Una visione: la Calabria salvata dai migranti. Da emergenza a opportunità di rinascita

Un racconto che ci proietta nel 2030 con l'arrivo dei profughi fondamentale per combattere lo spopolamento di una regione

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di Franco Laratta
24 settembre 2023
09:18

La targa in legno riporta la memoria ad un evento storico di 30 anni prima: all’8 luglio 2013, quando Papa Francesco avviò da Lampedusa il suo pontificato all’insegna dell’immigrazione e della difesa degli ultimi. Migranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace. Trovarono invece la morte!

Il 3 ottobre del 2013 a Lampedusa morirono 368 migranti in un naufragio che è considerato una delle più gravi catastrofi del Mediterraneo. Nei successivi trent’anni, i quattro papi che si sono succeduti seguirono stancamente il dramma dell’immigrazione. I governi approvavano nuovi piani che fallirono tutti miseramente. Nel mentre continuavano le tragedie in mare. E i morti si contavano a migliaia. Dall’Africa all’Italia un tragitto di morte e orrori.


Ad un certo punto accade qualcosa di impensabile. Le tragedie in mare, la morte di tanti bambini, la cifra record di decine di migliaia di migranti riportati e detenuti nei lager libici dopo aver tentato di raggiungere l’Europa, scossero sempre più le coscienze della gente. Lentamente il clima mutò e si crearono le condizioni più favorevoli all’accoglienza dei poveri disperati che scappavano dai paesi in guerra, per sfuggire a vendette, odio, fame. Fino a quando diverse centinaia di profughi nei centri di accoglienza, scelsero di rischiare la vita pur di guadagnare la via della fuga. E della speranza. 

Scapparono in massa da un centro dopo l’altro, come se seguissero un piano ben organizzato. Fuggirono persino da alcune isole artificiali create in acque internazionali, dove centinaia e centinaia di loro erano stati abbandonati. La fuga dai centri avvenne senza alcun intervento delle forze dell’ordine. Stava accadendo una cosa incredibile: nessuno ha provato a fermare quei migranti. Nessuno li ha inseguiti. Il governo non reagì. Era come stordito. 

Del resto cosa fare dopo che i governi precedenti per 30 anni avevano totalmente fallito con le loro politiche contro i migranti? L’immigrazione era ormai da anni fuori controllo. Fu così che centinaia di ragazzi raggiunsero in tanti piccoli comuni calabresi: si trattava perlopiù di borghi  semi abbandonati. Che col passare del tempo si erano quasi totalmente spopolati, e dove un tempo vivevano migliaia di persone, ne erano rimaste poche centinaia, tutte anziane. 

La cosa più curiosa è che gli abitanti rimasti, accolsero con sollievo quei ragazzi, i quali chiedevano solo un posto per vivere. E un alloggio in quelle case abbandonate da anni. Alcune ormai cadenti. La gente del posto quasi aspettava un evento così sconvolgente, tanto da incoraggiare quei ragazzi, aiutandoli a sistemarsi alla meno peggio, anche in condizioni di fortuna. Qualcuno degli abitanti preparava per i ragazzi fuggitivi un piatto di pasta a mezzogiorno. 

Per tutti si trovava sempre qualcosa da mangiare. Da ogni luogo giungeva la solidarietà e il sostegno per i migranti. Col passare del tempo i piccoli centri occupati dagli immigrati cominciarono a vivere. Sembravano essere tornati indietro nel tempo. Non erano più villaggi fantasma. C’era vita, luce. Era tornato in tutti il sorriso.

Furono almeno 100 i comuni in Calabria che ospitarono i migranti in fuga, diverse decine anche nelle regioni più vicine. I ragazzi sistemarono gli alloggi, ripulirono le strade, resero più accettabili le condizioni di vita in quei borghi simili a grandi ospizi. E tutto si svolse in una quiete surreale, con le istituzioni che accettarono lo stato di fatto, ovviamente non potendo fare altro, capendo che era del tutto inutile catturare quei ragazzi e respingerli in mare, anche perché tutto questo aveva provocato negli anni tantissime tragedie e migliaia di morti. 

Proprio per questo l’Italia era diventata un paese canaglia agli occhi del mondo, mentre gli altri paesi avevano accolto già tanti immigrati, che avevano aiutato ad inserirsi e a rifarsi una nuova vita. In Italia i governi che si erano succeduti negli anni avevano sempre immaginato una lotta senza quartiere ai migranti in arrivo dal mare. Sporca propaganda elettorale, messa in piedi soprattutto da quelli che, crocifisso in mano, seminavano odio contro i profughi. C’erano partiti politici che parlavano di sostituzione etnica, altri di affondare i barconi in altomare, perfino di mettere in piedi un blocco navale.

Passarono tanti anni da quei bellicosi annunci, ma gli sbarchi si ripetevano con una regolarità impressionante, tanto che senza nessuna possibilità di bloccarli, entrarono in Calabria circa 100.000 giovani immigrati, tanti con le loro famiglie. Molti i bambini.
Arrivarono in anni in cui le imprese avevano un bisogno disperato di lavoratori. Così tutti i migranti disponibili andarono a lavorare in agricoltura, nell’edilizia, nei servizi turistici e alberghieri. A migliaia trovarono lavoro per l’assistenza alle famiglie dei più anziani. I migranti mantennero così le loro famiglie e nel contempo salvarono le aziende. Per la gioia dell’istituto previdenziale, ormai impossibilitato a pagare le pensioni.

Nel 2030 la Calabria contava un milione e mezzo di residenti, considerato il fatto che centinaia di migliaia di calabresi nel corso degli anni avevano continuato ad emigrare: i ragazzi dopo il diploma o la laurea andavano nel Nord, o nel resto d’Europa, alcuni anche negli Stati Uniti, addirittura nei paesi asiatici. La Calabria si era paurosamente spopolata, stavano crollando tutti i servizi pubblici, chiudendo centinaia di scuole, mentre tantissime aziende finirono in fallimento. Con l’arrivo dei giovani immigrati e delle loro famiglie tutto cambiò, i bambini impararono l’italiano nelle scuole che grazie a loro riaprirono, l’agricoltura tornò finalmente a trascinare l’economia della regione. Ormai nulla era più come prima. 

Non vi furono guerre di religione anche perché i migranti volevano solo vivere in pace lavorando, i più giovani erano totalmente estranei alle forme di fondamentalismo del passato. Vennero aperti alcuni luoghi di culto per i credenti di fede musulmana, ma tutto questo avvenne pacificamente, senza alcuno scontro con i cattolici, che erano diventati sempre di meno, ma trovarono nuova linfa nei migranti, diversi dei quali frequentavano le parrocchie e le loro iniziative sociali. 

Era in atto una rivoluzione che nessuno aveva osato immaginare, anche se tanti avevano capito che era questa l’unica soluzione possibile: l’immigrazione legale e ordinata, l’inserimento nella società e nel mondo del lavoro… Un sogno! Si era così passati dai blocchi navali all’accoglienza ordinata e condivisa dei rifugiati. L’immigrazione era finalmente diventata un’opportunità. Il paese si era concentrato sull’integrazione. Sulla rinascita civile, sociale ed economica. Chi dal mare si aspettava tempesta, ha dovuto ricredersi: dal mare è arrivata la risposta.

Imagine there's no heaven

It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today... 

(John Lennon)

 

di Franco Laratta
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