Porto Gioia, Biondo (Uil): «Usare il Recovery plan per sviluppare il terminal»
Il segretario regionale del sindacato: «La discussione sul Piano nazionale di rilancio e resilienza e sulle scelte di finanziamento degli hub portuali italiani ci preoccupano»
«Le notizie che rimbalzano da Roma in merito alla discussione sul Piano nazionale di rilancio e resilienza e sulle scelte di finanziamento degli hub portuali italiani ci preoccupano e non segnano un tratto di discontinuità rispetto alle scelte effettuato dal Governo Conte». Lo ha dichiarato il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo.
«Notizie romane – spiega il sindacalista - che contrastano con le dichiarazioni su Gioia Tauro, del presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì a conclusione dell’incontro con la Sottosegretaria al Mezzogiorno, Dalila Nesci».
«Allo stato – continua Biondo - ci risulta incomprensibile come l’Italia scelga di non approfittare pienamente dei fondi messi a disposizione dall’Europa con il Recovery plan per sviluppare uno degli asset strategici per la ripartenza del Mezzogiorno in una previsione di rilancio sui canali euro-mediterranei, e della Calabria in particolare, come è quello rappresentato dalle strutture portuali».
«A nostro parere gli investimenti sui porti, quelli sulle Zone economiche speciali e l’attuazione di moderne e mirate politiche attive del lavoro rappresentanti i tre pilastri in grado di favorire una nuova stagione di industrializzazione del Sud e della Calabria.
Vogliamo ricordare, ancora, che non ha senso di esistere un investimento per il potenziamento della Zes che possa essere sganciato da un investimento diretto a potenziare le prestazioni del porto di Gioia Tauro».
«Alla luce di quanto detto sino ad ora appare lapalissiano il fatto che la politica debba, senza perdere altro tempo, intervenire per colmare i ritardi sul piano infrastrutturale e sanando le problematiche esistenti e le strozzature insistenti sull’asse di collegamento ferroviaria da e per lo scalo portuale gioiese, eliminando così facendo tutte le tare ancora esistenti che frenano il completo sviluppo dello scalo».
«Alla deputazione calabrese e meridionale in genere – conclude il segretario regionale della Uil Calabria - alla politica regionale tutta, infine, chiediamo di intervenire con prontezza per mettere in evidenza questa pesante discrasia e di adoperarsi affinché la stessa non dispieghi i suoi effetti negativi sulla ripartenza economica, produttiva e sociale della Calabria e di tutto il Mezzogiorno.