L’analisi

Caligiuri (Fi) all’Arsac: la nomina di un politico alla guida di un ente regionale accende gli appetiti dei partiti

Roberto Occhiuto per la prima volta non ha scelto un tecnico per un ruolo operativo, contraddicendo il principio che aveva sempre adottato. Adesso anche gli altri alleati potrebbero farsi avanti, a partire dall'Agenzia per la digitalizzazione

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di Massimo Clausi
10 ottobre 2023
06:15
Fulvia Caligiuri
Fulvia Caligiuri

È stata tormentata per il presidente Roberto Occhiuto la scelta del nuovo direttore generale dell’Arsac, l’agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura che è una dei principali enti strumentali della Regione con un budget vicino ai 33 milioni di euro. Vista la delicatezza del ruolo la Regione lo scorso 27 agosto aveva pubblicato una manifestazione d’interesse per redigere un elenco di candidati idonei a ricoprire il ruolo (il decreto dirigenziale era il n° 11867). Il bando prevedeva poi l’istituzione di una apposita commissione che avrebbe dovuto vagliare i curricula pervenuta e, all’interno di essi, individuare la migliore professionalità per il ruolo di direttore generale. Nel bando veniva previsto un contratto della durata di tre anni.

Il bando, però, dopo qualche settimana è stato sospeso non sappiamo bene per quali motivi. Tre giorni fa la nomina di Roberto Occhiuto a commissario, con poteri di direttore generale, per Fulvia Caligiuri.


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La Caligiuri è stata senatrice di Forza Italia e alle ultime politiche ha mancato davvero per una manciata di voti la sua rielezione a Palazzo Madama. Ma soprattutto è imprenditrice agricola, una che conosce molto bene i problemi del mondo agricolo calabrese per avere anche ricoperto ruoli direttivi in Confagricoltura. Siamo certi quindi che alla guida dell’Arsac farà bene. Il punto, difatti, non sono le competenze dell’imprenditrice ma i criteri che hanno portato Occhiuto ad individuare la Caligiuri.

Sotto questo aspetto la nomina ha risvegliato diversi appetiti sopiti. La linea d’azione di Occhiuto fino a questo momento, infatti, era quella di bloccare la nomina nei board delle partecipate di politici e in particolare di ex parlamentari. L’intenzione era quella di cancellare qualche vecchia abitudine del passato quando le nomine nelle partecipate venivano utilizzate anche come riconoscimento ai politici che mancavano la rielezione. Le competenze, in questo tipo di scelta, erano molto spesso residuali. Occhiuto, invece, ha sempre detto di preferire profili tecnici in ruoli tecnici. Se questo principio è venuto meno e si è scelto un profilo politico per un ruolo tecnico, allora Occhiuto dovrà rintuzzare i tentativi dei partiti che vorrebbero in qualche modo “risarcire” i propri esponenti rimasti fuori dai giochi con qualche nomina. Ad esempio a breve dovrebbe essere formalizzata la guida dell’agenzia regionale per la digitalizzazione.

Secondo accordi la nomina dovrebbe essere appannaggio di Fratelli d’Italia che ora anziché proporre nomi di tecnici potrebbe optare anche per qualche profilo più politico. E nulla esclude che in questa, come in altre partite, potrebbero infilarsi altre formazioni politiche per chiedere spazi che attualmente non gli sono stati concessi.

Giornalista
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