Il neo delegato ai rapporti tra la Regione e i calabresi nel mondo replica duramente all’ex candidato a governatore: «Il suo più grande incubo ha un nome e un cognome: Roberto Occhiuto»
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C’è chi parla di una Calabria isolata e dimenticata e chi, invece, rivendica una stagione di cantieri, investimenti e opere concrete. È su questo crinale che si colloca l’intervento del delegato ai rapporti tra la Regione e i calabresi nel mondo Orlandino Greco, che replica duramente alle dichiarazioni di Pasquale Tridico sulla legge di bilancio e sulle politiche per il Mezzogiorno. Un attacco che Greco definisce fuori luogo e distante dalla realtà dei fatti, soprattutto perché proveniente da chi, dopo una sconfitta elettorale, ha scelto di lasciare la Calabria.
Secondo Greco, «c’è un momento nella vita politica in cui bisognerebbe avere almeno il buon gusto del silenzio», e per Tridico quel momento «è probabilmente arrivato da tempo». L’ex candidato oggi torna a intervenire sul futuro della Regione e del Sud, parlando di isolamento e penalizzazioni, «come se fosse ancora qui, come se non avesse scelto di andarsene dopo un’amara bocciatura da parte dei cittadini».
Una narrazione che Greco respinge con decisione. «Fa sorridere che proprio Tridico oggi pretenda di dare lezioni», osserva, chiedendosi «lezioni su cosa: sulla responsabilità istituzionale o sulla difesa dei più deboli?». Per Greco, la realtà è ben diversa da quella raccontata: «Il Sud non è isolato. Il Sud, oggi, è un cantiere aperto».
A sostegno delle sue affermazioni, Greco richiama uno dei dossier infrastrutturali più rilevanti per la Calabria: la nuova Statale 106 Jonica. «Basta guardare ai fatti», sottolinea, ricordando che «entro un anno sarà completata la progettazione esecutiva dell’intero tracciato tra Catanzaro e Reggio Calabria», con cantieri già attivi, procedure avviate e finanziamenti che superano il miliardo di euro grazie al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.
«Altro che Sud dimenticato», insiste Greco. «Parliamo di un’infrastruttura strategica che cambia il volto della Calabria, migliora la sicurezza, crea lavoro e restituisce competitività a territori che per decenni sono stati lasciati ai margini». Per il consigliere, questo è «ciò che fa uno Stato che investe davvero, non uno Stato che isola».
Dietro le critiche di Tridico, Greco intravede motivazioni politiche ben precise. «È evidente che a Tridico questi fatti diano fastidio», afferma, aggiungendo che «il suo vero problema non è la legge di bilancio, né la Calabria, né tantomeno i più poveri». Il riferimento è diretto al presidente della Regione: «Il suo incubo quotidiano ha un nome e un cognome: Roberto Occhiuto».
Un presidente che, secondo Greco, «governa, decide, investe e realizza», incarnando «tutto ciò che Tridico non ha mai fatto, scegliendo invece la fuga dalle responsabilità dopo una sconfitta elettorale netta». Da qui, conclude, deriverebbe «un nervosismo politico che oggi si traduce in attacchi scomposti e fuori tempo massimo».
Il messaggio finale è netto: «La Calabria non ha bisogno di prediche da lontano», afferma Greco. «Ha bisogno di chi resta, lavora e porta risultati. E i risultati, oggi, sono sotto gli occhi di tutti».


