L’Italia ha gridato un rumorosissimo “No”, dimostrando di essere in sintonia con la premier Meloni
Tutti gli articoli di Opinioni
PHOTO
Costantino Sergi
È bello, nei commenti politici, dire le cose come stanno e dirle con chiarezza estrema. Il tonfo pesantissimo dei referendum è una catastrofe politica per Pd, 5Stelle e Cgil. Quando su una partita ci scommetti tutto, come fu il caso di Matteo Renzi, poi devi trarne le conseguenze. I vertici convinti di dare la spallata decisiva alla Meloni sarebbero chiamati alle dimissioni per lasciare il tempo alle loro rispettive organizzazioni di rimodulare programmi e strategie.
L’Italia ha gridato loro un rumorosissimo “No”, certificando di essere in sintonia con la premier. Gli Italiani, come sempre, sanno dar prova di maturità, quando serve e nelle fasi cruciali per il Paese. C’è la coscienza diffusa, per carità, che servano riforme urgenti e profonde. Il Paese deve essere ricostruito, dando priorità a lavoro, famiglie, imprese, tessuto sociale. La premier Meloni si sta dimostrando molto competente e determinata, e sta dando segnali importanti. Occorre lasciarla lavorare sodo e, magari, consigliarle di non avere alcuna remora nel tagliare netto rami secchi e sacche di ritardo o di inefficienza. La rivoluzione che sta avvenendo nel mondo, con disastri sociali enormi, ha prodotto danni consistenti anche in Italia. Ma il nostro Paese, con il suo genio, il suo spirito di sacrificio, i suoi beni materiali e immateriali, ha tutte le carte in regola per rinascere su nuove basi.
Il tema dell’occupazione e dell’inadeguatezza di molte buste paga non può essere scaricato, con pensiero ottocentesco, sulle aziende. Imprese e lavoratori, tranne i casi in cui lo sfruttamento è la regola di "padroni" famelici e corrotti, sono sullo stesso piano e vivono comuni difficoltà.
È il sistema Italia, nel suo complesso, che deve crescere, irrobustirsi, rafforzarsi, offrendo occasioni per tutti, e facendo trionfare la meritocrazia. Interventi decisivi, in un’ottica di grande spazio per la libertà, bene primario e molto trumpiano, devono essere dedicati alle piccole e medie imprese, agli artigiani, alle partite Iva, a tutti coloro i quali abbiano voglia di fare e sono letteralmente stritolati da norme assurde, da burocrazie cieche e autoreferenziali, da balzelli insostenibili. Il popolo italiano ha dato il meglio di sé quando è stato libero di fare, come durante il boom economico del secolo scorso.
Azioni altrettanto determinate devono essere portate avanti per aiutare le famiglie, a partire dai servizi primari: sanità, scuola, università, formazione, anziani, politiche della casa, forme di vita sane per i giovani. Pd, 5Stelle e Cgil, aiutati da un sostegno possente da parte di certa informazione che stenta a capire che non c’è più spazio per la demagogia strabica e inconcludente, hanno subito in queste ore una sconfitta politica epocale. Dovranno riflettere tanto, lasciando spazio a nuove leve più in sintonia con i tempi moderni. Facile prevedere, però, che pochi avranno il coraggio di andarsene a casa, privilegiando la linea dell'arrampicarsi sui cosiddetti "muri lisci"!