Il sindaco di Zambrone che guida l’Ente dal 2023 incassa le dimissioni di 7 consiglieri su 10 senza fare una piega: «Comunque il Consiglio sarebbe scaduto a febbraio». Ora indirà nuove elezioni: «Voto entro tre mesi»
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«Dimettermi? Assolutamente no. Non ho mai pronunciato questa parola e non intendo farlo ora. Il giorno in cui dovessi decidere di lasciare lo farò liberamente, senza pressioni esterne». Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Corrado L’Andolina, non cambia strategia nonostante oggi sette consiglieri su dieci si siano dimessi al termine di una seduta del Consiglio provinciale che è comunque riuscita a varare il bilancio e, dunque, l’avvio dell’iter di stabilizzazione per i 35 Tirocinanti d’inclusione sociale in forza all’Ente. Le dimissioni di massa rappresentano l’epilogo di un lunghissimo braccio di ferro politico tra L’Andolina (Fi) e la sua “maggioranza” nella quale i confini tra Centrodestra e Centrosinistra sono diventati sempre più evanescenti nel corso del tempo.
Il presidente, dunque, resta al suo posto e indirà nuove elezioni che si dovranno tenere entro 3 mesi, come prevede la legge Delrio, senza nessuna garanzia però che il Consiglio provinciale che verrà sia in maggiore sintonia con chi lo guida. «Sì - continua - resto al mio posto e gestirò come è giusto che sia questa fase delle elezioni. Vedremo cosa succederà con il nuovo Consiglio. Adesso ciò che mi interessa maggiormente è ribadire che oggi tutti i punti all'ordine del giorno sono stati regolarmente licenziati. Questa è una buona notizia per l'Ente che al 14 ottobre pone al sicuro tutti i suoi adempimenti istituzionali. Una buona notizia anche per i tirocinanti, perché l’approvazione del bilancio consolidato consente di avviare l’iter di stabilizzazione».
Poi, L’Andolina torna sulle dimissioni dei consiglieri: «Ci tengo a sottolineare che questo implicherà solo il rinnovo del Consiglio provinciale, mentre il presidente resta in carica e nel pieno esercizio delle sue funzioni. Le mie sorti, in qualità di presidente, non sono minimamente collegate al Consiglio».
Resta il dato politico, con le dimissioni di 7 consiglieri su 10, l’elefante nella stanza che il presidente sembra non vedere affatto. E così, calendario alla mano, minimizza: «I consiglieri in carica avrebbero terminato il loro mandato per scadenza naturale a febbraio, quindi da un punto di vista pratico gli effetti saranno minimi, visto che la nuova Assemblea verrà eletta tra dicembre e gennaio. Certo, da un punto di vista politico mi dispiace che ci sia stato questo epilogo». Ma tant’è. Di sue dimissioni, come accennato, non ha nessuna intenzione di parlare e la possibilità che il nuovo Consiglio gli sia magari anche più ostile non sembra preoccuparlo: «Non ho idea di quella che sarà la composizione della nuova Assemblea. Io comunque mi avvierò alla fase conclusiva del mio mandato che scade a gennaio 2027. Con il nuovo Consiglio vedremo come va, non è una previsione che mi sento di fare oggi».