La riflessione

Strage di Cutro: Mattarella guida morale, i due volti di Giorgia Meloni e il silenzio di Salvini

Il naufragio di Crotone ha reso evidenti le differenze tra la “premier responsabile” e “Io sono Giorgia” che invece non si presenta a rendere omaggio alle vittime. Occhiuto si dissocia da Piantedosi ma poi cade sull’Autonomia differenziata. Su tutti svetta il Presidente della Repubblica

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di Franco Laratta
3 marzo 2023
15:55
Da sinistra: Piantedosi, Meloni, Salvini
Da sinistra: Piantedosi, Meloni, Salvini

La strage di Cutro ha cambiato la coscienza civile del paese, ha affossato quei ministri politicamente responsabili di quanto accaduto, ha confermato il ruolo di Mattarella quale più altissima guida morale del paese. E presenta i due volti contrapposti di Giorgia Meloni: quello di chi sbaglia clamorosamente non venendo a Crotone. E nel contempo quello che la eleva a leader responsabile quando scrive una lettera, per molti aspetti di notevole importanza, alla Commissione europea sui temi dell’immigrazione.
Con questa lettera, si dissocia da sé stessa e da quell’urlo sguaiato: "Io Sono Giorgia: Sono Una Donna! Sono una Madre! Sono Cristiana!". 

“Io sono Giorgia” oggi tira fuori un importante senso dello Stato quando scrive: «Servono corridoi umanitari legali e sicuri per i profughi che gli Stati europei decidono di accogliere sul proprio territorio»; «… l'unica possibilità di ingresso deve essere data dalle quote di immigrazione legale che ogni Stato decide liberamente stabilire».


Dal blocco navale ai corridoi umanitari legali: sta tutta qui la svolta della Meloni che si sgancia dai deliri del cinico e inadeguato ministro Piantedosi e dal silenzio maligno dell’altro ministro, Salvini, colui che ha sparso odio e fango sugli immigrati ormai da vent’anni. Ma prima c’erano i rognosi napoletani e gli sporchi calabresi nel suo mirino. Ora tace. Ma politicamente è lui il responsabile della gestione dei porti. Non sente il bisogno di dire nulla? 

Chi invece farebbe bene a non parlare affatto è Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera: «Hanno tutti il telefono, avvisiamoli prima che partano per viaggi rischiosi».

La vicenda ci ha rivelato un volto politico diverso del presidente della Regione, perché anche lui si dissocia dalla gestione politica di Piantedosi e Salvini: «Ci sentiamo assolutamente abbandonati, da tutti i governi nazionali». E aggiunge: «La rotta ionica calabrese è stata sottovalutata». Per poi gridare fuori dal coro della destra di governo: «Le Ong servono a salvare i migranti». Peccato che poi sull’autonomia differenziata si trovi totalmente d’accordo sulla linea del governo, al contrario di quanto fatto da altre regioni (Campania, Emilia Romagna, Puglia e Toscana), pronte a clamorose azioni di protesta.

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Ha fatto benissimo anche la neo segretaria del Pd, Schlein, a venire a Crotone. E fa altrettanto bene a chiedere il conto sulla gestione dei soccorsi e sui ritardi che hanno provocato la tragedia. 

Farà benissimo la procura di Crotone se si muoverà rapidamente e se sarà inflessibile nell’accertare le gravi responsabilità di chi doveva agire e non l’ha fatto. Non arretri davanti a chiunque sia responsabile. Lo deve ai quei 68 morti, a quelli che sono ancora dispersi nel mare, ai bambini che hanno terminato tragicamente il loro viaggio verso la salvezza.

La drammatica vicenda del barcone affondato con tutto il suo carico umano di disperazione e angoscia, ci restituisce una Calabria che ha saputo mostrare il suo volto migliore. La Calabria che non ha dimenticato il suo passato di popolo di migranti.

di Franco Laratta
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