Regione Calabria

Occhiuto fa pace con la sua maggioranza e trova un nuovo fan all’opposizione: per Tavernise (M5s) è «il miglior presidente»

Il centrodestra supera la crisi dopo i passi falsi delle ultime settimane. Il governatore elogia i consiglieri che lo sostengono e rivendica i suoi meriti. E anche il capogruppo grillino lo esalta (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Pietro Bellantoni
23 dicembre 2022
12:33
Roberto Occhiuto e Davide Tavernise
Roberto Occhiuto e Davide Tavernise

La crisi del primo anno è stata superata, seppur non proprio di slancio. Vero è che non si poteva più scherzare, non c’era più tempo per le schermaglie tra alleati. Non approvare la manovra finanziaria avrebbe decretato il suicidio del centrodestra. Così ieri è stata ritrovata la compattezza degli esordi, peraltro nel momento finora più delicato della legislatura. Non è detto, tuttavia, che la coalizione goda di ottima salute e che le incomprensioni dell’ultimo mese non lascino code velenose. 

I due passi falsi 

I contrasti interni delle ultime settimane, acuiti anche dalle lunghe trattative per il rimpasto di Giunta e dal travaglio della Lega, sono il segno evidente di un logoramento troppo precoce, tipico delle maggioranze di fine legislatura.


Il centrodestra ha fatto due clamorosi passi falsi nel giro di pochi giorni: prima sul consigliere supplente e poi sulla legge anti-ludopatia, entrambe aspramente criticate dall’opinione pubblica, anche nazionale. La prima norma è stata accantonata tra il tintinnar di sciabole, la seconda ha invece ottenuto il via libera ieri, ma solo dopo il restyling in commissione suggerito dal governatore Roberto Occhiuto. Il quale, come già aveva fatto per la “Moltiplica-poltrone” («iniziativa non in linea con il mio modo di governare»), anche in questo caso non ha esitato a sconfessare il metodo di lavoro usato da una parte della sua maggioranza e a rivendicare implicitamente i propri meriti per il miglioramento della legge. 

Gli elogi alla maggioranza 

E forse non è casuale la retorica compensativa usata da Occhiuto per elogiare i “suoi” consiglieri, alla fine capaci di mettere a punto un testo «all’avanguardia» e più restrittivo rispetto ad altre regioni d’Italia. 

Quindi «nessun braccio di ferro» tra il governatore e la sua maggioranza, come ipotizzato dal dem Mammoliti. Occhiuto è anzi certo di essere «uno dei presidenti più fortunati», perché può contare su una coalizione che «ha capito» che «è finito il vecchio modo di rapportarsi con il governo regionale». È la separazione dei poteri diventata finalmente realtà: il Consiglio non si sostituisce al presidente e viceversa. Una distinzione talmente netta che nessuno avrebbe finora avuto l’ardire di suggerire a Occhiuto «nomine» o «atti di gestione».   

Tavernise: «Il miglior presidente» 

Si vedrà se quella siglata dal governatore sarà una pace duratura o una semplice tregua.

Certo è che, con le dovute eccezioni, al momento i consiglieri di opposizione non sembrano nelle condizioni di rappresentare una minaccia per la stabilità del governo regionale. 

Le parole pronunciate in Aula da Davide Tavernise sono anzi indicative della benevolenza di cui gode il governatore in certe aree del centrosinistra. 

Il consigliere grillino non ha avuto alcuna remora nel mostrarsi come un membro dell’“Occhiuto fan club”. Per lui, infatti, al governo c’è «il miglior presidente che la Calabria possa avere in questo momento». Una dichiarazione al miele che Tavernise è riuscito a pronunciare malgrado fosse parecchio contrariato, visto che non si sarebbe «sentito tutelato» da una maggioranza che, sulle sale slot, ha voluto approvare l’emendamento del leghista Gelardi e non il suo, identico ma respinto in commissione. 

Il politico stellato si è quindi augurato che il governatore, per il futuro, «possa dare indicazioni costruttive» alla sua maggioranza, perché non è affatto «giusto» mettere a rischio «il lavoro quotidiano» che lo stesso Occhiuto e i suoi assessori – anche loro stimati «a uno a uno, personalmente» – stanno portando avanti.

Considerate le carezze che arrivano dall’opposizione, la maggioranza potrebbe perciò continuare a dividersi senza pagare alcun pegno. 

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