«È un fatto di scelte. Noi chiediamo al Governo prima e al Parlamento dopo di scegliere rispetto alle priorità di questo Paese e in questo caso di questo territorio. Noi abbiamo provato a costruire una proposta politica che tenga assieme l'esigenza e il bisogno dei territori ma anche la realizzabilità degli emendamenti, quindi con una copertura finanziaria. Basta pensare che in questa manovra hanno avuto la capacità di mettere d'accordo tutti, dal sindacato agli industriali, sono tutti d'accordo che è una manovra che non dà respiro, non da prospettiva».

Il segretario regionale del Partito democratico, Nicola Irto, è netto nel suo giudizio alla Finanziaria, quando parla di «manovra iniqua che spinge sulle disuguaglianze, non aiuta i redditi bassi, non aiuta a garantire la casa soprattutto ai giovani, non garantisce lo sblocco delle liste d'attesa, non garantisce gli investimenti sulla scuola, sull'università, insomma come l'hanno definita tutti quelli che sono stati in audizione, è una manovra piccola, che non dà futuro per il Paese».

Misiani: «Questo è il Governo più antimeridionalista degli ultimi decenni»

Il Partito democratico per questo ha messo nero su bianco una serie di emendamenti alla manovra di Bilancio, sottolineando con Antonio Misiani, responsabile nazionale Economia per il Partito democratico intervenuto all’incontro, che le opposizioni in Parlamento hanno dato vita anche ad una sorta di Programma economico da opporre al governo del centrodestra. «Una manovra assolutamente inadeguata ad affrontare i nodi principali del Paese – esordisce Misiani -. Lo dicono i numeri stessi del Governo. La legge di Bilancio non ha nessun effetto sulla crescita, nessun effetto sui consumi ed è addirittura depressiva sugli investimenti».

Il Mezzogiorno in tutto questo, per Misiani, recita la parte della Cenerentola. «Questo è il Governo più antimeridionalista degli ultimi decenni e – rimarca - purtroppo anche questa legge di Bilancio lo conferma».

Il responsabile Economia per i dem parte dalle risorse bloccate per il Ponte - «proponiamo di definanziare questo investimento e di restituire le risorse a Sicilia e Calabria» - da reinvestire in infrastrutture: «Quando noi eravamo al Governo con il Conte 2 avevamo creato il Fondo Perequativo Infrastrutturale proprio per aiutare questi territori, 4,6 miliardi. Il Governo Meloni l'ha tagliato e ne sono rimasti 700 milioni. Quelle risorse vanno ripristinate, vanno restituiti i soldi per gli investimenti dei Comuni. Se non si migliora la rete viaria, le ferrovie locali, il sistema portuale, possiamo fare tutti i ponti che vogliamo ma sono ponti tra il nulla».

C’è poi il nodo sanità al centro dei pensieri del Pd. «Il finanziamento per la sanità pubblica – aggiunge Misiani - scenderà da qui al 2028 al 5,9% del PIL. È il livello più basso dal 2004, questa è la verità. Oggi 5,8 milioni di italiani, uno su dieci, rinunciano a curarsi perché le liste d'attesa sono infinite e non hanno i soldi per andare nel privato. Nel Mezzogiorno la situazione è addirittura peggiore. La sanità va rifinanziata perché dobbiamo garantire un diritto essenziale che la Costituzione riconosce a tutti i cittadini».

L’appello di Irto ai senatori calabresi: «Sostenete gli emendamenti»

«Siamo una grande forza politica che non possiamo limitarci solo alla critica, quella la facciamo, la faremo anche oggi, ma accanto a quella noi abbiamo presentato tantissimi emendamenti di rango nazionale, sul tema del lavoro, sui precari, sulle liste d'attesa, sulla sanità pubblica, ma poi abbiamo fatto anche degli emendamenti che riguardano il Sud, la Calabria, infrastrutturali».

Tocca al segretario regionale dem illustrare il contenuto degli emendamenti che sono emendamenti «realizzabili, anzi – aggiunge - visto che la manovra quest'anno parte dal Senato, quindi è lì che è possibile modificarla, spero che i parlamentari ma soprattutto i senatori, in questo caso calabresi, possano accogliere questi emendamenti perché sono realizzabili, ci sono le coperture finanziarie per farlo, sono emendamenti che appunto vogliono puntare a migliorare». A partire proprio dal nodo infrastrutturale. D’altra parte Irto ricorda che in questa manovra c'è un taglio lineare a tutte le infrastrutture in corso in Italia. «In particolar modo in Calabria c'è un taglio sulla 106 e noi emendiamo per poter ristabilire quel finanziamento, prevediamo un investimento importante sulla Bovalino-Bagnara che è un'opera che ci chiedono i cittadini, perché i sindaci hanno riattualizzato un'opera che rappresenta una trasversale per questo territorio che è molto utile. Abbiamo fatto un emendamento per creare dello Stretto un vero e proprio luogo intermodale in cui ci sarà la possibilità anche di un collegamento diretto tra Messina e l'aeroporto dello Stretto»

C’è poi il tema ponte sullo Stretto, che rimane su un terreno di scontro tra governo e opposizione. «La nostra posizione è chiara, ma c'è un fatto, l'opera è bloccata. Noi chiediamo che quelle risorse si rimettano dove le abbiamo prese, cioè dal Fondo di Coesione di sviluppo di Calabria e Sicilia, affinché tornino a fare quello per cui erano state previste, cioè investimenti sulla sanità, sulle scuole, sulle infrastrutture, sulle aree interne».

La madre di tutte le battaglie rimane comunque quella della salute. Irto parte da un dato, la sanità in Calabria continua a essere commissariata nonostante i proclami della campagna elettorale da parte del centrodestra. «Segnalo il dato ultimo dei 308 milioni, quindi in aumento, di quanto la Calabria paga alle altre regioni d'Italia per i calabresi che vanno via a curarsi. Quel dato però non ci basta, io stesso ho fatto un'interrogazione al Ministro della Salute in cui chiedo che quel numero di 308 milioni in aumento rispetto al passato diventi un numero in valore assoluto, cioè noi vogliamo sapere quanti calabresi ogni anno partono dalla Calabria per andare fuori. Perché dico il numero in valore assoluto? Perché accanto a quei 308 milioni che la regione paga alle altre regioni c'è un differenziale, c'è un'altra quota che è la spesa che i calabresi fanno per partire, per mangiare, per dormire nelle altre regioni d'Italia, quindi c'è un'altra tassa in più che i calabresi pagano. Di fatto – è la conclusione di Irto - la Calabria è diventata un bancomat delle altre regioni d'Italia, quindi questo noi dobbiamo dirlo, dobbiamo denunciarlo con forza, dobbiamo dire che nella manovra di bilancio non c'è niente per sanare tutto questo».

Irto: «I risultati elettorali dicono che l’alternativa è possibile»

C’è anche il tempo per una battuta sui risultati delle ultime elezioni regionali: «I risultati di Puglia e Campania dicono che intanto l'alternativa è possibile a livello nazionale, che il buon governo uscente di quei territori è stato premiato, che il Partito Democratico in valori assoluti è il primo partito d'Italia nelle 13 regioni dove si è votato. Abbiamo aumentato ovunque, anche in Calabria, anche in Abruzzo dove si è perso, anche in Liguria dove si è perso, abbiamo fatto dei risultati importanti dove si è vinto, dimostra che l'alternativa non solo è possibile ma è realizzabile, è molto vicina, abbiamo fatto una coalizione molto larga che ci fa pensare davvero che noi possiamo dare un futuro a questo Paese».

Secondo Irto, il segnale che tutto questo funziona lo dimostra il fatto che «il giorno dopo le ultime elezioni regionali il centrodestra si sta subito preoccupando di modificare la legge elettorale, perché capisce che con questa legge elettorale non vincono le elezioni, ma noi dobbiamo puntare a vincere le elezioni non per una questione di parte politica, perché lo dice una manovra finanziaria che non dà prospettiva».

I numeri nel dettaglio

In particolare, negli emendamenti del Pd sono previsti: l’incremento di quasi 50 milioni di euro per l’asse Sibari-Catanzaro della Statale 106; 150 milioni nel 2026 per avviare la strada veloce e indispensabile Bovalino-Bagnara; fondi per il Waterfront e il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; 40 milioni per la rigenerazione urbana del Sin di Crotone; 25 milioni nel 2026 per il collegamento intermodale veloce tra il porto di Messina e l’aeroporto di Reggio Calabria e nuove risorse per il trasporto pubblico locale e l’intermodalità nell’area metropolitana reggina; l’istituzione di un fondo da 100 milioni l’anno (2026-2028) per il trasporto pubblico locale nelle aree interne. In parallelo, una serie di emendamenti dei dem punta a bloccare i tagli governativi ai programmi del Mit su strade, ferrovia, navigazione e mobilità locale