La decisione assunta dal governatore della Calabria ha scosso la politica regionale. E non mancano reazioni da Roma
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Nella foto Salvini e Bonelli
Le dimissioni del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, scuotono la scena politica nazionale. Una decisione clamorosa, annunciata dallo stesso governatore sui social e destinata a cambiare profondamente gli equilibri in vista delle elezioni anticipate.
Occhiuto ha deciso di lasciare il suo incarico per «restituire la parola ai cittadini», in un contesto segnato dall’inchiesta che lo vede coinvolto per presunti episodi di corruzione. Una mossa che ha sorpreso molti, ma che lo stesso Occhiuto ha rivendicato come «un atto di responsabilità», ribadendo l’intenzione di ricandidarsi alla guida della Regione.
Salvini: «Ha fatto bene»
Tra i primi a commentare le dimissioni, il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che ha espresso pieno sostegno all’ormai ex governatore:
«Oggi c’è la notizia che si vota in anticipo anche in Regione Calabria. Ha fatto bene Occhiuto: piuttosto che tenere la macchina ferma aspettando mesi e mesi per le indagini, chiede la fiducia non ai magistrati ma ai cittadini».
Bonelli (Avs): «Una mossa spregiudicata per evitare lo scontro con FdI»
Di tutt’altro tenore la reazione di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, che attacca duramente Occhiuto:
«Si dimette da presidente della Regione annunciando che si ricandiderà. Sceglie la strategia del vittimismo perché è sotto inchiesta per corruzione e accusa la politica di bloccarlo. Ma non è lui il presidente della Regione?»
«Occhiuto anticipa le elezioni per evitare di non essere ricandidato da Fratelli d’Italia – continua Bonelli -, che con il 27% dei consensi potrebbe pretendere la guida della Regione, mentre Forza Italia, ferma all’8%, ha già quattro presidenti». E conclude: «È un uso spregiudicato delle istituzioni. Come AVS siamo pronti: abbiamo uomini e donne capaci di governare e di porre fine al malgoverno della destra, che ha messo in ginocchio la Calabria».