Lite nel centrodestra

Succurro (Fi) critica l’Autonomia differenziata e Loizzo (Lega) sbotta: «Parla di tennis, ne sai di più»

VIDEO | Scontro a distanza tra la presidente dell’Anci Calabria e la deputata del Carroccio che non ha gradito la netta presa di posizione contro il Ddl Calderoli. Un’opposizione che negli ultimi giorni è cresciuta anche dopo l’intervista rilasciata a LaC News24 dall'ex governatore Oliverio

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di Massimo Clausi
7 febbraio 2024
18:11

La lite che non ti aspetti. Il centrodestra regionale sembrava marciare più che compatto alla guida della Regione Calabria. Forti del risultato elettorale, finora mai uno scontro, mai una frizione. Al massimo qualche mal di pancia sotterraneo. Ora invece scoppia la lite su un tema che nessuno si aspettava: l’autonomia differenziata.

La prima sorpresa viene dalla presidente di Anci regionale, Rosaria Succurro, che ha deciso di schierarsi sul fronte del No. Lo ha fatto in maniera irrituale visto che la decisione, da quel che ne sappiamo, è stata presa autonomamente, senza la convocazione degli organismi dell’Anci e senza una discussione fra i sindaci calabresi. Lo ha fatto nonostante il suo partito, Forza Italia, abbia votato a favore del Ddl Calderoli in Senato. Lo ha fatto nonostante il senatore Mario Occhiuto, quello che ha “scoperto” la Succurro pescandola dalla comunicazione per lanciarla in politica da assessore al Comune di Cosenza, abbia reso in aula dichiarazione di voto favorevole al Ddl.


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Perché? Molto probabilmente la Succurro ha iniziato a sentirsi isolata nell’Anci visto che fra i sindaci, almeno a queste latitudini, serpeggia una certa diffidenza verso la riforma. Un disagio da parte dei sindaci che Mario Oliverio aveva sottolineato ai nostri microfoni solo due giorni fa invitando i primi cittadini a fare rete e l’Anci a spogliarsi delle magliette politiche.  C’è poi la posizione, chiarissima, del presidente nazionale Anci, Antonio De Caro. Insomma la sensazione è che la Succurro non poteva più mantenere la sua posizione.

Le sue dichiarazioni, però, hanno mandato su tutte le furie la deputata cosentina della Lega, Simona Loizzo che è uscita con un intervento a gamba tesa contro la presidente dell’Anci sostenendo che «Il Sud ha bisogno di protagonismo, non è tempo di Masanielli con la gonna e di “muine” neoborboniche. Alla donna di San Giovanni in Fiore che si adopera per cittadinanze onorarie a Sinner - ha scritto - consiglio di dedicarsi a commentare il tennis. Almeno eviteremo di ascoltare castronerie allo stato brado».

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«Rosaria Succurro, presidente regionale Anci, ignorando le tesi del suo partito che ha approvato il Decreto Calderoli, annuncia una manifestazione dei sindaci per il 13 febbraio - continua la Loizzo - e boccia senza appello una misura cardine del nostro governo affermando che si tratta di un 'provvedimento ingiusto, non ci sono garanzie per i cittadini e nessuno ha mai ascoltato i Municipi».

Poi la deputata prova a mettere in imbarazzo politico la Succurro scrivendo che la «Succurro sembra non conoscere gli atti e neanche il dibattito in corso. Forse non ha letto la risposta del presidente Occhiuto a De Luca?». Sembra difficile, visti i rapporti fra le due parti, che la Succurro abbia agito senza prima una intesa con gli Occhiuto per i motivi che scrivevamo prima. Del resto il presidente della giunta regionale sembra essere sempre più tiepido verso questa riforma. Sembrano lontani i tempi in cui invitava, unica regione del Sud, Roberto Calderoli alla Cittadella.

Vedremo come proseguirà questa vicenda che secondo alcuni osservatori travalica i confini del Ddl Calderoli e potrebbe arrivare anche in piazza XV Marzo sede della Provincia di Cosenza dove si registrano frizioni fra le Lega e la Succurro (che dell’ente è presidente) per la distribuzione delle deleghe dopo il rinnovo del consiglio provinciale. C’è anche chi va oltre e dice che la Succurro potrebbe aver parlato a nuora perché suocera intenda ovvero per frenare il pressing della Lega che mira ad un rimpasto o comunque ad avere più peso politico in Regione.

Quel che è certo è che lo scontro nel centrodestra si è acceso a Cosenza fra due donne, forse le più rappresentative della coalizione calabrese.

 

Giornalista
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