Schieramenti pronti

Comunali 2022: a Palmi 3 candidati a sindaco e 14 liste, ma il Pd è il grande assente

VIDEO | Mentre nel centrodestra tutti i partiti sono scesi in campo per sostenere Barone, il sindaco escente Ranuccio guida una coalizione di civiche in cui spicca l'assenza dei Dem

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di Agostino Pantano
15 maggio 2022
15:05

Previsioni rispettate a Palmi: così dicono i 3 contendenti subito dopo aver presentato le 14 liste che delineeranno il prossimo consiglio comunale.

L'uscente Giuseppe Ranuccio, il suo predecessore Giovanni Barone e il terzo "scomodo" Pino Ippolito - in ogni caso - non rinunciano alle prime stoccate, sebbene tutti auspichino una campagna elettorale non velenosa e misurata sui contenuti e non sulla polemica.


A ben vedere la sfida di Palmi fotografa una sorta di passo indietro degli schemi che vanno per la maggiore oggi. Si, c'è il terzo polo della sinistra movimentista - Ippolito era candidato con De Magistris alle regionali e 5 anni fa per 17 voti non andò al ballottaggio - e poi c'è un centrodestra più unito che mai, con Barone che ha fatto il miracolo di far sedere allo stesso tavolo spezzoni che magari sembravano incompatibili (l'ex consigliere regionale forzista Giannetta aveva perso il posto a Palazzo Campanella a favore di Mattiani, entrambi oggi hanno messo su una lista  a testa), ma è quel che sta fuori che fa notizia.

Nelle 5 liste schierate dall'ex Dem Ranuccio, manca proprio il Pd. O meglio, qualche candidato espressione del Circolo appena rifondato ci sarebbe - in primis la consorte del segretario Galletta - ma la scelta che predomina in questo campo di chi ha amministrato 5 anni è comunque quella del civismo. Non ci sono simboli di partito con Ranuccio, ma ci sono sparpagliati nelle sue liste esponenti dei 5stelle e fuoriusciti dei 5stelle, come pure ex Pdl o figure cittadine in vista espressioni della destra.

E mentre Ranuccio enfatizza il dinamismo dei cantieri aperti, con Barone che l'accusa di laurismo - e quindi di promesse elettorali a condizioni che... -, resterà da capire a che prezzo politico e d'immagine l'ex sindaco Barone sia riuscito a mettere d'accordo i grandi elettori e i leader di uno schiramento che storicamente in città è stato sempre diviso, anzi lacerato: basti pensare che 5 anni fa i candidati a sindaco furono addirittura 5 e ben 3 provenivano da quel centrodestra che oggi è unito. 

Giornalista
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