Regionali, Magorno pronto a lanciare una candidatura anti-Oliverio

INTERVISTA | L’ex segretario regionale del Pd, oggi parlamentare e sindaco di Diamante, a tutto campo. Riconosce il fallimento del partito in Calabria e si dice deciso a farsi da parte alla fine del mandato come primo cittadino

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di Riccardo Tripepi
13 settembre 2019
15:36

Entra nel vivo la corsa per le prossime regionali. Il varo del nuovo governo, adesso completo anche dei sottosegretari con una sola presenza calabrese, l’indizione delle primarie da parte del governatore Mario Oliverio e la convocazione del tavolo del centrosinistra da parte del commissario regionale del Pd Stefano Graziano, fanno partire la fase finale che dovrà portare alla scelta di coalizione e candidati. Proprio mentre, a livello nazionale, si moltiplicano gli appelli dei leader dem per riproporre l’alleanza Pd-Cinque Stelle anche in vista delle prossime regionali. E seppure i grillini provano a raffreddare, non sono sfuggite le odierne dichiarazione della capogruppo del M5S alla Regione Lazio Roberta Lombardi che ha definito il «dialogo possibile purché non diventi un’alleanza anti Lega».

Tra i primi in Calabria a sostenere la nuova alleanza a livello nazionale e a riproporla a livello locale il senatore del Pd Ernesto Magorno che continua ad esserne convinto. Tanto che, per scuotere i partiti, è pronto ad annunciare una candidatura a governatore nuova e di rottura che si riconosce nell’area guidata dal sindaco di Diamante.


I referenti grillini per la Calabria hanno però escluso fin qui ogni ipotesi di alleanza…

«Per realizzarla anche nella nostra Regione è necessario un processo di rinnovamento della classe politica calabrese e di quella del Pd in particolare. Siamo pronti ormai, come area politica, a offrire una candidatura, considerato che il governatore Oliverio non accetta di mettersi in discussione come dimostrato dagli inutili tatticismi ai quali stiamo assistendo. Basta con i notabili, ripartiamo dai territori e dalle esperienze positive di una Calabria che non ci sta ad essere la cenerentola d’Europa».

Sta dando tutte le responsabilità al Pd, ma anche lei lo ha guidato per lungo tempo ed oggi è senatore di questo partito…

«Siamo tutti responsabili degli errori commessi dal Pd calabrese e dal governo regionale. Non è solo Oliverio che deve farsi da parte, ma tutti i protagonisti di questa stagione politica».

Nessun ministro e sottosegretario Pd nel Conte bis. Come se lo spiega considerando che è stato uno dei nomi papabili alla vigilia...

«Non ho mai posto la mia candidatura, non è destino che faccia l’uomo di governo. Del resto un sindaco è anche troppo che faccia anche il parlamentare. Credo che la mancata nomina di ministri e sottosegretari Pd rappresenti una sconfitta sonora per la maggioranza di governo regionale e che guida il partito. Vorrei ricordare che durante gli anni in cui sono stato segretario regionale la Calabria ha avuto sempre ministri e sottosegretari nei governi Renzi e Gentiloni. La Lanzetta agli Affari Regionali e sottosegretario ai Servizi nel governo Renzi e poi ministro degli Interni. Ricordo perfettamente le ore in cui è nato quel governo e quanto abbiamo lavorato. Credo che quella odierna sia una nuova sconfitta dei notabili che perdevano anche quando ero segretario del Pd: loro perdevano e poi attribuivano le sconfitte a me che sono stato 3 volte consigliere provinciale, 3 volte sindaco, deputato e senatore».

Lei dice che serve rinnovamento e che presto sarà proposta una candidatura di rottura. Quale sarà il suo ruolo da qui in avanti?

«Nessuno. Dopo questa legislatura e dopo aver portato a termine la consiliatura a Diamante mi ritirerò dalla vita politica e cercherò di godermi la mia splendida famiglia e il mio futuro che è mia figlia».

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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