Il centrosinistra con Irto chiede al Governo un decreto d’urgenza, l'azzurro chiede di potenziare Arpacal. I rifiuti per ora restano sempre lì. Oliverio contesta le spese del commissario Errigo: 130mila euro per la comunicazione
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Sarà il profumo di elezioni, ma tutti all’improvviso si sono accorti che Crotone ha urgente bisogno della bonifica della sua ex area industriale. L’aspetta da anni, precisamente dal 2019, quando, su sollecitazione dell’allora presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, si arrivò alla firma di un protocollo d’intesa al Ministero che prevedeva un dettagliato piano di bonifica. Uno dei punti centrali di quel piano era che i rifiuti pericolosi dovevano essere portati fuori dalla Calabria e che Crotone avesse già dato troppo in termini ambientali.
Da allora ad oggi, però, nulla si è mosso per la resistenza di Eni Rewind che si è sempre opposta al Piano di Bonifica sostenendo che non vi erano siti adeguati ad accogliere questo tipo di rifiuti. Inutile adesso ripercorrere il braccio di ferro che è durato fino a qualche mese fa, con il Mise che ha aperto una nuova conferenza dei servizi per rimuovere quel vincolo ovvero lo smaltimento dei rifiuti fuori dal territorio. Sulla vicenda per anni è calato il silenzio della politica locale.
Solo Mario Oliverio, senza alcun ruolo istituzionale o partito alle spalle se non il comitato civico “Fuori i veleni da Crotone”, da circa un anno si batte per far rispettare quel piano di bonifica. In questo periodo ha anche polemizzato per la modifica del piano regionale dei rifiuti varato dalla giunta Occhiuto che autorizzava la realizzazione di nuove discariche di scopo destinate alla bonifica.
Con lui il M5s e Vittoria Baldino, vicecapogruppo alla Camera, che ha portato avanti interventi molto intensi sulla questione nel periodo della riapertura della Conferenza di Servizi.
Adesso, dicevamo, la politica calabrese si è svegliata dal suo torpore sia a destra sia a sinistra. A sinistra nei giorni scorsi c’è stata nella sala caduti di Nassirya del Senato una iniziativa del centrosinistra alla quale hanno partecipato Nicola Irto, segretario regionale del Pd, Anna Laura Orrico, segretaria regionale del M5s e Fernando Pignataro, segretario regionale di Sinistra Italiana.
La sintesi dell’incontro l’ha fatta Irto che ha chiesto «al governo un decreto d’urgenza che renda la bonifica possibile sul piano giuridico, operativo e finanziario, e alla Regione una proposta pubblica, concreta e verificabile».
Dal lato del centrodestra molto attivo è il consigliere regionale di Forza Italia, Antonello Talerico. Per prima cosa ha chiesto alla sua maggioranza nuovi fondi per potenziare l’Arpacal che dovrebbe sovrintendere le operazioni di bonifica. Poi ha presentato una proposta di legge, già discussa con non poche polemiche in commissione Bilancio, che vieta il conferimento nella discarica di Crotone di rifiuti radioattivi e pericolosi provenienti da fuori Calabria.
Un modo per “blindare” il territorio anche se in commissione Laghi (DeMa) ha avanzato dubbi sulla legittimità di revocare concessioni in essere attraverso una legge regionale.
Sarà per questo che Talerico forse un po’ se l’è presa e ieri ha redatto una nota in cui ha elencato tutte le mancanze del Pd sulla vicenda bonifica, che oggettivamente non sono poche. Talerico parte proprio da Irto – prima presidente del Consiglio Regionale, poi capogruppo del PD in consiglio regionale, poi senatore della Repubblica, oggi segretario regionale del PD e componente della Commissione Ecomafie – «non ha mai sentito il bisogno, né il dovere, di intervenire o di occuparsene».
«Nicola Stumpo – vent’anni in Parlamento con domicilio politico a Crotone – ha mantenuto lo stesso rigoroso silenzio – continua Talerico –. Mai una interrogazione, mai una presa di posizione, mai un accenno alla bonifica». Antonio Decaro – europarlamentare Pd e presidente della Commissione Ambiente – nessun atto, nessuna dichiarazione, nessuna traccia di interesse verso uno dei siti più inquinati d’Europa. Perché? Perché il Pd calabrese e locale non chiede ai propri parlamentari di occuparsi di Crotone».
Ora tutti sembrano essersi risvegliati. Meglio tardi che mai visto che anche il risarcimento danni sancito dal Tribunale di Milano nei confronti di Syndial (oggi Eni Rewind) per la città di Crotone è stato utilizzato, come denunciato da Mario Oliverio, dal commissario straordinario per la bonifica, Emilio Errigo in maniera un po’ discutibile. Un esempio? Poco meno di due milioni di euro per una sede «con struttura di supporto tecnico e amministrativo a Roma».
Oltre 1.407.647 per gli uffici di Crotone ed infine 130mila euro di affidamento diretto ad un giornalista romano, il commendatore Massimo Cherubini, 74 anni, per servizi di “informazione e comunicazione istituzionale”.
Il problema è che per ora la politica litiga, e i rifiuti sono sempre lì.