Nella prima si chiede di interrompere ogni rapporto con Israele, nella seconda di intervenire sul Governo per il riconoscimento dello Stato della Palestina. Intanto i sindaci hanno aderito in massa all’idea di issare sui municipi la bandiera palestinese il prossimo 5 giugno
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Dopo un anno e otto mesi di guerra e massacro indiscriminato, con oltre 50.000 vittime a Gaza (in maggior parte donne e bambini) anche la Calabria si accorge della questione palestinese.
Ovviamente lo fa a modo suo, soprattutto all’interno del consiglio regionale. Su questo tema, infatti, la maggioranza, impegnata ad esaltare il quarto posto raggiunto dal presidente della giunta, Roberto Occhiuto, fra i presidenti più apprezzati d’Italia nel sondaggio Swg, tace, ma almeno dimostra compattezza. Non così l’opposizione che riesce a dividersi anche su un tema così delicato.
È accaduto infatti che il consigliere del gruppo Misto, Antonio Lo Schiavo, abbia presentato una mozione sulla scia di quella approvata dalla Puglia e in seguito anche dall’Emilia Romagna, per inciso entrambe targate Pd. Nella mozione si chiede alla Regione Calabria di interrompere ogni rapporto istituzionale ed economico con lo stato di Israele. Certo non stiamo parlando di chissà quali rapporti ma qualcosa c’è. Basti pensare alle cedriere del tirreno cosentino dove ogni anno arrivano i rabbini a scegliere gli agrumi migliori. Bisogna poi considerare il valore simbolico di un gesto simile che segue quello di altre due regioni. In un ragionamento di campo largo ci si sarebbe aspettati che anche le altre componenti dell’opposizione firmassero la mozione. Invece no.
Pd e M5s hanno deciso di presentarne un’altra, differente nel contenuto. In questa seconda mozione, firmata da Tavernise (M5s), Bevacqua, Iacucci, Alecci, Bruni, Mammoliti e Muraca (Pd) si chiede alla Regione Calabria di intervenire presso il Governo per il riconoscimento dello stato della Palestina e di impegnarsi nel riconoscimento da parte della Ue di questo stato. Non si capisce perché le opposizioni abbiano presentato due mozioni differenti. Certo il contenuto non è propriamente identico, ma Pd e M5s avrebbero potuto integrare quella di Lo Schiavo che è stata presentata prima. Il consigliere regionale del gruppo Misto dice di non essere stato nemmeno interpellato, evidentemente non lo ha fatto nemmeno lui con i colleghi mentre non si sa gli altri due membri della minoranza Afflitto e Laghi se siano a conoscenza delle due mozioni. Può essere quindi che dietro ci sia più che una diversa visione di questa storia una banale gelosia politica, ma sarebbe davvero triste visto l’argomento in oggetto.
Il dato è che con buona pace dell’opposizione unitaria per sconfiggere il centrodestra. Il rischio è che nella capigruppo di lunedì ne vedremo delle belle, quando il presidente del consiglio, Filippo Mancuso, probabilmente chiederà di ritirare una delle due mozioni per discuterne una sola in aula.
Ben altro segnale di maturità hanno dato i sindaci che invece si sono mostrati compatti. L’iniziativa, lanciata da Pina Condò, assistente dell’ex presidente della giunta regionale Mario Oliverio, è quella di esporre la bandiera della Palestina dal palazzo comunale tutti insieme il 5 giugno prossimo in vista della grande manifestazione di Roma pro Gaza prevista per il 7 giugno. In poco tempo hanno aderito oltre 100 primi cittadini e altri stanno per aderire.
«Questo gesto, apparentemente semplice - si legge nel testo dell’iniziativa - diventa un messaggio potente anche perché compiuto assieme, lo stesso giorno, da rappresentanti istituzionali di prima linea, in quotidiano contatto con le popolazioni. Sono sindaci, ma anche madri, padri, figli/e, fratelli o sorelle che hanno deciso di dare voce al sentire diffuso, al senso di angoscia, all'indignazione che pervade le nostre comunità di fronte al massacro di Gaza. La loro iniziativa è un grido di dolore, un richiamo forte a non rimanere indifferenti e ad agire da parte della Comunità internazionale, dell'Europa, dei singoli Governi per fermare subito il massacro a Gaza, per consentire gli aiuti alimentari e umanitari alla popolazione, e per fermare la guerra e affermare e garantire la pace».
Nell’iniziativa, ovviamente, si fa una distinzione fra Netanyahu e il popolo israeliano, sostenendo che la gente d’Israele non è certo favorevole al genocidio in corso.
I sindaci calabresi, come detto, hanno aderito subito e in buon numero senza nessuna distinzione di colore politico, al contrario dell’opposizione in consiglio regionale che si è divisa. Un ulteriore segnale che il vero fronte anti-Occhiuto può nascere solo dai Municipi?