Può avere colpe un politico votato da una persona poi sottoposta ad indagini?

In Italia il voto di scambio politico mafioso è un problema da combattere perché mina la fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni, dà un enorme potere ai clan e rende ricattabili tutti

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di Antonia Postorivo
25 luglio 2020
11:14

In Italia il voto di scambio politico mafioso è un problema da combattere perché mina la fiducia che i cittadini hanno nelle istituzioni, dà un enorme potere alle mafie e rende ricattabili tutti.

Correva l’anno 2019 quando venne approvata, con il voto contrario del PD e di FI, la modifica al codice penale sul voto di scambio politico mafioso.


 

Rispetto alla normativa applicata fino ad allora, il provvedimento estende la punibilità anche nei casi in cui la condotta incriminata sia stata realizzata tramite il ricorso ad intermediari. La legge estende la condotta penalmente rilevante aggiungendo alla promessa di procurare voti con le modalità mafiose, la promessa che provenga da soggetti appartenenti alle associazioni mafiose.

 

Ebbene, sin dall’inizio, la nuova formula sollevò critiche su presunti profili di illegittimità costituzionale nonché venne segnalato, da più parti, dei passaggi poco chiari del nuovo testo. Tra questi c’è l’espressione “soggetti appartenenti alle associazioni” mafiose: non è chiaro se debbano essere persone condannate in via definitiva, in primo grado o altro. Inoltre alcune modifiche sono considerate “pleonastiche” (come l’aggiunta del riferimento agli intermediari), altre ancora difficilmente applicabili.

 

C’è infine un problema di proporzione e ragionevolezza della pena: un boss potrebbe avere condanne più lievi di un candidato non mafioso che si rivolge alla criminalità per avere voti e viene eletto. Anche l’aggravante dell’elezione pone dubbi: essendo il voto segreto, come si può verificare se un’elezione è avvenuta per i voti procurati dalla mafia ?

 

E poi chi sono “gli intermediari”? A quali soggetti è riferito ?

Io ritengo che il vero antidoto alla mafia siano processi rapidi applicando norme equilibrate e severe.

All’inizio della scorsa legislatura fu approvata la riforma del 416 ter. Quella riforma, lo ha ripetuto la procura Antimafia più volte, ha funzionato, ha consentito molte condanne. Era una norma chiara, equilibrata, condivisa dalla magistratura e dal vasto mondo associativo Antimafia, che nessuno aveva chiesto di modificare.

 

Cambiare una legge, come è avvenuto cambiando la legge sul voto di scambio,  a volte solo in nome della propaganda oppure per intestarsi una battaglia per apparire gli unici depositari del principio di legalità, può, a volte fare più danni e calpestare norme costituzionali, può ingarbugliare le cose e fare in modo che le norme diventino inapplicabili e farraginose. Se si modifica male le norme si mette a rischio norme importante, creando incertezza interpretativa. Si rischiano profili di illegittimità costituzionale. L’unico risultato che si ottiene è quello di indebolire il contrasto al voto di scambio politico-mafioso.

di Antonia Postorivo
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