemento del reel: una cascata di messaggi in cui gli utenti del web sottolineano la singolare bellezza per una scena che sembra riportare indietro le lancette dell'orologio, al periodo trascorso da bambini a divertirsi in assoluta spensieratezza.

Per le strade di Petilia Policastro, le due signore saltellano tra i riquadri disegnati a terra. Come se il tempo, per loro, si fosse inceppato. Cristallizzato nell'infanzia. Come se, per incanto, la leggerezza fosse d’un tratto traducibile dai vocabolari della contemporaneità.