Le questioni riguardanti l’inizio e il fine vita diventano sempre più urgenti in Italia ma la regolamentazione di nuovi diritti è circoscritta all’iniziativa virtuosa di singole regioni.

Si nasce e si muore: questo lo sappiamo. Ma come si nasce e come si muore non è uguale per tutti. Le questioni riguardanti l’inizio e il fine vita diventano sempre più urgenti in uno Stato come l’Italia, che si propone di tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini e dove la scienza offre nuovi metodi per rispondere alle esigenze di benessere delle persone. La conciliazione di questi due aspetti, quindi la regolamentazione di nuovi diritti, pare tuttavia essere messa in pratica più dalle singole regioni che dallo Stato centrale.

Una risposta alla libertà di scegliere quando “far iniziare” la vita vede la regione Puglia costituire un esempio virtuoso. È del 3 giugno 2025 il bollettino ufficiale della Regione che prevede l’erogazione di un bonus alle cittadine con un’età compresa tra i 27 e i 37 anni, un ISEE inferiore a 30.000 euro e residenti da almeno 12 mesi in Puglia, per accedere al “social freezing”, ovvero la conservazione degli ovociti. Questa misura consente alle donne di decidere quando avviare una gravidanza, allungando così l’età riproduttiva e rispondendo altresì agli impedimenti finanziari che potrebbero presentarsi per chi volesse accedere a questo tipo di trattamento.

Dall’altro lato, la questione del fine vita ha visto un’altra regione italiana, questa volta la Toscana, approvare l’11 febbraio 2025 una legge che disciplina le modalità organizzative per l’accesso alla procedura di suicidio medicalmente assistito, legge poi impugnata dal Governo.

Ed è invece del 2 luglio scorso, la presentazione al Senato di un disegno di legge sul fine vita. Un ddl che tuttavia non sembra andare nella direzione delle pari opportunità, poiché prevede che tale pratica non venga integrata nel Sistema Sanitario Nazionale. Ma questo è solo uno degli aspetti controversi del disegno di legge, che rischia non tanto di rendere accessibile questo diritto quanto di ostacolarlo.

Tra inizio e fine c’è una vita che non si misura solo in parametri biologici, ma nella possibilità concreta di scegliere e autodeterminarsi. La tutela di una vita così intesa pare però, al momento - e non si sa per quanto - fermarsi ai confini di qualche regione.