Corigliano Rossano, il pozzo contaminato diventa un caso politico: tensioni nella maggioranza

VIDEO | Il sindaco Stasi ha in mente di revocare l’incarico fiduciario al dirigente del settore Ambiente ma è tenuto dalla giacca da chi lo invita alla prudenza. E la vicenda finisce in Procura 

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di Matteo Lauria
14 settembre 2020
09:36

La questione del pozzo contaminato di Via Vieste a Corigliano, area Schiavonea, avrebbe incrinato il rapporto di fiducia tra il sindaco Flavio Stasi e il dirigente del settore n.13 “Ambiente ed energia” , delle reti manutentive e della protezione civile, Ing. Francesco Amica. Sulla vicenda i cittadini sono scesi in piazza e, come se non bastasse, fioccano anche più denunce presso la procura della repubblica del tribunale di Castrovillari. Preso di mira quel pozzo verso cui il dirigente Amica avrebbe delle responsabilità circa la ferma determinazione di voler procedere alle trivellazioni nonostante la consapevolezza di alcune criticità e in mancanza di un campionamento preliminare. Quel pozzo d’altronde presentava già nutriti sospetti storici, secondo alcune testimonianze.

Provvedimento di revoca al dirigente Amica

In queste ore è al vaglio del primo cittadino l’ipotesi di una revoca al professionista a cui si imputano delle responsabilità. Alcune indiscrezioni riportano la tesi secondo cui il dirigente Amica avrebbe già impacchettato le valigie. Tuttavia, di sicuro, non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi. Pertanto se rottura dovesse esserci tra le parti,  il tutto sarà demandato a un atto di revoca da parte del primo cittadino. Lo stesso che, non più di qualche mese fa, gli rinnovava l’incarico fiduciario. Che, tuttavia, ha scadenza al 31 dicembre 2020.


Pressioni politiche e visioni diverse

Quel che si paventa è un vero e proprio “caso Amica” che potrebbe tradursi in uno scontro politico all’interno della stessa maggioranza, ma non tanto sul merito della scelta di sfiduciare un professionista, quanto cui criteri e sulla opportunità. Alcuni settori della maggioranza nel porsi qualche dubbio circa le responsabilità di Amica sulla vicenda del pozzo, sostengono la tesi secondo cui la decisione di un eventuale strappo sia da posticipare alla scadenza naturale del contratto, considerato che manca solo qualche mese. E tutto questo al fine di scongiurare l’apertura di eventuali contenziosi tra le parti.

I silenzi del sindaco e la volontà di procrastinare

Il massimo rappresentante dell’esecutivo si è chiuso, sul punto, in un assordante silenzio. Fonti a lui vicine, gli attribuiscono uno scatto d’impeto nel voler procedere alla sostituzione della dirigenza in questione. E, come spesso accade in politica, probabilmente si è visto costretto a tirare il freno in attesa che si riescano a oleare e ad equilibrare le frizioni interne alla coalizione.    

 

 

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