Bufera politica

Blitz della Lega per eliminare i ballottaggi: sindaci col 40% dei voti. Alleati spiazzati e opposizioni furiose

All’insaputa di Fi e Fdi, il Carroccio ha presentato a sorpresa un emendamento per i comuni con più di 15mila abitanti. Dal Pd le bordate di Schlein e Boccia: «È un golpe». Il governo invita a ritirare la proposta

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di Enrico De Girolamo
13 marzo 2024
18:39

Sindaci eletti dalla “minoranza” degli elettori. Sembra una provocazione invece è quanto propone la Lega che a sorpresa ha presentato in aula un emendamento al decreto Elezioni che prevede la possibilità, nei comuni con più di 15mila abitanti, di eleggere il sindaco al primo turno se si supera il 40% dei voti invece del 50%. In altre parole, stop ai ballottaggi.

Un colpo di mano, quello del Carroccio, che sta generando una bufera politica alimentata non solo dalle durissime critiche dell’opposizione ma anche dalla freddezza degli alleati di governo, che non sarebbero stati avvertiti. Una dissonanza che in molti interpretano come diretta conseguenza della batosta elettorale subita dalla Lega in Abruzzo, dove è stata doppiata da Forza Italia, e ora Salvini vive un momento di grande difficoltà anche all’interno del suo partito, dove si starebbe preparando una resa dei conti.


Ma al di là della contingenza, è anche vero che non è certo la prima volta che il centrodestra propone questa norma. Nel marzo 2023 fu Forza Italia a presentare un emendamento dello stesso tenore, sempre in commissione Affari costituzionali. Nell’aprile successivo, invece, era stato il ministro degli Affari regionali, Roberto Calderoli, a chiedere il superamento del ballottaggio, introdotto nel 1993 e mai modificato. Ma questa volta si tratta di un vero e proprio blitz, perché l’emendamento è stato proposto in aula, dopo che il testo era stato già licenziato in Commissione, dunque con il via libera della maggioranza.

Su tutte le furie le opposizioni, che hanno parlato di «attacco alla democrazia», soprattutto in considerazione del fatto che la proposta arriva a meno di tre mesi dalle elezioni comunali dell’8 e 9 giugno.

«La Lega si fermi, questo è uno sfregio alle più basilari regole democratiche», ha tuonato la segretaria del Pd Elly Schlein, a cui ha dato manforte il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia: «Questo emendamento è una aberrazione, una provocazione, un colpo di mano inaccettabile contro leggi che hanno dimostrato di funzionare bene. È intollerabile che la Lega, per regolare conti interni alla maggioranza, giochi sulle regole della nostra democrazia. Il dl Elezioni, che doveva solo stabilire la data del voto, è diventato un golpe al quale ci opporremo. Il partito di Giorgia Meloni e Forza Italia cosa ne pensano?». La risposta è in ciò che riferisce l’Ansa, secondo la quale il Governo dovrebbe invitare i senatori della Lega al ritiro dell’emendamento, trasformandolo in un ordine del giorno, cioè un atto di indirizzo non vincolante per l’Esecutivo.

Estremamente critica anche Alessandra Maiorino, capogruppo del M5s in Commissione Affari Costituzionali: «Un nuovo attacco alle regole della democrazia da parte della Lega. Adesso vogliono cancellare i ballottaggi dei sindaci, stabilendo così che possa essere una minoranza degli elettori di una città a scegliere, con buona pace della partecipazione».

Ad esprimere contrarietà, probabilmente più per il metodo che per il contenuto, è stata anche l’Anci, con il presidente Antonio De Caro: «Non crediamo che uno stravolgimento della legge sull'elezione diretta dei sindaci possa essere ipotizzato senza interpellare i comuni, come invece è accaduto per altri provvedimenti nella logica della leale collaborazione tra istituzioni».

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