L’ex presidente della Regione commenta: «Norme assurde in palese contrasto con i principi democratici e costituzionali. Serve una riforma»
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«La decadenza di Mimmo Lucano da sindaco lascia esterrefatti ed increduli. Ripropone l'assurdità di norme che sono in palese contrasto con i principi democratici e costituzionali ed un sistema giudiziario anacronistico». Lo afferma, in una nota, l'ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.
«Mimmo Lucano, dopo avere subito conclamate ingiustizie ed i colpi devastanti di un sistema giudiziario distorto; dopo anni di calvario, segnati da provvedimenti cautelari e condanne abnormi, cancellate da una motivata sentenza assolutoria in sede di appello - aggiunge Oliverio - è stato rieletto sindaco di Riace a furor di popolo. È evidente che il ritorno di Mimmo Lucano alla guida di Riace rappresenta il rilancio di quel progetto di accoglienza che ha fatto del centro della Locride un importante punto di riferimento a livello internazionale».
Per l’ex governatore «impedire a Mimmo Lucano di svolgere il ruolo di sindaco attribuitogli dagli elettori è un grave vulnus Costituzionale ed uno sfregio alla democrazia. Il fatto che il ricorso avverso la sentenza di decadenza consentirà a Mimmo Lucano di continuare a svolgere le funzioni di sindaco, pur importante sul piano delle garanzie, non sminuisce la gravità di una sentenza che decide di annullare la volontà degli elettori e di vanificare la sovranità popolare. Ciò a riprova che è urgente la riforma della legge Severino, ma anche una vera riforma della giustizia».
«A Mimmo Lucano - dice ancora - esprimo la mia convinta solidarietà e l'incoraggiamento ad andare avanti. Riace ed il suo sindaco Mimmo Lucano sono un punto di riferimento di valori di umanità e di giustizia sociale. Nessuna sentenza o misura burocratica ne potranno cancellare ed offuscare la forza e la limpidità».