Meridionali inferiori? Feltri, ecco la nostra storia e chi siamo davvero

Nessuno deve arrogarsi il diritto di reputarci inferiori perché non lo siamo mai stati e né mai lo saremo. Se c’è qualcuno che è in debito con qualcun’altro, di certo quel qualcuno non siamo noi meridionali 

di Francesco Patrizio Lapietra
25 aprile 2020
09:25

Dopo aver sentito le ignobili e gratuite offese al popolo meridionale, non me la sono sentita a far finta di nulla e tacere. È d’obbligo mettere mano alla tastiera del pc e urlare tutta la mia indignazione quando, per la ennesima volta, Vittorio Feltri si permettere di offendere il mio popolo.

 


Andando ai fatti, il giornalista Feltri, ospite della trasmissione televisiva su Rete 4 Fuori dal coro, dopo aver prima rinfacciato che 14mila malati oncologici campani vengono curati in Lombardia, si lancia in una esternazione lombrosiana dicendo che «i meridionali, in molti casi, sono inferiori a quelli del nord», il tutto alla presenza di un giornalista, Mario Giordano, a tratti compiacente, che con il sorriso sulle labbra si è solo limitato ad accennare un minimo di rimprovero di circostanza al suo collega.

 

Feltri, non pago di quanto avesse detto, quando Giordano gli rammenta che qualche meridionale avrebbe potuto prendersela a male per le espressioni utilizzate, questi infierisce dicendo «chi se ne frega».

Mi sono domandato se fosse stato giusto adottare indifferenza nei confronti dell’offesa perpetrata ai danni di noi meridionali in diretta nazionale. La risposta che mi sono data è che non si può e non si deve più chinare il capo.

 

Il sottoscritto è un meridionale, fiero ed orgoglioso di esserlo, il quale ha studiato e si è formato nella sua terra superando le difficoltà, non poche, che ogni giorno ci vengono dal nostro Sud depauperato e umiliato.

Premesso che, come ho detto tante altre volte, il Sud oggi è impoverito dalla criminalità organizzata e dalla mala gestione politica che va di pari passo con il malaffare, è altrettanto doveroso non dimenticare chi siamo stati, cosa abbiamo fatto e capire il perché della arretratezza odierna.

Chi sono davvero i meridionali

Visto che il Feltri è molto perspicace nel capire le cose, vorrei ricordargli quando e quanto i meridionali erano inferiori.

Un tempo, se non vado errato su taluni testi è riportato che, esisteva una certa Magna Graecia, culla di cultura filosofica, arte, letteratura, scienza medica.

 

Nell’attuale zona del Catanzarese, pare vi fosse una popolazione denominata “italioti” e che, da questi derivi il nome della nostra penisola.

 

Nell’attuale Crotone (Kroton) si dice che predicasse un certo Pitagora, dicono che sia stato un matematico e un filosofo scopritore di alcune cose che ancora oggi sono utili alla umanità. Alcuni hanno, tra l’altro, l’ardire di dire che i l’Impero Romano conquistò la Grecia (e la Magna Graecia) con la forza delle armi ma, Roma – popolo di guerrieri e pastori – imparò e trasfuse a sé tutto dalla cultura greca.

 

La Democrazia, quella nata da Pericle in avanti, è frutto della inferiorità delle popolazioni meridionali della Magna Gracia.

 

Per arrivare ad una storia un po’ meno remota, il nostro popolo era assai inferiore, arretrato, povero ed incolto.Ecco, allora, quanto noi terroni eravamo inferiori, su alcune cose: prima cattedra di astronomia in Italia (1735), prima cattedra di economia al mondo; primo cimitero in Italia per inumare i poveri (1763); primo codice marittimo al modo (1781); primo intervento di profilassi anti tubercolosi in Italia (1782); prima assegnazione di case popolari in Italia (1789- San leuco, Caserta); prima istituzione di assistenza sanitaria gratuita (1789); prima scuola di ballo in Italia (1812); primo istituto per sordomuti in Italia (1835); primo tratto ferroviario in Italia (1839- Napoli,Portici); Napoli prima illuminazione a gas in una città italiana, terza in Europa dopo Londra e Parigi (1839); prima fabbrica metalmeccanica in Italia per numero di assunti (1839 Pietrarsa); primo centro sismologico in Italia (1840) e primo sismografo (1856); primo telegrafo elettrico (1852); prima luce elettrica (1852 Capodimonte); più grande industria navale in Italia (1860); prima della unificazione il mezzogiorno era il primo in Italia per numero di orfanotrofi e ospizi, collegi, centri di formazione, conservatori musicali, nel 1860 il sud varò il primo piano regolatore in Italia e, Napoli fu la prima città al mondo a portare l’acqua corrente nelle case; Mongiana, in Calabria, era il primo complesso siderurgico in Italia; nel 1860 si aveva ala più alta percentuale di medici per numero di abitanti e il più basso tasso di analfabetismo , mortalità infantile in Italia, indici di benessere e di sviluppo.

 

Ragionando in termini economici, il sud aveva la migliore finanza pubblica in Italia, con la più alta rendita dei titolo di Stato pari al 120% (1860 Borsa di Parigi) e, il minor carico tributario erariale in Europa.

 

Non dobbiamo dimenticarci che il meridione, all’atto dell’annessione possedeva il 65,7% di tutte le monete circolanti in Italia, più di tutti gli altri Stati pre unitari messi insieme (fonte tratta dal saggio “Nord e Sud” di Francesco Saverio Nitti).

 

Premesso che in alcun modo deve essere messa in discussione l’Unità della nostra Nazione, non si può e non si deve infangare il meridione con aggettivi non degni di un paese civile.

 

La storia chi ha consegnato pensieri abominevoli che per forza di cose ci hanno resi volutamente, inferiori, basti pensare a quanto affermato da Carlo Bombrini (Governatore della Banca Nazionale del Regno d’Italia dal 1861 al 1882) il quale asserì che «i meridionali non dovranno mai essere più in grado di intraprendere».

Una ferita altrettanto indimenticabile fu quanto detto dal Generale e Senatore del Regno Enrico Cialdini, che con impavido disprezzo cosi affermò:«Li voglio tutti morti! questi terroni sono tutti africani e contadini. A morte i nemici del Piemonte, dei Savoia, dei Bersaglieri e del mondo intero. Non vogliamo testimoni, diremo che sono stati briganti».

 

Anche in questo periodo di pandemia dal meridione, è iniziata la sperimentazione del farmaco anti artrite contro la polmonite da Covid-19 che, ha prodotto ottimi risultati ed è stato inserito nei protocolli farmaceutici.

A dare inizio a questa sperimentazione è stato l’acume e la scienza del Dottore Paolo Ascierto, direttore dell’unità di oncologia e terapie innovative dell’istituto tumori Pascale di Napoli.

Il Dottore Ascierto dopo i primi interventi in lacune dirette televisive per la sua scoperta che ha salvato, certamente, molte vite, ora i media di “regime” non ne fanno più accenno.

Danno all'ordine dei giornalisti

Ritornando al caso Feltri, pare che nelle ultime ore il presidente dell’ordine dei giornalisti abbia deciso di procedere legalmente contro questi per valutare il danno di immagine all’Ordine stesso.

 

Pare, che lo stesso Ordine stia puntando il dito anche contro Giordano, puntualizzando che questi avesse l’obbligo di intervenire nel momento dello sproloquio riprendendo Feltri. Sembra che anche il presidente dell’ordine della Lombardia, voglia trasmettere al consiglio di disciplina quanto accaduto.

 

Nei prossimi giorni sapremo cosa succederà, professionalmente, a Feltri. Immediata, invece, è stata la reazione di molti edicolanti del sud che hanno deciso di non vendere il giornale Libero diretto da Feltri, in alcuni casi le edicole hanno affisso delle vere e proprie locandine in cui si dice che i meridionali essendo inferiori non sono in grado di comprendere gli articoli contenenti nello stesso giornale.

 

Noi giovani generazioni, siamo consci della nostra storia, di cui ne andiamo orgogliosi perché, chi non conosce il proprio passato e non ne fa tesoro non potrà mai capire il presente ed il futuro.

Nessuno deve arrogarsi il diritto di reputarci inferiori perché non lo siamo mai stati e né mai lo saremo.

Siamo solo consapevoli di una cosa, che alcune, pochissime, menti del Nord che, purtroppo, godono di una penna e di una cassa di risonanza ignorando la storia del loro Paese infangano ed offendono gli altri.

 

Se c’è qualcuno che è in debito con qualcun’altro, di certo quel qualcuno non siamo noi meridionali perché, abbiamo pagato (24 milioni di emigrati) e paghiamo (80mila nuove emigrazioni l’anno di laureati) un prezzo salatissimo.

Sono del parere che alle offese si risponde con gentilezza e con la propria storia.

 

La storia deve essere maestra di vita per non ricadere in errore, in questo caso, noi meridionali non dimenticheremo mai da dove proveniamo e chi erano i nostri avi.

 

Sarò lieto, dopo aver chiesto venia (ovviamente), di invitare personalmente il Dottore Feltri a far visita alla nostra Calabria cosi da potersi rendere conto chi tra lui e la storia, la cultura, l’arte del mezzogiorno sia realmente l’inferiore… in molti casi.

 

di Francesco Patrizio Lapietra, avvocato

di Francesco Patrizio Lapietra
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