Il dado è tratto e dopo giorni di indiscrezioni e totonomi, finalmente Roberto Occhiuto ha varato la giunta del suo storico secondo mandato.

Una giunta provvisoria, come sottolinea lo stesso presidente nel comunicato ufficiale. Per ora gli assessori sono sette, ma pronta ad allargarsi non appena la Regione riceverà nel suo statuto la legge nazionale che permette alle regioni con meno di due milioni di abitanti di avere una giunta a nove. Non solista. Occhiuto è andato anche oltre e nella sua nota annuncia che i prossimi (a leggere le procedure ci vorranno almeno sei/sette mesi) assessori saranno in quota Noi Moderati (per ora escluso dai giochi) e Lega.

Questo ci porta ad una prima riflessione sulla composizione della giunta e nel rapporto con i partiti della coalizione. Chi esce davvero ridimensionato è Fratelli d'Italia a cui Occhiuto, nonostante i quattro consiglieri, ha dato solo due assessori. Il problema vero però sono le deleghe. I meloniani non avranno più la vicepresidenza, passata alla Lega. È vero che non si tratta di niente di particolarmente operativo, ma ha comunque un valore politico simbolico. I due assessori, ovvero Giovanni Calabresi e Antonio Montuoro, si sono dovuti dividere le vecchie deleghe che aveva il partito. Ma manca la digitalizzazione che è passata al tecnico Marcello Minnenna. Eppure i meloniani sono stati i proponenti dell'agenzia per la digitalizzazione nella scorsa legislatura che però ancora non ha preso vita.

L'altro elemento da considerare è che a Montuoro sono state assegnate deleghe davvero leggere come la legalità, la gestione dei beni confiscati, la cooperazione internazionale e l'ambiente. Anche in quest'ultimo caso però la partita più interessante ovvero l'energia è finita nelle mani di Minenna. Dal canto suo Calabrese si è visto riconfermare le deleghe di Lavoro e turismo, ma la ciccia di questa delega rimane nelle mani di Occhiuto che ha tenuto per sé attrazione degli investimenti e incoming nonché la Cultura .

Anche per quanto riguarda la Lega alla fine Filippo Mancuso che aspirava alla presidenza del Consiglio ha dovuto cedere e accettare la vicepresidenza e la delega ai Lavori Pubblici e all'Urbanistica. Una concessione a Salvini sulla realizzazione del Ponte si potrebbe pensare. Ma scorrendo bene le deleghe non sarà così perché Occhiuto ha tenuto per sé infrastrutture di trasporto e sistemi infrastrutturali complessi fra cui ci vengono in mente proprio il Ponte e l'alta velocità.

Alla fine quindi i partiti hanno avuto un ruolo davvero marginale nella composizione della giunta perché Occhiuto continua a fare il top player insieme agli uomini di sua stretta osservanza come Gianluca Gallo che è stato confermato all'Agricoltura e ha avuto in più un incarico “pesante” come quello del Trasporto Pubblico Locale. Ricordata la conferma di Minenna al Bilancio più le altre deleghe che abbiamo elencato, Forza Italia ha preso anche il Welfare con la Straface e l'Istruzione con Eulalia Micheli ex componente della struttura speciale del presidente. Insomma l'idea di un'azione amministrativa più corale rispetto al passato, almeno da questa prima giunta, non traspare.

Certo è previsto come detto un secondo tempo, ma ci vorrà del tempo e non sappiamo se si verificherà quanto dichiarato da Occhiuto perché gli scontenti nelle file del centrodestra sono più di uno, a partire dalla presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, che entrata Papa è uscita Cardinale. I più maliziosi dicono che a suo sfavore ha giocato il pressing del senatore Mario Occhiuto per far entrare in giunta la Straface di modo che il cognato Piercarlo Chiappetta potesse, dopo enne tentativi, entrare in Consiglio.

Questa considerazione ne porta un'altra. Ovvero che la legge sul consigliere supplente, che i vecchi consiglieri regionali avevano elaborato per dare più forza agli eletti, ha funzionato. Se nella prima giunta Occhiuto erano più gli esterni che gli eletti, in questo caso abbiamo solo due esterni e gli altri sono tutti eletti. Magra consolazione visto che anche questa norma è stata utilizzata dal presidente pro domo sua con buona pace dei partiti. Un esempio su tutti è proprio quello di Mancuso nominato assessore nonostante in molti nella Lega non volevano l'ingresso in consiglio di Gianpaolo Bevilacqua considerato esterno al partito. Il gioco invece ha funzionato a danno di Giuseppe Mattiani che con ogni probabilità si dovrà accontentare (si fa per dire) del ruolo di capogruppo per il no di Cannizzaro all'ingresso in consiglio dell'uomo di Scopelliti, il ginecologo Francesco Sarica. A proposito del coordinatore regionale di Forza Italia, il deputato quasi sicuramente incasserà la presidenza del consiglio regionale con il suo delfino Salvatore Cirillo.

Insomma la nuova giunta somiglia molto a quella vecchia con lo strapotere di Forza Italia e in particolare del duo Occhiuto-Cannizzaro. Le parti dovranno attendere.