Vitalizi Calabria, psicodramma in Consiglio: Tallini convoca seduta per abrogare la legge

Dopo l'articolo di LaC News24 che ha raccontato le modalità con le quali è stata approvata la nuova legge vergogna è scattata la corsa all'abrogazione

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di Riccardo Tripepi
31 maggio 2020
15:56
Il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini
Il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini

La vicenda inizia ad assumere i contorni del dramma psicologico. Dopo l’articolo pubblicato da LaCnews24 subito dopo il Consiglio regionale che ha approvato la modifica alla legge sui vitalizi che li concede anche a a chi dovesse vedere la sua elezione annullata, la “frittata” ha avuto una eco nazionale. Da ultimo perfino Luigi Di Maio è intervenuto per chiedere alla Calabria di tornare sui suoi passi.

 


Già qualche giorno dopo l’approvazione di una legge palesemente incostituzionale e contra legem che aveva l’obiettivo di dare il vitalizio anche a chi non avesse diritto di ricoprire il ruolo di consigliere regionale, è iniziato un fenomeno di rimozione della realtà. E così i vari gruppi consiliari, uno dopo l’altro, hanno cominciato a prendere le distanze dalla legge che avevano approvato all’unanimità.

 

Il testo era stato sottoposto alla Conferenza dei capigruppo è sottoscritto da tutti i presidenti dei partiti. Poi, arrivato in Aula, è stato approvato, nuovamente all’unanimità, da maggioranza e opposizione.

 

Magicamente, dopo che LaCnesw24 ha denunciato l’accaduto e il tema è stato ripreso dalla stampa regionale e nazionale, i partiti hanno iniziato un imbarazzante balletto. Il gruppo di Callipo “ha sottovalutato”, Francesco Pitaro ha depositato una legge per abrogare l’aborto giuridico di qualche giorno prima, il Pd ha ammesso l’errore ma non di aver sbagliato, Fdi e Lega hanno annunciato il deposito di un’altra proposta di abrogazione.

 

Alla fine, sotto pressione come non mai, il presidente del Consiglio Mimmo Tallini ha superato tutti nella gara ad ammettere di avere sbagliato dopo essere stati colti con le mani nella marmellata e, senza consultare i capigruppo, ha diramato la convocazione del Consiglio per mercoledì 3 giugno con un solo punto all’ordine del giorno: “Proposta di legge di iniziativa del Consigliere regionale Tallini, recante: “Abrogazione della legge regionale n. 5/2020 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)” Relatore: Consigliere Mancuso».

 

La seduta, anche stavolta, si svolgerà a porte chiuse e con la stampa rigorosamente fuori da palazzo Campanella nonostante la Regione sia a contagio zero da giorni e sia stata aperta al turismo. L’unica zona inaccessibile rimane il Consiglio regionale, ma questo non impedirà certo ai giornalisti di raccontare tutto quello che succede dentro il palazzo.

 

«Non possono esserci ombresottolinea Tallini annunciando la convocazione in seduta straordinaria – sull’azione di un Consiglio regionale appena insediato e che già ha dimostrato di lavorare con impegno e senso di responsabilità in un momento così delicato per la vita del Paese e della Calabria. Errori di valutazione e probabilmente un’analisi superficiale del provvedimento in questione possono e debbono essere riconosciuti con onestà. E’ però altrettanto necessario dire chiaramente che non c’è stato alcun tentativo di ripristinare i vecchi vitalizi che sono stati aboliti durante la legislatura di Scopelliti e poi adeguati al contributivo con la legge regionale n. 13 del 2019».

 

Benissimo, nessuna ombra e nessuna strumentalizzazione. In particolare si aspetta di sapere cosa pensavano di fare i consiglieri regionali dalle 20.39 alle 20.41 dello scorso 26 maggio quando all’unanimità hanno approvato una legge vergogna, indegna di un Paese civile. E ancora più grave perché accorda privilegi nella Regione più povera d’Italia e con le famiglie che non mettono insieme i soldi di pranzo e cena dopo l’epidemia Covid. Stavolta si aspettano spiegazioni puntuali. Non basta dire: si torna indietro. I calabresi hanno diritto di capire chi ha scritto la legge, perché è stata approvata all’unanimità e perché adesso viene abrogata.

Giornalista
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