A distanza di giorni dalle annunciate dimissioni da Presidente, le ragioni profonde del gesto al di là di una spregiudicata strategia politica, non si capiscono fino in fondo. Oggi Roberto Occhiuto rilascia un intervista al CorSera, ma nemmeno fra le pieghe delle domande di Tommaso Labate vengono fuori ragioni concrete.

Al termine del suo video Occhiuto ha detto che questa volta (ma prima com’era andata?) decideranno i calabresi, non altri. Ma chi sono gli odiatori, i politici di secondo piano, questi "altri"? Roma pare di no perché Occhiuto dice di aver concordato la mossa con i leader nazionali. Nell’intervista esclude fuoco amico e dice che sia la Lega sia Fratelli d’Italia gli hanno espresso solidarietà. Allora chi sono questi “altri”?

L’unico indizio che Occhiuto rilascia è quello della burocrazia regionale. Però quella l’ha scelto lui stesso, sollevando anche qualche mugugno nella sua maggioranza per eccesso di decisionismo, diciamo così. Nell’intervista cita due casi. Il primo è Mauro Bolla, direttore commerciale di Sacal, scelto direttamente da Occhiuto per la competenza dimostrata in anni da country manager di Rynair. Il presidente dice che dopo l’avviso di garanzia gli ha annunciato la volontà di andarsene. L’altro caso che viene citato nell’intervista è Monica Calamai, commissaria straordinaria dell’Asp di Crotone. Anche lei ha ventilato la stessa ipotesi e pare sia in partenza per la Lombardia Ma l’elenco non finisce qui. Un altro che ha dato forfait è Fabrizio Russo, dalla primavera scorsa direttore amministrativo di Azienda Zero, l’organo di governance che sta al centro della riforma sanitaria voluta da questa maggioranza. Pare che Russo abbia accettato l’identico ruolo ma in Arpa Sicilia.

Poi c’è la manifestazione d’interesse per individuare il direttore generale di Arrical, carica al momento ricoperta dall’uno e trino Luciano Vigna, che non si sa a questo punto se verrà mai completata visto che la nomina è di prerogativa del presidente. Il fatto però che sia passato tutto questo tempo è indice di come la Calabria non sia più attrattiva per i manager che negli anni passati Occhiuto era riuscito a portare da altre regioni per portare qui le migliori competenze.

Insomma dalle parti della Cittadella è evidente che c’è aria di smobilitazione. Ma sono i manager i famosi “altri” su cui punta l’indice Occhiuto? Sono solo loro che stavano logorando l’attività del Presidente? Eppure la burocrazia regionale è abbastanza abituata a lavorare gomito a gomito con la Guardia di Finanza, come dimostra la storia recente del nostro regionalismo. Ora, nei prossimi mesi in cui Occhiuto sarà impegnato più nella campagna elettorale che nella gestione, cosa succederà all’attività amministrativa?

A questo punto sembra avere ragione l’europarlamentare del M5s Pasquale Tridico quando scrive che «fino a due giorni fa tutto andava bene e stavamo assistendo ad una presunta rivoluzione nella Pubblica amministrazione e nell’avanzamento dei progetti. Talmente presunta che lui stesso nel discorso di dimissioni ci dice oggi che tutto invece è fermo, e nessuno firma nulla: nessun progetto e nessun avanzamento. Quindi delle due, l’una: o era tutto fermo oppure è solo tatticismo e irresponsabilità».