Si è conclusa in riva allo Stretto l’impresa sportiva e sociale del giovane Cristiano, affetto da tetraparesi spastica, partito da Laino Borgo l’1 giugno scorso per percorrere i 545 km della Ciclovia dei Parchi
Tutti gli articoli di Storie
PHOTO
«È il più bel chilometro che ho fatto». È durato dodici giorni il viaggio di Salvatore Cristiano Misasi che ha unito idealmente Laino Borgo a Reggio Calabria, dove proprio questo pomeriggio ha concluso il suo viaggio sociale partito dal cosentino l’1 giugno scorso con una idea ben precisa in testa: veicolare una nuova prospettiva nei confronti delle persone con disabilità per cambiare punto di vista.
Così Cristiano ha attraversato la Calabria da nord a sud per ben 545 chilometri alla guida della sua handbike, percorrendo la Ciclovia Parchi Calabria. Con il supporto di Fondazione Bullone Cristiano ha messo in piedi un progetto dal nome anche evocativo – Il Brigante in Handbike - facendosi promotore e portavoce della necessità di costruire un mondo in cui malattia non sia un ostacolo invalicabile, ma un’esperienza che può essere accolta, affrontata, condivisa e trasformata per generare un cambio di paradigma che va oltre il pregiudizio e i tabù verso uno sviluppo sociale, ambientale ed economico sostenibile.
Salvatore Cristiano Misasi convive sin dall’infanzia con la tetra paresi spastica ed il progetto lo vede protagonista assoluto di una vera e propria impresa che in qualche modo lui stesso tende a sminuire difronte alla forza del messaggio che ha inteso veicolare. «Ho compiuto una impresa normale, lotto per diritti che in qualche modo dovrebbero esserlo altrettanto. Io non ho fatto niente di straordinario, mi sono solo divertito come un matto, ma al contempo vorrei che la normalità di alcuni diritti fosse scontata».
Cristiano, arrivato sul Lungomare Falcomatà accompagnato dai suoi Piccoli diavoli, conosce già ed apprezza Reggio per aver presenziato alla tappa inaugurale del Giro d’Italia in handbike, trovando anche un ausilio indispensabile per questa impresa. Per lui gli eventi che trattano la disabilità dovrebbero essere più frequenti proprio per dare la possibilità a tanti di scoprire altre prospettive di persone che vivono lo stesso problema». Quella di Cristiano è anche una dimostrazione che si possono abbattere le barriere architettoniche, e soprattutto mentali: «Anche io prima di partire ho avuto molti pareri contrastanti., Mi dicevano che non avrei raggiunto la terza tappa o addirittura che alla fine non sarei partito. Proprio perché credevano che un disabile potesse davvero concretizzare un qualcosa di normale, e invece abbiamo dimostrato che anche una persona con disabilità può benissimo divertirsi su un appennino con una bicicletta preparata la sera prima».
Cristiano è stanco ma felice, ha attraversato la Calabria con dei limiti per dirla con lui, abbastanza evidenti: «Penso che con una volontà ferrea anche la Calabria può fare un passo avanti contro le barriere architettoniche e contro questo svalutare le persone disabili. Io ce l’ho fatta e anche le istituzioni ce la devono fare insieme a me. Io ho piantato un seme ma la mia fatica non deve essere vana. È vero ho affrontato strade molto impegnative per dodici giorni e l’ho fatto per portare alla luce aspetti che altrimenti sarebbero rimasti allo scuro».
Al suo arrivo in Piazza Italia, Francesco Corrado, presidente regionale della FederCiclismo ha voluto essere presente anche a Reggio dopo esserlo stato alla partenza a Laino Borgo, per consegnare la maglia della nazionale italiana a Cristiano, anche a nome del presidente della Federazione nazionale Cordiano Dagnoni.
«Cristiano vuole mandare un messaggio di inclusività alla Calabria – ha detto Corrado -. Con la sua disabilità è riuscito a fare la ciclovia dei parchi. La Regione Calabria sta investendo tantissimo sulla disabilità e la diversità, quindi noi come federazione che siamo la prima federazione a livello di paraciclismo, abbiamo dato un supporto sia tecnico che anche di abbigliamento come c'era stato chiesto dalla loro società. Il messaggio di Cristiano è molto forte anche per noi calabresi, lui ha detto in un'intervista che bisogna crederci in ciò che facciamo, quindi il messaggio è abbastanza forte».
Antonello Scagliola, Presidente del CIP Calabria (Comitato Italiano Paralimpico), ha definito l’iniziativa di Cristiano «folle» a cui però ha detto subito si: «Siamo passati attraverso le montagne calabresi, abbiamo fatto in modo che fossero capite e valorizzate, e lui ci ha dato una grande mano. Questo è lo sport, questo è un gesto che dà la possibilità a tutti di capire tante cose». Di «impresa bellissima» ha parlato Giovanni Latella, consigliere comunale delegato allo sport, «Ha promosso il territorio ed ha dimostrato che anche le persone fragili possono farcela. Inclusività è il messaggio che anche le istituzioni devono cogliere per abbattere le barriere architettoniche e dare un’opportunità e una vera normalità alle persone con disabilità, quindi attraverso lo sport un messaggio sociale».