Crotone, nemmeno il Covid distoglie la Lega dalla crociata contro il “gender”

Il carroccio nella città di Pitagora "provoca" sui diritti civili e la maggioranza di Vincenzo Voce ci casca di nuovo e si spacca per la seconda volta 

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di Alessia Bausone
29 gennaio 2021
18:35
Cavallo e Cerelli
Cavallo e Cerelli

Non solo è una delle province più povere d’Italia, ma secondo la classifica dello scorso mese del Sole 24 Ore, Crotone è anche la provincia fanalino di coda come qualità della vita in Italia. Crotone città finisce al 107esimo posto della classifica e il coronavirus non aiuta certo il rilancio che invece sarebbe necessario.
Per la Lega, però, dopo aver presentato e fatto approvare dalla maggioranza “tansiana” di Vincenzo Voce, tra mille polemiche, una mozione contro la proposta legge contro l’omofobia che porta la firma del deputato Alessandro Zan, ora rilancia lanciando il pericolo di “indottrinamento gender” nelle scuole. Un cavallo di battaglia del senatore leghista Simone Pillon, patron del “Family Day”, che come primo atto parlamentare, oltre al gender, lanciò anche il pericolo di stregoneria nelle scuole; ma anche di Giancarlo Cerrelli, segretario provinciale della Lega pitagorica, esponente dei “giuristi per la vita” che con la sua longa manus nel consiglio comunale a maggioranza tansiana, Marisa Luana Cavallo, fa della “lotta al gender” una priorità nell’attività politica sul territorio e in città.

La denuncia di Cerrelli-Cavallo, gender all’Istituto Pertini–Santoni di Crotone

Una settimana all’Istituto Pertini – Santoni di Crotone si è semplicemente tenuto un incontro sui migranti LGBTI*, organizzato Comitato Tre Ottobre, con la partecipazione di Amnesty International –Italia, Scuola Superiore Sant’Anna, Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta), Asgi( Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e Compagnia di San Paolo, ma è bastato il titolo per innescare la polemica politica.


Per i due leghisti “pro-life” Cerrelli e Cavallo c’è un pericolo più allarmante della pandemia. «All’istituto Pertini - Santoni il vero pericolo non è il covid, ma l’indottrinamento “gender” che i nostri giovani rischiano di subire inavvertitamente e artatamente attraverso incontri, che con la scusa di educare all’accoglienza e al rispetto della diversità, propiziano, invece, il superamento dei concetti di “normalità” e di “natura”, così da rendere la prospettiva educativa e antropologica dei nostri giovani inevitabilmente sempre più fluida e relativista» dichiara il duo “GiancarloGiorgettiano” . «È inquietante» – aggiungono - «Che in una scuola si organizzino incontri per studenti ancora in fase di maturazione – tra l’altro con la condivisione inopportuna dell’iniziativa da parte del sito web del Comune di Crotone – che facendo leva sull’emotività dei ragazzi e per mezzo dell’uso di una retorica già ben sperimentata in altre parti d’Italia, da parte di gruppi che si muovono nella galassia di sinistra e in quella LGBTIQA, si tenti di sdoganare una visione antropologica che rischia di confondere i giovani studenti, proprio nella fase più delicata della formazione della loro identità sessuale».

La “stilettata” di Tesoro Crotone e Stanchi dei Soliti alla Lega

A rispondere in maniera netta sono state le consigliere comunali di “Tesoro Crotone” Danila Venneri e Paola Liguori e le consigliere comunali della lista “Stanchi dei soliti” Floriana Mungari e Chiara Capparelli.
Per le consigliere di maggioranza: «Si vuole ancora una volta, tentare di reprimere il concetto di società aperta e inclusiva imponendo il divieto anche solo di “parlare” di qualsiasi cosa che non rientri nella morale, intesa alla Salviniana maniera, mentre ritentiamo che sia propria la scuola il luogo più adatto per trattare i temi della non discriminazione e delle libertà .... Inquietante é il voler mettere le bende agli occhi non accettando che nel mondo esistono le diversità, che non sono caratterizzazioni o ghettizzazioni, ma semplicemente prendere atto che la perfezione sta proprio nelle specialità. Quelle specialità che l’essere umano, per meglio dire la natura, manifesta in ogni sua meravigliosa forma. Quello che traspare sembra più un uso scellerato dei mezzi di comunicazione per propagandare un obsoleto bigottismo, mai giustificato, seppur comprensibile, da una generazione ancorata a dogmi storici e non di certo da una giovane donna che dovrebbe essere per sua natura simbolo del progresso e dell’emancipazione e che preoccupa soprattutto per il suo ruolo di componente di commissione pari opportunità che quelle diversità dovrebbe tutelare».

La maggioranza di Voce si spacca di nuovo sui diritti civili

Le quattro consigliere, però, hanno tirato contemporaneamente una stilettata ad alcune colleghe di maggioranza, in particolare alla consigliera comunale di “Città libera” Carmen Giancotti, divenuta presidente della commissione comunale pari opportunità con uno sponsor d’eccezione, il consigliere comunale Fabrizio Meo, vera spina nel fianco (interna) di Vincenzo Voce. «La cosa ancor più grave é che il tutto sia avvenuto nel giorno della prima seduta di commissione pari opportunità, dove si è potuto poco discutere del problema perchè chi la presiede, pur avendo a sua firma inviato uno struggente comunicato sull’olocausto non lo ha ritenuto un argomento da dibattere in quella sede e dunque chiediamo a gran voce (perchè temiamo di non aver ben compreso il ruolo che pure abbiamo accettato) quale sia il nostro ruolo e quale quello di una commissione che dovrebbe tutelare e dare voce a ogni pari opportunità????» hanno dichiarato le quattro consiglieri comunali che sono anche componenti della commissione pari opportunità.

Oltre alla Giancotti, però, c’è chi giura che la sciabolata sia rivolta anche alle consigliere di “Crotone Cambia” Antonella Passalacqua e Giada Vrenna e delle due consigliere di “Tesoro Calabria” Anna Maria Rita Cantafora e Ginetta Tallarico. Insomma, gli strascichi dell’approvazione della “mozione Cavallo” contro il Ddl Zan coi voti di parte della maggioranza consiliare si fanno nuovamente sentire e le “provocazioni” politiche dell’unica consigliera comunale della Lega rischiano di fare a brandelli la nervosa maggioranza tansiana che, sul tema dei diritti, è più divisa che mai.

Giornalista
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