L'opposizione ha chiesto al primo cittadino di «prendere una posizione politica» sulla vicenda giudiziaria che ha colpito anche il comune jonico. Tra gli arrestati un congiunto di un membro dell’assemblea
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Toni accesi e accuse incrociate tra minoranza e maggioranza nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Bova Marina, dove la consigliera di opposizione Daniela Iiriti ha sollevato una questione di opportunità politica alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari.
La discussione, dopo aver trattato il punto all'ordine del giorno legato all'approvazione del rendiconto di gestione, è iniziata con la richiesta al sindaco Andrea Zirilli da parte della capogruppo di minoranza di esprimere una posizione politica in merito alla recente operazione “Millennium”, condotta dalla Dda reggina, le cui indagini sono ancora in corso. L’inchiesta ha portato all’arresto di 97 persone in tutta Italia, coinvolgendo fra i tanti centri anche la cittadina di Bova Marina, dove tra gli arrestati figurerebbe un congiunto di un membro dell’attuale Consiglio comunale.
«Chiedo al sindaco, alla luce delle posizioni assunte dal suo partito politico, da esponenti autorevoli quali il presidente Occhiuto e la segreteria regionale di Forza Italia, quale sia la sua posizione rispetto a questa vicenda giudiziaria – ha dichiarato la Iiriti – perché è corretto che ci sia una presa di posizione, anche in coerenza con l’articolo 27 della Costituzione».
La risposta del sindaco è stata immediata e molto dura. «Resto fedele ai valori del mio partito, che condanna ogni forma di criminalità – ha affermato Zirilli – ma questo intervento denota una bassezza politica. È facile parlare di garantismo con i giornalisti, poi si predica bene e si razzola male».
Il primo cittadino ha poi rivendicato quanto fatto dalla sua amministrazione per aprire le porte del Comune alla collaborazione con le forze dell’ordine e ha espresso solidarietà alla magistratura e alle forze di polizia. «Quanto alla legalità, questa amministrazione non ha mai fatto un passo indietro. Quando ci siamo insediati, abbiamo aperto le porte del Comune anche alle forze dell’ordine, le quali prima, con l’amministrazione precedente, dovevano chiedere il permesso al sindaco per entrare. Noi la legalità non la sbandieriamo: la pratichiamo. Siamo solidali con le forze dell’ordine che ogni giorno difendono il territorio. Siamo in linea con il mio partito, con il presidente della Regione e con tutta la squadra di Forza Italia. Lo ribadisco: la 'ndrangheta fa schifo. Prendiamo le distanze da ogni forma di condizionamento mafioso e rispettiamo il lavoro della Procura della Repubblica. Le sentenze non si emettono in Consiglio Comunale».
La consigliera Iiriti ha replicato di non aver fatto alcuna strumentalizzazione, e che quello della minoranza era «Solo un appunto politico. Lei ha perso l’occasione di fare chiarezza. Dovrebbe ringraziarmi per averle offerto l’opportunità di sgombrare il campo da qualsiasi ombra».
Ma la discussione è degenerata rapidamente, con riferimenti personali e continui richiami all’amministrazione precedente, di cui la consigliera Iiriti è considerata politicamente erede. Il sindaco ha contrattaccato su opere pubbliche, fondi ottenuti, lavori in corso sul lungomare e sulla rete fognaria, e ha messo in dubbio la natura “costruttiva” dell’opposizione.
«Voi continuate ad attaccarci usando opere finanziate in passato come se fossero vostre – ha detto – ma oggi siamo noi a portarle avanti, a correggerne i limiti e a realizzarle per davvero».
La minoranza ha ribattuto con forza, rivendicando il proprio ruolo di controllo e criticando le modalità con cui alcune opere sono state modificate. «Abbiamo riscontrato perdite di finanziamenti, varianti non comunicate e ritardi - ha detto la Iiriti -. Il nostro dovere è vigilare. Voi avete meriti, ma non potete negarci il diritto di esprimere dubbi legittimi».
Il consiglio si è concluso in un clima di evidente tensione, con il sindaco che ha lamentato un uso politicizzato del dibattito e la minoranza che ha ribadito la propria volontà di proseguire nell’azione di verifica amministrativa.