Il caso Ripepi scuote Fdi che a Reggio rischia l'azzeramento alla vigilia delle regionali

Dopo gli arresti di Alessandro Nicolò e Domenico Creazzo adesso è il turno del consigliere comunale rimasto al centro di una inquietante vicenda di abusi. Esclusa a questo punto la sua candidatura nelle liste di Giorgia Meloni che vuole un'operazione di pulizia

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di Riccardo Tripepi
7 dicembre 2020
13:00

Non c’è pace a Reggio Calabria per Fdi. Il partito di Giorgia Meloni nonostante le continue riorganizzazioni interne è sempre nella bufera. Il primo a mettersi nei guai fu l’allora commissario provinciale Alessandro Nicolò che era arrivato dopo la clamorosa rottura con Forza Italia, arrestato nell’ambito dell’inchiesta Libro Nero della Dda reggina.

Il partito venne affidato al deputato Edmondo Cirielli che si assunse la responsabilità di allestire le liste per le ultime regionali. Neanche il tempo di convocare la prima seduta di Consiglio regionale che Domenico Creazzo venne arrestato dai magistrati reggini nell’ambito di un’altra operazione antindrangheta. Creazzo è stato sostituito a palazzo Campanella da Raffaele Sainato che ha presto lasciato Fdi per approdare a Forza Italia.


A quel punto Giorgia Meloni ha nuovamente cambiato i vertici reggini inviando come commissario provinciale Denis Nesci, ma confermando nel ruolo di coordinatore cittadino Massimo Ripepi già molto chiacchierato per i suoi rapporti all’interno della comunità religiosa che guida.

 

Ripepi prima di finire al centro dell’ultima inquietante vicenda era in odore di essere candidato alle regionali. Ipotesi che adesso non è più praticabile. Nesci è stato fermo fin da subito e ha ottenuto prima la sospensione e non procederà al rinnovo della tessera di Ripepi in occasione della conclusione della campagna che avverrà a fine dicembre. “Esistono Valori non negoziabili” ha scritto sulla sua pagina facebook il commissario commentando quanto accaduto e preannunciando di fatto un nuovo azzeramento del partito in città alla vigilia della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale.

 

«È fin troppo ovvio che ci troviamo dinnanzi ad un fatto che trascende la politica e da ogni valutazione ad essa connessa – ha scritto Nesci - Ci sono valori non negoziabili che nemmeno il semplice dubbio può esimerci dal prendere le distanze da una vicenda che li mette fortemente in discussione. Appartengo ad un gruppo dirigente - quello di Fratelli d’Italia - il quale si ispira e muove la sua azione politica e di rappresentanza su pilastri valoriali e sociali quali il rigore, la moralità, il coraggio, la denuncia e il sostegno e la tutela del sacro cosmo della famiglia. Principi da sempre orientati dalla dottrina sociale della Chiesa che guida l’impegno istituzionale e politico mio personalmente e di Fratelli d’Italia a tutti i livelli. Pertanto, nello sperare che ci sia presto una totale dimostrazione di ciò che sia realmente accaduto nel caso che ha coinvolto un esponente di Fdi a Reggio Calabria ribadisco la totale condivisione della presa di posizione del mio partito che esclude qualsiasi rappresentanza di istanze per conto e per nome di Fratelli d’Italia».

Giornalista
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