Cresce il numero di persone che scelgono di farsi incidere sul corpo un segno indelebile legato alla terra natia o degli avi: sono soprattutto emigrati per lavoro, come spiega il lametino Francesco Ferrise
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È una promessa che non ha scadenza. Un tatuaggio punta ad essere per sempre. Indelebile sulla pelle di chi ha deciso di svelare un tratto di sé, della propria identità, della propria personalità. C'è chi sceglie di tatuarsi una frase in particolare, un simbolo che indichi qualcosa, un frammento del proprio vissuto.
Affidare al proprio corpo, o meglio ad una parte di esso, il compito di ospitare un ricordo o un messaggio da inoltrare al di là dell’immediato futuro è una decisione molto diffusa al giorno d'oggi. Tra coloro che lo fanno, non mancano le persone innamorate della propria terra che, spinti da un forte sentimento, scelgono di portarla in qualsiasi posto nel mondo attraverso una sua raffigurazione racchiusa in un tatuaggio.
Per capire quali siano i motivi e le dimensioni di questa tendenza, popolare anche in Calabria, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con il tatuatore lametino Francesco Ferrise (in arte Franky Lametta) della "Neocastrum tattoo studio" che sui social ha condiviso numerosi tatuaggi da lui stesso realizzati che ritraggono angoli e scorci della nostra regione.
Ciao, Francesco. Grazie intanto per la disponibilità. Sui tuoi canali social abbiamo notato che ti sei dedicato alla realizzazione di diversi tattoo con protagonista la Calabria. È una richiesta che è cresciuta negli anni? Solitamente chi desidera un tatuaggio legato al territorio?
«Intanto ti ringrazio per l'interessamento ai miei lavori. Da quando ho iniziato a creare questo tipo di tatuaggi, dedicati alla mia terra, ho notato che negli anni sono sempre più richiesti ed apprezzati. A richiederli, nella maggior parte dei casi, sono calabresi che sono dovuti emigrare per lavoro. In altri casi sono figli di emigrati, nati magari in altre nazioni europee e che in Calabria non hanno mai vissuto. Non mancano poi anche gli studenti fuori sede».
Per quale ragione le persone vogliono portare sulla propria pelle un frammento, un ricordo della Calabria? Per amore, per sentire addosso le proprie radici?
«Le persone che mi richiedono questo tipo di tatuaggi, unici per ogni cliente e mai ripetuti allo stesso modo, hanno il bisogno di avere con sé le proprie radici. Ne sentono la necessità. In loro si avverte un'esigenza che dimostra quanto difficile sia vivere in un'altra città o in un altro paese per motivi di lavoro o altre ragioni. In altri casi desiderano questo tipo di tatuaggi quei clienti che hanno origini calabresi ma sono nati altrove ed associano la raffigurazione della Calabria ai propri nonni ed ai paesini da cui sono partiti decenni prima per andare ad esempio in Svizzera o in Germania non facendone più ritorno e quindi non avendo più legami familiari esistenti in Calabria. Tatuandosi tali soggetti mantengono vivo il ricordo osservandolo quotidianamente sulla propria pelle e questo mantiene viva la memoria delle proprie origini. Tanti altri sono calabresi che vivono nella nostra regione e che, per orgoglio, vogliono avere inciso sulla pelle la propria terra. Capita inoltre che vi siano turisti venuti per la prima volta in Calabria e che, anche se in formato ridotto e meno complesso, desiderano tatuarsi la Calabria, magari con la località in cui hanno soggiornato perché rimasti affascinati dalla nostra regione quindi in un'ottica più da souvenir».
Quali sono le località calabresi o i simboli della nostra regione che hai tatuato per i tuoi clienti nel corso della tua carriera artistica?
«Le località richieste sono variegate. Sicuramente Tropea e Scilla sono più richieste, ma anche zone montane come l'Aspromonte, la Sila ed il Pollino rappresentate simbolicamente con uno sfondo fatto da boschi di pini, faggi e montagne. Altri soggetti molto richiesti sono invece dedicati al brigantaggio, evidenziando la questione meridionale post unitaria di cui, per quanto mi riguarda, ancora oggi ne vediamo le conseguenze, nel netto divario con le regioni settentrionali in termini di disservizi, sanità , lavoro e criminalità organizzata».
Il tatuaggio legato alla Calabria che ti ha richiesto più tempo qual è stato?
«Non c'è un tatuaggio in particolare che abbia richiesto più tempo perché in ognuno devo soddisfare le richieste del cliente che infine avrà il proprio ricordo della nostra Calabria, unico e personalizzato».
Ti fa piacere quando ti vengono richiesti questi tattoo? Qual è il tuo rapporto con la Calabria?
«Ho creato questo tipo di tatuaggi per mia esigenza personale, volevo che come tatuatore fossi associato anche alla mia terra. Ad oggi la richiesta di questi soggetti da parte dei clienti mi appaga e mi spinge a dare il massimo nella loro realizzazione, non solo per mio bisogno professionale ma anche per onorare al meglio la mia terra. Ho vissuto per anni fuori dalla Calabria, ho viaggiato e lavorato in altre città e all'estero dove con certezza, lavorativamente parlando, avrei potuto ottenere di più in termini di guadagno e scambi artistici ma nessun altro posto, città o nazione mi fa stare bene come la mia Calabria. Ho un amore viscerale per essa. Anche se mi capita spesso di partire per lavoro, ogni volta non vedo l'ora di ritornare qui. Mi ritengo privilegiato in un certo senso. Poter fare il lavoro che amo e vivere in Calabria per me è una fortuna immensa: per il nostro unico paesaggio, dalle coste infinite e meravigliose alle generose pianure fino alle zone montane e ai suoi lussureggianti boschi. Infine, e non per ultimo, io non riuscirei a vivere lontano dai veri calabresi, non tutti. Soprattutto da quei calabresi genuini, veri, che amano questa terra e la rispettano. Calabresi come lo erano i miei nonni e sicuramente quelli di tantissimi altri, portavoce di valori e principi che purtroppo oggi fatico a riconoscere in altri luoghi e paesi».