L’inchiesta di LaC

«Non siamo più il fanalino d’Europa»: Spirlì e Nicolai esultavano 4 giorni prima del blocco dei fondi Ue

Mentre Bruxelles esaminava le carenze della Regione Calabria, a Germaneto una conferenza stampa ostentava risultati esaltanti e grandi cifre. A distanza di qualche ora sarebbe arrivata la mazzata della Commissione tenuta riservata sino ad ora (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Francesco Rende
21 ottobre 2021
06:58
Spirlì e Nicolai
Spirlì e Nicolai

«Non solo non siamo più il fanalino di coda, ma in fatto di programmazione siamo tra le prime Regioni d’Europa. Questa è la prova provata che si può amministrare bene». Petto in fuori e mascherina in viso, nel pieno della caldissima estate Nino Spirlì e Maurizio Nicolai, rispettivamente presidente e Autorità di Gestione del Por della Regione Calabria, celebravano così in una conferenza stampa il buongoverno dei fondi europei. Era il 4 agosto, la Regione Calabria aveva ricevuto la premialità per la spesa certificata e tutto pareva andare bene: solo qualche giorno dopo, l’8 agosto, sarebbe arrivata da Bruxelles la mazzata che avrebbe travolto la Regione Calabria e che ora, a distanza di due mesi, non ha ancora trovato soluzione.

Sembra surreale, ma è quanto è successo in quella che è l’ultima conferenza stampa del presidente Spirlì: durante il mese di agosto, prima della chiusura degli uffici della Cittadella “Santelli” e della campagna elettorale che ha portato all’elezione di Occhiuto, la stampa venne convocata per essere messa a conoscenza dei risultati ottenuti in materia di programmazione europea.


«La Regione sa spendere»: le frasi di Nicolai prima del blocco

Pochi giorni prima, la Regione Calabria aveva mandato alla Commissione Europea due differenti domande di pagamento: si tratta di cifre importanti, che permettono di ottenere un ottimo risultato dal punto di vista della perfomance di spesa e di andare in conferenza stampa con un ampio sorriso.

«Sono pienamente soddisfatto, il lavoro del dipartimento Programmazione – disse Spirlì – è stato enorme. Non era mai accaduto che si ottenesse un risultato del genere nel mese di giugno. In realtà, questi risultati non si realizzavano nemmeno a fine anno o l’anno successivo. Non solo abbiamo già destinato i fondi 2021, ma la premialità ottenuta ci consente di continuare a progettare per ottenere migliorie per i nostri territori». Peccato che proprio in quei giorni la Commissione stesse analizzando (e bocciando) le domande di rimborso della Regione Calabria, parlando di forti criticità nel sistema di controllo e gestione delle azioni relative al Fondo Sociale Europeo.

Durante la conferenza stampa, inoltre, vennero anche dette diverse inesattezze: si parlò ad esempio di una premialità di 82 milioni in arrivo proprio perché la Regione era stata capace di spendere bene. Eppure, chiunque si occupi di programmazione europea sa bene che quelle risorse non sono premi, ma riserve: l’Unione Europea, nel momento in cui mette a punto i budget, mette da parte delle risorse tra quelle già destinate. Se ad esempio alla Regione Calabria è riservato un miliardo di euro, duecento milioni vengono trattenuti e consegnati solo se si rispettano le scadenze di spesa. La stessa cosa che avvenne a luglio, salvo poi ricevere il blocco sui pagamenti.

«Lasciamo una Calabria credibile», invece ad Occhiuto restano solo grane

Lette con il senno di poi, le dichiarazioni di quel giorno risultano surreali: si era nel pieno di una tempesta, a breve la Commissione Europea avrebbe comunicato il blocco dei pagamenti ma dalla Regione si ostentava tranquillità e buon governo, in aperta campagna elettorale: «Siamo riusciti a dimostrare che questa è una Regione che sa spendere - spiegavano Spirlì e Nicolai - a chi verrà dopo di noi, lasciamo la tranquillità di poter programmare senza patemi d’animo. Consegniamo una Calabria finalmente credibile e con una nuova reputazione istituzionale». In realtà, adesso Roberto Occhiuto ha ereditato una pesante gatta da pelare. La Regione Calabria ha anticipato delle risorse ai beneficiari che per il momento (è necessario precisarlo) non verranno restituite: due diversi pagamenti per milioni di euro, che rischiano di lasciare un buco considerevole qualora non riuscissero a convincere Bruxelles della regolarità delle operazioni. In carico resta, inoltre, una definizione della Commissione che pesa come un macigno: le ispezioni certificano gravi carenze al sistema di controllo e gestione oltre che al sistema di audit, che nel burocratese degli uffici europei è una grave violazione.

In un video, qualche giorno fa, il presidente in pectore Roberto Occhiuto diceva di essere a Milano per incontrare calabresi che lavorano e risiedono fuori e che potrebbero ritornare in Calabria come dirigenti esterni: chissà se tra i dirigenti di sua nomina è previsto un cambio della guardia anche nel dipartimento Programmazione e nel management che dovrà gestire non solo la delicata partita della contrattazione con la Commissione Europea ma anche e soprattutto il nuovo POR 2021-2027 e i miliardi del Pnrr.

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