Dopo “Il Vangelo secondo Matteo”, celebrato, nel 1964, da Pier Paolo Pasolini (noto, pure per i suoi 'ragazzi di vita'), oggi, 2025, va in scena “Il delirio secondo Roberto” (in questo caso Occhiuto, il quale, ove mai vi fosse, mi sfugge l'attinenza con il grande regista, benché so e sappiamo esserci, ma non ricordo quale).

Ciò premesso, è del “delirium occhiutiensis” (è latino, non latinorum) di cui, purtroppo e per l'ennesima volta, intendo parlare, principalmente in luogo alla dignitosa lettera aperta, indirizzata con garbo e al netto della verità, dall'ex Presidente del Consiglio Regionale, cioè quel galantuomo del mio amico, On. Domenico Tallini, proprio al pro tempore Presidente della Regione Calabria e Vicesegretario Nazionale “Tajanesco” (sempre più 'Angelo Azzuro' – per fatti suoi e di cui non mi impiccio- e altrettanto sempre più 'stella cadente' dell'attuale firmamento politicante).

E già che ci siamo, tanto per fare da par mio un inciso al mirabolante Occhiuto, quasi fosse l'arcobaleno del Mago di Oz (e nessuno dica che il sottoscritto insinui parallelismi con variopinte manifestazioni), il “prezidenzialcardiopatico”, se fosse un politico di razza e non un neofita da trotto, dovrebbe prontamente prendere pubbliche distanze, al fine di arginare e stigmatizzare una dichiarazione di colui il quale, in una diretta televisiva con me medesimo, si è vantato della di loro comune e reciproca amicizia personale, ovvero Klaus Davi, candidato a sindaco per il Comune di San Luca.

Perché le distanze dal noto “mafiologo neogiacobino”? Presto detto, in quanto, ripreso, non solo dal sottoscritto, ma da tutti i presenti in studio, benché io e Ilario Ammendolia (già Sindaco di Caulonia) più energicamente, dicevo esso (sempre Klaus Davi, ovviamente), inerpicandosi sugli specchi, ha inanellato panzane su panzane, condite di razzismo antropologico e stucchevoli “pacaconcetti manettiristi” (per di più a danno della storia di quella stessa comunità per la quale si candida alla carica di Sindaco, insomma San Luca).

Anzi, ha persino asserito che avrebbe avuto agevolazioni di finanziamenti – pur dimenticando quanto potremmo considerare tale detto reato, ma a lui, notorio amichetto di giustizialisti non si imputa niente, mentre ad altri si, financo più veloce della luce - quindi grazie alla loro affettuosa amicizia e al notorio buon rapporto reciprocamente corrisposto – così Klaus dixit - e anche da tempo, l'aspirante candidato di importazione, riuscirebbe, facilmente in suddetta opera, di cui ovviamente ho seri dubbi.

Che poi, su cosa di basi amicizia e rapporto, poco mi importa, eppure un credibile Presidente di Regione così dovrebbe comportarsi, ovvero mettere in pratica saggezza e buonsenso, dispensato da chi come Tallini, il sottoscritto e altri ancora gli andiamo dicendo, non facendoci però, nessuno di noi illusione alcuna. Insomma, è la vivida, solita, triste, parabola di Occhiuto e di quel pochino da egli rappresentato, allorquando lo rappresenta, epperò, ovviamente, in modo, politicamente ed umanamente parlando, disodorante.

Quindi, per questo apparente donchischottesco non fenomeno, ha ragione d'essere il commento dell'On. Tallini, di cui mi onoro l'amicizia, se persino lui, parimenti a quanto fatto da me alcuni giorni addietro, punta il dito all'indirizzo di siffatto (pseudo) Presidente, rammentando il garantismo (insito in Forza Italia ed impresso nel codice genetico di tal Partito), nonostante Occhiuto, ha sempre dimostrato di non praticarlo, se non nei confronti di pochi qualcuno e purtuttavia ad egli afferenti (vedi Minenna, unico caso nella storia).

E come che sia, resto sconcertato, dalla sfrontatezza, non pasolianiana -essendo pure il grande intellettuale sfrontato, pure nella vita privata, parimenti a quanto comunemente e storicamente siamo a conoscenza - bensì di quella “robertinianamente occhiutesca”, cioè giungere persino ad appuntare sul metaforico bavero, la medaglia di non aver acconsentito, poiché Tallini avrebbe un carattere per Occhiuto non apprezzabile, la sua ricandidatura alla Regione.

E poi, vi è chi ancora osa stigmatizzare le polemiche, giuste e corrette, da parte mia costantemente ribadite verso il notorio “Angelo Azzurro”, nonostante la di lui cardiopatia, senza però che i suoi supporters o corte dei miracoli o intimi del club, ricordino quanto il sottoscritto abbia subito nella guerra con annessi bombardamenti e mai mi sono visto un gesto, una telefonata, un messaggio, pure sottoforma privata.

Evidentemente – e poi fate voi nell'individuare il perché - grazie a Dio ha più simpatie (ma non mi interessano le ragioni!) per Klaus Davi, il quale difatti smercia e propaganda il loro rapporto, anche a fronte di compiere i reati da me succitati, ma è insopportabile quando Occhiuto, giunge a rivangare, mistificandola, l'ingiusto supplizio giudiziario di Tallini, il cui supplizio laico fu non solo disdicevole, bensì nauseabondo. D'altronde, chi avrebbe potuto negare, persino In quella buriana da colonna infame – finita come tutti sapevamo, cioè con piena assoluzione - la ricandidatura dell'ex Presidente del Consiglio Regionale?

Suvvia, con il proprio "irridente silenzio" (sono testuali parole di Aldo Moro, Occhiuto non caro, ma tanto manco sai di che si parla e di chi), dicevo con tale modo di fare, sempre teso e sotteso a scaricare chi non lo incensa e non lo imbroda – magari a fronte di psicologiche o caratteriali insicurezze patologiche - “questo qui” (il “presidenzialcardiopatico”), mai ha fatto sentire una voce di conforto a chi si vede straziato nella propria dignità, al pari di Tallini.

Infatti, potremmo portare gli esempi di Totò Caridi, Gianni Nucera, Peppe Scopelliti, Sergio Costanzo, senza contare, in ultimis, ex Rettore e annessi scienziati dell'Università di Catanzaro, ovvero tutta gente travolta da indagini preliminari, a cui costui, non dedica un pensiero di pietà, ma di converso è precipitevolissimevolmente rapido a ringraziare, ex ante, Procura e Polizia Giudiziaria, senza manco attendere uno straccio di processo, quasi fossimo nell'Iran degli Ayatollah.

E, quindi, ha ragione Tallini, lo sottoscrivo ribadendolo, nel mentre sostiene che con lui con lui in carica, pure da semplice Consigliere Regionale, mai Occhiuto avrebbe avuto vita facile per portate avanti i suoi “non progetti”, anche se, stante le dichiarazioni apprese proprio dall'ex Presidente del Consiglio Regionale, agli occhi (di falso cerbiatto o di “Ludwig grossier”), in capo a qualcuno, chi è la politica, al pari di Tallini, paga persino questo scotto, che colpa non è.

*Membro del Bureau Politique del PPE e dell'Internazionale Democristiana