I Democratici per la Calabria, la frangia interna all’opposizione del partito guarda anche ai prossimi impegni e rivela che «nei circoli più importanti e con più iscritti della nostra federazione, Cosenza e Corigliano Rossano, solo un terzo degli aventi diritto è andato a votare»
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«Il congresso regionale svoltosi domenica scorsa e la rielezione di Irto dovrebbero portare tutti e soprattutto i gruppi dirigenti, responsabilmente, a valutazioni e ragionamenti sereni, reali e concreti, coscienti che negare e nascondere le difficoltà politiche e di partecipazione riscontrate al congresso regionale non serve al Pd e tanto meno ai suoi gruppi dirigenti». È quanto dichiarano in una nota i Democratici per la Calabria, la frangia all’“opposizione” in seno al Partito democratico.
«Le valutazioni critiche da noi espresse da più tempo sullo stato del partito in Calabria hanno trovato ancora una volta purtroppo conferma. Un congresso regionale che non è mai decollato e che non ha trovato la giusta attenzione ed il giusto interesse non solo nella società civile calabrese, ma neanche tra gli attori della politica e degli stessi partiti ed ancora più grave nello stesso corpo del partito sempre purtroppo più rinsecchito. Nei circoli più importanti e con più iscritti della nostra federazione, Cosenza e Corigliano Rossano, solo un terzo degli aventi diritto è andato a votare; mentre costatiamo con stupore che dai dati forniti dalla federazione sono tanti i piccoli circoli che da tempo non svolgono più iniziativa politica e dove invece l'affluenza al voto sembrerebbe essere stata del 100% degli aventi diritto».
«Servono discontinuità e alleanze col civismo di sinistra»
Secondo Sergio De Simone, coordinatore dei DpC, «una giusta consapevolezza di queste difficoltà imporrebbe da parte di tutti la responsabilità e la consapevolezza che è necessario una forte discontinuità nel modo in cui è stato gestito nel passato il partito calabrese e la consapevolezza che è necessario aprire una fase nuova di rilancio del Pd calabrese e cosentino. Un'azione di rilancio organizzativo del partito non può che misurarsi sul terreno concreto dell'azione politica a partire dalla urgente necessità di costruire una proposta politica e programmatica regionale credibile e competitiva nei confronti di un centrodestra a guida Occhiuto, individuando alleanze politiche e sociali che vadano oltre i partiti del centrosinistra e che coinvolgano quel civismo di sinistra che si esprime nelle tante ed importanti esperienze amministrative civiche di sinistra».
I DpC invitano a guardare – alla luce dei risultati ottenuti alle Europee – anche ai partiti che «si richiamano al centrosinistra e che sono all’opposizione del governo Meloni, competitivi ed altrettanto forti, numericamente e percentualmente, a partiti di centrodestra, nonostante l’insuccesso del Pd» e partire da questi punti per «aprire la discussione interna congressuale e quella successiva nel PD».
«Si guardi alle regionali senza supponenza e arroganza»
Per i DpC serve, quindi, «un partito plurale, aperto che si contamina nel confronto con le altre forze politiche e sociali e senza supponenza avvi anche il confronto con i tanti che negli ultimi anni si sono allontanati dal Pd o sono stati costretti a farlo e che svolgono un impegno civico e politico nelle tante associazioni presenti nella nostra Regione. Un Pd in cui i suoi gruppi dirigenti siano consapevoli che il nostro partito non è l’unico protagonista, ma uno dei tanti soggetti legittimati al confronto per la costruzione di una alleanza politico programmatica capace di essere competitiva e vincente. Supponenza ed arroganza nel periodo che ci separano dalla elezioni sono due mali da rigettare e questo vale non solo per il PD, ma per tutti gli attori in campo. Non esiste possibilità di vittoria per il centrosinistra in Calabria se si pensa di delegittimare e destrutturare qualcuno dei soggetti protagonisti della alleanza. Questa discussione e confronto, mancato nella fase congressuale regionale, sarebbe da recuperare, per quanto possibile, nei prossimi congressi di federazione, evitando caminetti e false contrapposizioni. Questo è lo spirito che mi e ci caratterizzerà – conclude De Simone – nella discussione che spero questa volta verrà sviluppata nel congresso provinciale di Cosenza».