Nei due capoluoghi chiamati alle urne nei prossimi mesi, la frammentazione rischia di indebolire il campo progressista. Per riconquistare la fiducia dei cittadini servono una coalizione ampia, visione condivisa e primarie che rimettano al centro la partecipazione
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Nei prossimi mesi, due capoluoghi di provincia – ovvero Crotone e Reggio Calabria – saranno chiamati a scegliere il loro nuovo sindaco. In un momento storico che richiede visione, competenza e un progetto di rilancio ambizioso, ritengo fondamentale che le forze progressiste e di centro-sinistra abbiano la responsabilità di superare divisioni sia a livello regionale che a livello locale e i personalismi, ma soprattutto hanno la grande responsabilità di costruire una coalizione in chiave ulivista così da creare un centrosinistra unito, credibile e inclusivo.
Si era tentato di creare una sorta di nuovo ulivo già in occasione delle elezioni regionali dell'autunno scorso candidando a capo di una grande coalizione che andava dal Pd a rifondazione comunista il noto economista di area 5 stelle Pasquale Tridico, ma i risultati hanno premiato il presidente uscente Roberto Occhiuto.
Se prendiamo come esempio una delle due città chiamate al voto, ovvero Crotone, l'esperienza degli ultimi anni ci dimostra come la frammentazione non faccia che indebolire la capacità di dare risposte efficaci ai problemi, tra i quali il forte spopolamento, la bassa qualità della vita e la mancanza di proposte concrete per convincere noi giovani a rimanere in città. A Crotone a differenza della città di Reggio Calabria, il centrosinistra non si presenta formalmente alle consultazioni amministrative dal 2016 quando in quella occasione si riuscì ad arrivare al ballottaggio. Nel 2020 si presentò invece come un conglomerato di piccole liste civiche riconducibili a pezzi del Pd (che in tale occasione non si era presentato alla consultazione) e di qualche civica ma in quella occasione non si riuscì ad arrivare al ballottaggio.
Come detto in precedenza, caso diverso per la città di Reggio Calabria, dove il centrosinistra governa ininterrottamente dal 2014 con il sindaco Falcomatá, ma con la sua elezione a consigliere regionale nell'autunno scorso, bisogna trovare adesso una personalità autorevole che possa essere all'altezza del sindaco uscente. Come si è visto negli ultimi giorni, Crotone è stata colpita dallo scandalo su una presunta aggressione del sindaco ai danni di un consigliere di maggioranza, e le sue dimissioni, poi ritirate hanno risvegliato gli animi di quei cittadini che vorrebbero trovare una alternativa all'attuale amministrazione comunale.Dal lato oppossto, a Reggio Calabria, Francesco Cannizzaro, leader calabrese di forza Italia aveva dato la disponibilità per una sua eventuale candidatura a sindaco, con l'appoggio di Roberto Occhiuto, attuale presidente della giunta Regionale.
A Crotone invece noi moderati aveva pensato di presentare il noto imprenditore Sergio Torromino che ha avuto anche il sostegno di movimenti civici e da quella parte del centro destra che non ha voluto intraprendere un percorso di alleanza con Vincenzo Voce. In conclusione, penso che il solo strumento che potrebbe essere utilizzato per un buon centrosinistra sia conquistare la fiducia dei cittadini per tornare alla guida di questi due capoluoghi sia l'utilizzo di elezioni primarie, così da coinvolgere i cittadini stessi sulla sorte della coalizione. Inoltre bisognerebbe tornare nelle strade e nelle piazze e sentire i reali bisogni delle comunità.

