Fronte compatto

Castrolibero dice No alla città unica: «Non è fusione ma un’incorporazione. Cosenza è piena di debiti, che ci guadagniamo?»

VIDEO | Il sindaco Orlandino Greco e la sua maggioranza bocciano senza riserve l’operazione sponsorizzata dal governatore Occhiuto: «I cittadini non sono stati consultati e il referendum è una beffa»

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di Massimo Clausi
2 febbraio 2024
21:03

Per il sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, Roberto Occhiuto deve essersi preso d’invidia da Giorgia Meloni. Così come la premier sta accentrando al Governo una serie di funzioni, così Occhiuto ha dato avvio a quello che il sindaco definisce «centralismo regionale». Il primo cittadino lo ha detto nel corso di una conferenza stampa, alla quale ha partecipato tutta la sua maggioranza, per ribadire il no del Comune alla procedura avviata dalla Regione sulla fusione di Cosenza-Rende e Castrolibero.

L’avversione non è legata al merito, spiega la maggioranza Greco, piuttosto al metodo. Come ha spiegato in premessa il presidente del consiglio comunale, l’avvocato Angelo Gangi, Castrolibero è stata all’avanguardia sulle collaborazioni istituzionali facendo nascere l’unione dei comuni Pandosia. Non solo ma lo stesso Orlandino Greco, da consigliere regionale, è stato firmatario di una proposta di legge sulle fusioni dei comuni. In discussione quindi non c’è lo strumento bensì l’iter che sta seguendo la Regione che per l’avvocato è viziato da alcuni profili di illegittimità costituzionale. Gangi richiama l’art. 133 della Costituzione “La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”. Quello che qui manca è proprio il coinvolgimento dei cittadini o del popolo se vogliamo.


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Il referendum

Lo spiega a chiare lettere Orlandino Greco il quale ricorda come la legge “omnibus” ha cancellato con un colpo di spugna ogni riferimento alla volontà popolare. Il referendum previsto dalla legge regionale 15 del 2016 diventa consultivo e non obbligatorio e sparisce ogni riferimento alle delibere dei consigli comunali. «Il referendum ha un valore solo consultivo - dice Greco - Castrolibero fa 9200 abitanti, una formica rispetto agli altri 63mila. Mi spiegate perché i miei cittadini in questa situazione dovrebbero andare a votare? A questo punto non sarebbe stato più dignitoso fare una fusione con Cosenza per incorporazione?».

Non solo, ma quello che non si spiega Greco è perchè sei consiglieri regionali di centrodestra abbiano deciso di partire proprio da Cosenza, Rende e Castrolibero. «Perchè non hanno presentato una proposta di legge per Vibo Valentia dove da tempo sono nati comitati spontanei pro fusione oppure da Crotone? A pensare male si fa peccato e quindi non voglio parlare di una manovra politica per scacciare da Cosenza una delle poche amministrazioni di centrosinistra, ma ritengo questa procedura avviata dalla Regione pericolosa. Non esiste infatti un piano delle fusioni, non si sono analizzati quali siano i comuni da accorpare. Questo espone al pericolo che un consigliere regionale può far fuori un sindaco a colpi di fusione. Badate. In Italia ad oggi sono state fatte circa 128/130 fusioni, ma nessuna con questo metodo».

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Le perplessità di Greco

Le perplessità di Greco, però, non finiscono qui. Quello che secondo lui non si capisce bene è quali siano i reali vantaggi per i cittadini. «Noi siamo un Comune virtuoso - urla quasi - garantiamo anche l’integrazione scolastica. Cosa ci guadagniamo a fonderci in un Comune come Cosenza il cui debito ancora non si riesce a certificare. Cosa ci guadagna Rende che faticosamente sta uscendo da una fase di predissesto… Non basta, mi spiace per Sergio, lo studio di fattibilità commissionato dalla Regione. Lì siamo di fronte ad una fotografia dell’esistente, senza nessuna proiezione futura. Noi ad esempio abbiamo già approvato il Psc, abbiamo già licenziato i piani particolareggiati. Ora che dobbiamo fare, fermarci in attesa di questa fantomatica fusione?».

Ovviamente a Castrolibero non ci stanno per nulla e si dicono pronti alla reazione. In primis anche attraverso l’impugnazione della legge regionale davanti la Corte costituzionale e poi ogni forma di protesta politica. «Mi auguro che non saremo soli, visto che Rende è commissariata e privata di responsabilità politica. Spiace che il sindaco di Cosenza si appassioni solo al nome di questa città futura. Al presidente Occhiuto riconosco il grande lavoro che sta facendo per la Calabria ma proprio alla luce di questo lo invito a ravvedersi su questa iniziativa e quindi a non farsi trascinare in una guerra istituzionale». Una guerra che a Castrolibero sono determinatissimi a combattere.

Giornalista
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