Elezioni regionali, Calabria aperta: appello dei 141 al campo riformista

I firmatari: «Il consenso di cui la destra gode si basa sull'astensione del 56% dell'elettorato calabrese: più di metà della popolazione della regione è priva di rappresentanza»

 

 

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5 dicembre 2020
17:24

La pandemia ha cambiato il mondo, le nostre vite, le nostre relazioni con gli altri. Ha abbattuto i confini ma rischia di erigerne di nuovi, fra ricchi e poveri, fra garantiti e precari, fra stati e regioni. Ci ha fatto capire che siamo tutti vulnerabili e tutti interdipendenti ma ci costringe a vivere confinati nelle nostre case e connessi solo in rete.

 


Rende più pressante la domanda di diritti e beni comuni, ma ci obbliga a lottare duramente per imporla sui criteri del profitto e del mercato. Ci dice che nessuno si salva da solo, ma ci obbliga per evitare il contagio a una disciplinata solitudine. Accentua il bisogno di partecipazione democratica, ma ci espone a soluzioni di governo tecnocratiche e autoritarie.

 

 

Siamo dunque sul bordo di una crisi che può portarci molto avanti, o spingerci molto indietro. A deciderne la direzione, come in tutte le grandi crisi della storia, può essere solo uno scatto politico. A livello globale, e a livello locale: mai come oggi occorre pensare globalmente e agire localmente. Vale anche per noi, nella nostra regione.

 

 

Come e più di altre parti d'Italia, la Calabria è arrivata sguarnita a questo evento imprevisto: con un sistema sanitario dissestato; un tessuto economico esile; un sistema scolastico carente dei necessari supporti tecnologici; una rete dei trasporti piena di buchi. Ma ha scoperto anche i suoi punti di forza: l'aria pulita che non toglie il respiro ma lo alimenta; gli spazi poco popolati che non rischiano assembramenti; una forma di vita che non dipende interamente dal mercato e dal consumo. Sembra poco ma saranno risorse ricercatissime nel prossimo futuro.

 

 

Come e più che in altre parti d'Italia, in Calabria la politica è screditata. Non c'è bisogno di fare la storia di questo lungo e progressivo screditamento. Ma il suo punto d'arrivo più recente, che ha portato la destra sovranista alla guida della regione, rischia di mettere sulla politica una pietra tombale definitiva, perché copre tutte le sue falle con un richiamo all'orgoglio e all'identità calabrese che chiudono la Calabria su se stessa invece di aprirla sul mondo e sul futuro.

 

 

Il consenso di cui la destra gode si basa sull'astensione della maggioranza, il 56%, dell'elettorato calabrese. Significa che più di metà della popolazione della regione è priva di rappresentanza e non l'ha trovata nell'offerta politica delle regionali dello scorso gennaio. Anche di questo elettorato fa parte quella società vitale che non sale mai alla ribalta dei media: donne e uomini che lavorano, in ogni campo e ad ogni livello, fuori da condizionamenti criminali e da pressioni indebite, amministratori e amministratrici innovativi, imprenditori e imprenditrici che aprono nuove strade, associazioni di volontari che suppliscono le carenze del welfare, esperienze di cittadinanza attiva, pratiche di politica autorganizzata, comunità di accoglienza dei e delle migranti, reti di produzione e circolazione culturale dentro e fuori le istituzioni scolastiche e universitarie, reti di connessione fra calabresi residenti e calabresi della "diaspora".

 

 

A questa società che vive e fa vivere la Calabria ci rivolgiamo per chiederle un atto di fiducia in se stessa e nella rinascita di una comunità politica. Alle forze politiche progressiste interessate a un vero cambio di passo chiediamo di aprirsi con generosità e senza egoismi a questa rinascita, e di esserne parte.

 

 

Come in tutti i momenti di svolta, è la realtà a indicare la strada e a scrivere l'agenda. Ripristinare i diritti costituzionali alla sanità, al lavoro, all'istruzione, alla mobilità; riscrivere il titolo V della Costituzione e contrastare gli attuali progetti di autonomia differenziata; perseguire una legalità garantista ed una intransigente lotta alla criminalità mafiosa; valorizzare le minoranze linguistiche arbëreshe, grecaniche e occitane e, anche attraverso esse, instaurare più strette relazioni con i vicini Paesi mediterranei; portare la Calabria come una risorsa, non come un problema, al tavolo della ricostruzione post-pandemica, ambientale, economica e istituzionale, nazionale ed europea.

È la normalità che in Calabria equivale a una rivoluzione.     

 

  1. Fabio Abagnato
  2. Carmine Abate
  3. Luca Addante
  4. Maurizio Agostino
  5. Conni Aieta
  6. Gianluca Albanese
  7. Sasà Albanese
  8. Mario Alberti
  9. Franco Altimari
  10. Orlando Amodeo
  11. Rossella Barberio
  12. Marcello Barillà
  13. Saverio Bartoluzzi
  14. Marziale Battaglia
  15. Nunzio Belcaro
  16. Doris Bellomusto
  17. Piero Bevilacqua
  18. Domenico Bilotti
  19. Terri Boemi
  20. Alfredo Borrelli
  21. Angelo Broccolo
  22. Lucrezia Bruno
  23. Fortunato Cacciatore
  24. Gianni Calabretta
  25. Fiorella Cannatà
  26. Angelo Carchidi
  27. Lorenzo Caffè
  28. Ettore Castagna
  29. Marco Ciconte
  30. Luciana Cimino
  31. Laura Cirella
  32. Maria Joel Conocchiella
  33. Edoardo Corasaniti
  34. Tonino Coscarella
  35. Massimo Covello
  36. Jasmine Cristallo
  37. Francesco Cuteri
  38. Maria Teresa D’Agostino
  39. Valerio De Nardo
  40. Francesca De Nisi
  41. Massimo De Pascale
  42. Francesco De Venuto
  43. Dario Della Rossa
  44. Antonia Di Leo
  45. Ida Dominjianni
  46. Stefania Emmanuele
  47. Anna Falcone
  48. Marisa Fasanella
  49. Laura Fazzari
  50. Salvatore Fuda
  51. Donatella Loprieno
  52. Nicola Fiorita
  53. Claudia Foresta
  54. Mario Franchino
  55. Biagio Frasca
  56. Valerio Formisani
  57. Gregorio Gallello
  58. Aldo Gatto
  59. Silvio Gambino
  60. Massimo Garritano
  61. Danilo Gatto
  62. Giuseppe Gervasi
  63. Anna Greco
  64. Silvio Greco
  65. Tommaso Greco
  66. Mario Grisolia
  67. Daniela Ielasi
  68. Francesco Ierace
  69. Enzo Infantino
  70. Antonio Lavorato
  71. Mimmo Lucano
  72. Annarosa Macrì
  73. Gianfranco Macrì
  74. Giovanni Macrì
  75. Nino Mallamaci
  76. Giovanni Manoccio
  77. Antonino Mantineo
  78. Daniele Menniti
  79. Giovanna Mercurio
  80. Raffaele Mercurio
  81. Stefano Montesano
  82. Turi Murace
  83. Isidoro Napoli
  84. Pino Napoli
  85. Andrea Naso
  86. Lara Nocito
  87. Walter Nocito
  88. Ottavia Oliverio
  89. Ernesto Orrico
  90. Bruno Palermo
  91. Paolo Palma
  92. Luigi Pandolfi
  93. Mimmo Panetta
  94. Pietro Panico
  95. Enzo Paolini
  96. Salvatore Pedullà
  97. Tonino Perna
  98. Angelica Perrone
  99. Cataldo Perri
  100. Andrea Petta
  101. Francesca Pesce
  102. Rosario Piccioni
  103. Fernando Pignataro
  104. Teresa Pirritano
  105. Vincenzo Pittelli
  106. Gennaro Ponte
  107. Sarah Procopio
  108. Silvio Primerano
  109. Nino Quaranta
  110. Giancarlo Rafele
  111. Maura Ranieri
  112. Italo Reale
  113. Enzo Reda
  114. Raffaella Rinaldis
  115. Mimmo Rizzuti
  116. Rosario Rocca
  117. Valerio Romano
  118. Antonio Rota
  119. Carla Rotundo
  120. Battista Sangineto
  121. Sandro Scalercio
  122. Pino Scarpelli
  123. Franco Scalfaro
  124. Filippo Sestito
  125. Janine Sinopoli
  126. Gaetano Sorcale
  127. Giorgia Sorrentino
  128. Gianni Speranza
  129. Leonide Spinelli
  130. Antonio Sprizzi
  131. Mimma Sprizzi
  132. Piero Tarasi
  133. Rocco Tassone
  134. Maria Adele Teti
  135. Daniela Trapasso
  136. Emanuela Trimarchi
  137. Michele Tripodi
  138. Carlo Troiano
  139. Nancy Valente
  140. Giuseppe Valentino
  141. Massimo Veltri
  142. Maurizio Zavaglia

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