Infuria la bufera

Lamezia Terme, terremoto in casa Pd: 337 tesserati chiedono il superamento della segreteria cittadina a guida Masi

Nel documento, inviato ai vertici provinciali e regionali del partito, si lamentano chiusura e mancanza di democrazia, oltre all'incapacità di costruire alleanze in vista delle amministrative del 2025: «Serve una nuova gestione collegiale e partecipata»

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di Sonia  Rocca
16 aprile 2024
21:02
Da sinistra: Irto, Giampà, Bruni, Masi
Da sinistra: Irto, Giampà, Bruni, Masi

Terremoto in casa dem a Lamezia Terme. Con un documento indirizzato ai vertici regionali e provinciali del partito, rispettivamente Nicola Irto e Domenico Giampà, 337 tesserati, con primi firmatari Amalia Bruni, consigliera regionale, e Luigi Muraca della segreteria regionale, mettono in discussione l’operato della segreteria cittadina guidata da Gennarino Masi e chiedono il suo superamento.

La sua segreteria è ritenuta responsabile delle grandi divisioni del partito, incapace di lavorare per le grandi alleanze in vista delle elezioni comunali ed inadeguata in sostanza a reggere questo ruolo. I sottoscrittori parlano di una «non più rinviabile esigenza di manifestare lo stato di profondo disagio della comunità democratica lametina a due anni dall’elezione dell’attuale segreteria cittadina, in un momento cruciale per la vita politica della nostra città che tra un anno sarà chiamata ad eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale».


Il focus di questa dura presa di posizione è quindi concentrato sulle prossime scelte che il partito dovrà assumere relativamente alle prossime elezioni al Comune. Un j’accuse che arriva a pochi giorni dalla venuta di Elly Schlein, attesa per il prossimo 20 aprile a Soveria Mannelli, in occasione della quale certamente il Pd dovrà trovare la quadra.

Intanto la segreteria cittadina, in carica da oltre due anni, deve incassare le critiche che riguardano soprattutto un atteggiamento di chiusura e di mancanza di democrazia. Viene accusata politicamente, oggi, di essere «rimasta indifferente e chiusa rispetto a tutte le sollecitazioni, private e pubbliche, ad assumere un atteggiamento di inclusione e apertura, in linea con il processo di rinnovamento avvenuto a livello regionale e provinciale, con la vostra segreteria, e a livello nazionale con l’elezione di Elly Schlein».

«Da oltre 6 mesi - si legge sempre dal documento - gli iscritti al Pd di Lamezia non sono convocati in assemblea dal segretario Masi per concorrere alla definizione della linea politica del partito in vista delle prossime elezioni amministrative che a Lamezia Terme si terranno nella primavera del 2025. Nessun momento democratico di discussione e partecipazione nonostante negli ultimi mesi sia avvenuto un significativo ingresso di nuovi iscritti, che dovrebbero rappresentare una boccata d’ossigeno per il Pd lametino. Ogni momento, seppur sporadico, di confronto, lungi dall’essere valorizzato come occasione di dialogo, viene vissuto con fastidio ed ogni possibile contributo alla discussione, se estraneo agli obiettivi pregiudizialmente prefissati dal segretario, viene marginalizzato e, talvolta, insolentito».

Altro punto messo in discussione dal documento riguarda il tavolo delle forze progressiste ed in particolare la chiusura della segreteria Masi nei confronti del Movimento Lbc che conta molti tesserati Pd e rappresentato in Consiglio comunale da Rosario Piccioni nei cui confronti, secondo i firmatari, ci sarebbe un marcato pregiudizio da parte di Masi. Tavolo che «avrebbe dovuto a parole delineare un percorso di dialogo e ampio coinvolgimento per la costruzione di un’alleanza progressista in vista delle amministrative, è fallito prima di nascere. Le altre forze politiche e gli altri movimenti progressisti hanno ritenuto non opportuno partecipare a un tavolo convocato dal segretario cittadino senza alcuna previa interlocuzione con i vertici provinciali e regionali del partito, in cui a dettare la linea sono alcune associazioni, individuate personalmente dal segretario che oggettivamente non rappresentano forze politiche».

Iniziano dunque a delinearsi e ad emergere le diverse anime lametine dei dem che evidentemente guardano a prospettive ed a possibili evoluzioni differenti soprattutto rispetto ad una importane componente del centrosinistra oggi identificata con il Movimento Lbc. Che in ogni caso, come si evidenzia, «ha favorito la composizione della lista del partito alle recenti elezioni provinciali con la candidatura dell’avv. Rosario Piccioni, a cui, responsabilmente, i vertici provinciali e regionali del partito si sono rivolti, non essendoci a Lamezia, a compendio di questa linea del “meno siamo meglio stiamo”, consiglieri comunali iscritti al gruppo del Pd».

Quindi mancanza di inclusione della segreteria di Masi, senza considerare «per il momento, la gestione delle fasi che hanno portato alle dimissioni della prof.ssa Aquila Villella e l’adesione del primo dei non eletti della lista Pd al partito Azione. Ed ancora in discussione anche l’esclusione di Amalia Bruni dal processo di coinvolgimento e costruzione di un’alleanza ampia, di iscritti con responsabilità regionali e provinciali. «È stata messa ai margini - sempre dal documento - la minoranza del partito, come recentemente denunciato sulla stampa da un gruppo di iscritti che hanno candidato al Congresso il giovane Dario Rocca, raccogliendo il 30% dei consensi. È normale che una minoranza resti tale per due anni in un partito, senza che alla base vi siano vere fratture politiche ma solo in ragione di un insuperabile stato d’animo personale che contamina la vita, le relazioni e le articolazioni democratiche? E ciò non è ancora più penalizzante se si tratta di giovani che avrebbero il diritto di offrire il loro supporto in un partito ontologicamente vocato al rinnovamento?».

Ed infine al segretario Masi si sollevano una serie di questioni di organizzative e di metodo nella gestione del partito. Comunicazioni via WhatsApp e grande chiusura. 
«Due anni di segreteria Masi ci portano a un Partito Democratico lametino diviso al suo interno, incapace di essere attrattivo e coinvolgente verso le altre forze politiche e civiche dell’area progressista, sicuramente inadeguato a gestire una fase complessa come quella che ci vede proiettati alle prossime elezioni amministrative. Riteniamo quindi non più procrastinabile il superamento dell'attuale assetto dirigenziale del Pd lametino con l'obiettivo di dar vita ad una nuova gestione collegiale e partecipata. Invitiamo tutti gli iscritti ad una serena riflessione per superare insieme e con spirito unitario l'attuale momento. Chiediamo, con atteggiamento di ascolto e collaborazione, che gli organismi regionali e provinciali, le rappresentanze istituzionali tutte aiutino il Pd lametino in un momento difficile che richiede tuttavia risposte rapide e all'altezza del momento critico che attraversiamo. Lo merita la città di Lamezia Terme che deve al più presto uscire dall’immobilismo e dalla cattiva amministrazione dei dieci anni del centrodestra di Mascaro grazie ad una seria e qualificata proposta di governo del centrosinistra con le sue migliori espressioni.»

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