Il centrosinistra si prepara alle Regionali in ordine sparso, mentre la maggioranza registra segnali d’allarme dalle amministrative nei territori. Il Pd però non ne approfitta: il congresso provinciale di Cosenza è il prossimo fronte caldo
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Il centrosinistra viaggia in ordine sparso, ma si lancia alla rincorsa del centrodestra in ottica elezioni regionali. L’esito delle comunali di ieri ha consegnato al presidente Occhiuto un messaggio chiaro: la macchina da guerra che stravinse nel 2021 è andata a sbattere sui territori. Nel centrodestra Fratelli d’Italia ha sparato a salve la prima cartuccia con Ghionna: a Rende troppo basso il risultato ottenuto dal presidente dell’ordine degli ingegneri di Cosenza.
Questa però, è tutta un’altra storia: in Forza Italia (che ha incassato il risultato di Iacobini a Cassano, ndr) pare infatti che nessuno abbia dimenticato lo scarso impegno al referendum della città unica dello scorso primo dicembre.
Il messaggio che Rende lancia ad Occhiuto
Il centrodestra, però, non ha impattato contro il Pd, che in provincia di Cosenza non ha praticamente gareggiato e dove l’ha fatto non ha toccato palla. È questo il tema più grande su cui Irto, appena rieletto segretario del partito con una mozione unitaria ma non digerita da tutti, dovrà riflettere.
Emblematico il caso di Rende, dove il centrosinistra si è frantumato in tre pezzi. I riformisti erano a sostegno del nuovo sindaco Sandro Principe che aveva chiesto un plebiscito dai nostri microfoni e lo ha puntualmente ottenuto. Il Pd ha deciso invece di sostenere Giovanni Bilotti insieme all’ex primo cittadino Marcello Manna, mentre M5S e Avs hanno optato per la barricadera Rossella Gallo.
Le urne hanno sentenziato che a Rende il centrosinistra è solo e soltanto l’ex onorevole. E a cascata il resto del mondo. Perché la balcanizzazione dell’area progressista si è rivelata deleteria ovunque tranne dove ci si è presentati fianco a fianco, anche a margine di aspre discussioni.
Il congresso provinciale del Partito Democratico
Se Irto dovrà interrogarsi a livello regionale, a livello provinciale toccherà al nuovo segretario. I dem sono usciti con le ossa rotte: hanno perso a Paola, Cassano e Rende e non ha nemmeno presentato le liste a Scalea e Cetraro (dove vantava il sindaco uscente). Il segretario Pecoraro ha chiuso la sua esperienza lasciando trapelare di non volersi ricandidare e non lo farà. Il nome di Giuseppe Mazzuca, svelato dal nostro network, al momento è l’unico sul tavolo.
Il punto di domanda più grande riguarda il peso che Cosenza eserciterà sul resto della provincia. In città ci sono 240 tessere su circa 2500 totali. Se non si arriverà ad una candidatura forte e condivisa dalle singole aree, potrebbero riemergere antichi dissapori tra le famose correnti. Dopo il periodo delle amministrative, il congresso del Pd è già da oggi il nuovo fronte da seguire con attenzione.