Il presidente ha sfruttato i social media per trasformare una situazione di crisi in un’opportunità per rilanciare la sua immagine e consolidare il suo ruolo di leader
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La decisione del governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, di rassegnare le dimissioni, annunciando contestualmente la sua ricandidatura, rappresenta un caso emblematico per analizzare le strategie di comunicazione politica in un contesto regionale complesso come quello calabrese. Questo gesto, apparentemente contraddittorio, si inserisce in un panorama sociale e politico caratterizzato da sfiducia istituzionale, polarizzazione e una lunga storia di difficoltà amministrative. Occhiuto ha sfruttato con una certa abilità i canali comunicativi, in particolare i social media, per trasformare una situazione di crisi – legata a un’indagine per corruzione – in un’opportunità per rilanciare la sua immagine e consolidare il suo ruolo di leader. L’analisi si concentrerà su tre dimensioni: il contesto socio-culturale calabrese, le strategie di comunicazione adottate e il loro impatto antropologico sulla percezione del potere e della leadership.
La Calabria è una regione segnata da una storia di marginalità economica, sociale e politica, con un tessuto culturale che alterna un forte senso di appartenenza comunitaria a una radicata diffidenza verso le istituzioni. Questo dualismo si riflette nel rapporto tra cittadini e classe politica, spesso percepita come distante o compromessa. Le inchieste giudiziarie che coinvolgono i governatori calabresi sono diventate una sorta di "rito ricorrente", come evidenziato da Occhiuto stesso, che nel suo videomessaggio sottolinea come negli ultimi trent’anni i presidenti regionali siano stati regolarmente travolti da scandali, portando a un immobilismo amministrativo devastante.
In questo contesto, la comunicazione politica assume un ruolo cruciale per costruire legittimità e fiducia. La sfiducia verso le élite politiche, alimentata da decenni di promesse non mantenute e scandali, crea un terreno fertile per strategie comunicative che enfatizzano trasparenza, autenticità e coinvolgimento diretto dei cittadini. Tuttavia, la Calabria è anche una regione in cui il carisma personale e la capacità di incarnare un "progetto di riscatto" sono elementi antropologicamente rilevanti. Occhiuto sembra aver compreso questa dinamica, utilizzando le sue dimissioni non come un atto di resa, ma come una mossa proattiva per riaffermare la sua leadership.
Le strategie di comunicazione adottate da Occhiuto si basano su un uso sofisticato dei social media, un linguaggio diretto e una narrazione che si allinea ai codici culturali locali.
Occhiuto ha scelto di annunciare le sue dimissioni e la ricandidatura attraverso un videomessaggio diffuso sui social media, registrato nel cantiere della metropolitana di Catanzaro. Questa scelta non è casuale: i social media, in particolare piattaforme come Instagram e Facebook, permettono un contatto diretto con i cittadini, bypassando i filtri dei media tradizionali, spesso percepiti come ostili o sensazionalistici in Calabria. Il video, breve e incisivo, è stato confezionato con cura, utilizzando un linguaggio visivo che enfatizza il progresso (il cantiere come simbolo di trasformazione) e un tono assertivo che trasmette determinazione.
Dal punto di vista antropologico, il video risponde all’esigenza di autenticità e immediatezza, valori molto apprezzati in un contesto in cui la distanza tra élite e popolo è spesso percepita come un ostacolo. Mostrandosi in un cantiere, Occhiuto si presenta come un leader operativo, vicino al "fare", in contrasto con l’immagine di una politica astratta e immobilizzata. Inoltre, l’uso dei social media riflette una tendenza globale verso la "personalizzazione" della politica, in cui il leader diventa il fulcro della comunicazione, incarnando direttamente il progetto politico.
Un elemento centrale della strategia comunicativa di Occhiuto è la costruzione di una narrazione che lo dipinge come vittima di un sistema ostile, ma al contempo come un leader resiliente determinato a non farsi "fermare". Nel video, egli attacca i "politici di secondo piano" e gli "odiatori" che, a suo dire, gioiscono per il fallimento della Calabria, utilizzando l’inchiesta giudiziaria come una "clava" per indebolirlo politicamente. Questo discorso si inserisce in un tropo culturale ben radicato in Italia, e particolarmente in Calabria: la figura del leader perseguitato ingiustamente, che richiama in modo implicito il modello berlusconiano di comunicazione politica. Questa narrazione risponde a una duplice esigenza: da un lato, mobilita l’empatia dei cittadini, che si identificano con la sensazione di essere "sotto attacco" da forze esterne (la magistratura, i detrattori politici); dall’altro, rafforza l’immagine di Occhiuto come un leader che si oppone al destino di immobilismo della regione. La frase “sarete voi a scrivere il futuro della Calabria” è un invito diretto ai cittadini a partecipare a un progetto collettivo di riscatto, un elemento che risuona con il desiderio di agency in una regione spesso percepita come priva di controllo sul proprio destino.
Occhiuto ha adottato un approccio proattivo nel gestire l’inchiesta per corruzione che lo vede coinvolto. Già l’11 giugno scorso, aveva annunciato sui social l’arrivo dell’avviso di garanzia, dichiarandosi estraneo ai fatti e sottolineando la sua trasparenza. Questa mossa, definita da alcuni come un’operazione di comunicazione “studiata al millimetro”, gli ha permesso di controllare la narrativa, evitando che l’informazione emergesse attraverso fughe di notizie o scoop giornalistici che avrebbero potuto danneggiarlo ulteriormente.
Questa strategia di trasparenza preventiva è significativa: in un contesto come la Calabria, dove le inchieste giudiziarie sono spesso usate come arma politica, anticipare la notizia consente di disarmare i detrattori e di presentarsi come un politico che non ha nulla da nascondere. Inoltre, la decisione di dimettersi, pur accompagnata dalla ricandidatura, è stata giustificata con l’argomentazione che l’amministrazione regionale è paralizzata dalla paura di firmare atti, a causa dell’inchiesta. Questo discorso si rivolge non solo ai cittadini, ma anche alla burocrazia regionale, rafforzando l’immagine di un leader che agisce per il bene comune, anche a costo di sacrifici personali.
La scelta di annunciare le dimissioni alla vigilia degli Stati Generali del Mezzogiorno di Forza Italia a Reggio Calabria non è casuale. Questo evento, che ha visto la partecipazione di figure di spicco del partito come Antonio Tajani, ha offerto a Occhiuto una piattaforma per consolidare il sostegno interno e nazionale, trasformando le dimissioni in un momento di rilancio politico piuttosto che di debolezza. La foto pubblicata sui social con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e la sottosegretaria Wanda Ferro, scattata il giorno dopo l’annuncio, rafforza ulteriormente questa immagine di continuità e forza.
Queste azioni rispondono all’esigenza di legittimazione in un contesto in cui il potere politico è spesso messo in discussione. Mostrandosi al fianco di figure istituzionali di alto profilo, Occhiuto riafferma la sua appartenenza a una rete di potere nazionale, contrastando l’isolamento che potrebbe derivare dall’inchiesta giudiziaria.
La strategia comunicativa di Occhiuto si basa su una rilettura del rapporto tra leader e comunità in un contesto di crisi. In Calabria, la leadership politica è spesso percepita come un campo di battaglia, dove il leader deve dimostrare non solo competenza, ma anche resistenza e capacità di navigare le complessità di un sistema socio-politico frammentato. Occhiuto, con il suo annuncio, si pone come un “guerriero” che rifiuta di piegarsi alle difficoltà, trasformando un momento di vulnerabilità (l’indagine giudiziaria) in un’opportunità per rafforzare il suo legame con i cittadini.
Questa strategia richiama il concetto di “capitale simbolico” di Pierre Bourdieu: Occhiuto utilizza i simboli del progresso (i cantieri, le infrastrutture) e della resistenza (la sfida ai detrattori) per accumulare consenso e legittimità. Inoltre, il suo appello diretto ai calabresi – “siate voi a decidere il futuro della Calabria” – si inserisce in una dinamica di costruzione della comunità, in cui il leader si presenta come il catalizzatore di un progetto collettivo, capace di superare le divisioni e le difficoltà storiche della regione.
Tuttavia, la strategia non è priva di rischi. La narrazione della vittima può alienare una parte dell’elettorato che percepisce le dimissioni come un’ammissione di debolezza, mentre la polarizzazione del discorso (contro i “politici di secondo piano” e gli “odiatori”) potrebbe rafforzare le divisioni all’interno della società calabrese, già frammentata. Inoltre, il successo della ricandidatura dipenderà dalla capacità di Occhiuto di mantenere il sostegno del centrodestra e di mobilitare un elettorato stanco e sfiduciato.
In conclusione, la capacità di Roberto Occhiuto di utilizzare le strategie di comunicazione in questa fase cruciale della sua carriera politica dimostra una profonda comprensione del contesto socio-culturale calabrese e delle dinamiche che regolano il rapporto tra leader e comunità. Attraverso l’uso dei social media, una narrazione di riscatto e trasparenza preventiva, Occhiuto ha trasformato un momento di crisi in un’opportunità per riaffermare la sua leadership. Tuttavia, il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di tradurre il capitale simbolico accumulato in consenso elettorale, in un contesto in cui la sfiducia verso la politica rimane un ostacolo significativo.
Il caso evidenzia come la comunicazione politica, in contesti complessi come la Calabria, debba bilanciare autenticità, simbolismo e coinvolgimento emotivo per costruire una leadership credibile. La sua mossa, definita da alcuni come un “referendum popolare sul cambiamento”, rappresenta un esperimento audace che potrebbe ridefinire le dinamiche del potere regionale, ma che richiede un attento lavoro di costruzione del consenso per non trasformarsi in un azzardo politico.
*Documentarista