Ospite del programma Dentro la notizia, il sindaco del capoluogo di regione ha tracciato il ritratto della città che vorrebbe costruire: «Un po’ più felice». Speranze, incognite e una certezza: il Capodanno Rai
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Ospite negli studi di Dentro la notizia, il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha offerto una riflessione ampia e stratificata sul senso dell’amministrare oggi, sul destino delle città di provincia e, più in generale, sulla fatica contemporanea della politica, chiamata a operare in condizioni sempre più esigue di risorse e di possibilità (RIVEDI QUI LA PUNTATA).
L’esordio del primo cittadino è stato netto, quasi programmatico: fare il sindaco oggi non è più ciò che era un tempo. La politica, ha osservato Fiorita, si muove in un orizzonte ridotto, impoverito, segnato da vincoli finanziari e strutturali che rendono ogni scelta un atto di equilibrio e, talvolta, di resistenza. In questo quadro, Catanzaro vive una fase dichiaratamente transitoria, una soglia storica in cui si avverte l’urgenza di arrestare un declino stratificatosi negli anni precedenti. È un territorio in crisi, ha ammesso il sindaco senza indulgenze retoriche; ma è proprio nella crisi, ha aggiunto, che può maturare una possibilità di rafforzamento, di ripensamento profondo e non meramente cosmetico.
Da qui l’elenco, non come slogan ma come traiettoria, degli obiettivi che l’amministrazione si è posta: il rilancio del centro storico, la riattivazione dei cantieri, la volontà di “inventare” una città del futuro, una Catanzaro nuova, capace di immaginarsi diversa da ciò che è stata. Anche il Capodanno, in questa prospettiva, non è solo un evento, ma un simbolo che si inscrive in una concezione più ampia di rinascita urbana e di riconquista dello spazio pubblico. I cantieri, ha sottolineato Fiorita, sono numerosi e talvolta invasivi, ma rappresentano uno sforzo necessario: segni concreti di un futuro che, pur tra difficoltà evidenti, comincia lentamente a prendere forma.
Nel dialogo con Cambareri, il discorso si è poi allargato al tema cruciale dell’invecchiamento delle città e della fuga dei giovani, problema che riguarda non solo le grandi metropoli ma anche, e forse soprattutto, i capoluoghi come Catanzaro. La vera sfida, è stato osservato, è trattenere le nuove generazioni. In questo contesto, il ruolo dell’università appare decisivo ma al tempo stesso ambiguo. Fiorita ha riconosciuto come gli atenei abbiano saputo trattenere in Calabria una quantità significativa di studenti, ma solo per il tempo dello studio. Una volta conseguito il titolo, molti di questi giovani sono stati costretti a partire, a cercare altrove opportunità di lavoro e di realizzazione. Mantenere studenti per poi “cederli” al Nord, ha osservato il sindaco, rischia di diventare un esercizio sterile, se non accompagnato da un tessuto economico e produttivo capace di assorbirne il talento.
Da qui l’insistenza su un punto chiave: «Investire sulla creatività e sul talento dei giovani», queste le parole del sindaco. Investire non come formula generica, ma come asse strategico di una politica che voglia davvero incidere sul futuro e non limitarsi alla gestione dell’esistente.
Il confronto si è infine spostato sul terreno più squisitamente politico, con lo sguardo rivolto al 2026 e agli equilibri amministrativi che attendono la città. Alla domanda di Cambareri se tali equilibri resteranno intatti, Fiorita ha risposto evocando la necessità di tenere insieme due tensioni solo apparentemente inconciliabili: la mediazione politica, indispensabile per governare una comunità complessa, e la vocazione al cambiamento, senza la quale ogni amministrazione rischia di fossilizzarsi. Il futuro, ha ammesso, resta aperto e imprevedibile; una certezza, però, è già fissata nel calendario simbolico della città: il 31 dicembre, Catanzaro sarà protagonista del Capodanno Rai, ulteriore tassello di una strategia di visibilità e rilancio.
Alla domanda conclusiva su come immagini Catanzaro tra dieci anni, il sindaco ha abbandonato il linguaggio dell’amministratore per adottare quello, più intimo, della speranza civile. Si augura una città capace di brillare un po’ di più, di recuperare fiducia in sé stessa, di riconciliarsi con la propria immagine e con il proprio destino. In una parola, una Catanzaro «un po’ più felice»: definizione semplice solo in apparenza, che racchiude, forse, l’ambizione più alta e più difficile della politica contemporanea.

