Clima teso

Open Arms, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria: «Chi governa vuole l’immunità, nel governo italiano influenze trumpiane»

Il segretario di Magistratura democratica Stefano Musolino analizza lo scontro tra poteri: «L’idea che sia tutto un complotto inquina i rapporti tra le istituzioni»

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di Redazione Politica
17 settembre 2024
16:07
Stefano Musolino
Stefano Musolino

Stefano Musolino, procuratore aggiunto a Reggio Calabria e segretario di Magistratura democratica, non nasconde la preoccupazione per questa fase dei rapporti tra politica e magistratura. Dopo la richiesta di condanna a 6 anni nei confronti di Matteo Salvini per la vicenda Open Arms, il governo ha tuonato contro i pm: il clima è da scontro totale.

«La reazione di Salvini, e ovviamente anche quelle del resto del governo, mi sembrano una sorta di influenza trumpiana sulla politica italiana – dice Musolino intervistato dal Manifesto –. Il vicepremier, forse più degli altri, interpreta un po’ questo riflesso. È come se mancasse completamente la percezione della differenza tra ruolo istituzionale e vicende personali».


Musolino è costretto a puntualizzare che «siamo alla richiesta di condanna, non alla sentenza. In ogni caso, le reazioni di questi giorni sembrano quasi voler dire che quel processo non si doveva proprio fare, come se qualsiasi pronunciamento al di fuori dell’assoluzione fosse inaccettabile».

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C’è dell’altro che al procuratore aggiunto di Reggio Calabria sembra «incredibile», cioè «un tentativo di assimilarsi alla voce del popolo, quando in realtà un vicepremier è evidentemente in una posizione privilegiata rispetto a tantissimi altri. Mi spiego: ci sono molti imputati che si lamentano perché ritengono di aver subito una condanna troppo pesante o perché proprio ritengono di non dover rispondere di alcunché. Va bene, ma tutti debbono sottostare al processo. Nel caso di Salvini invece ci si pone al di sopra delle leggi e si pretende una sorta di immunità assoluta. Alla contestazione di fatti precisi si risponde come se fosse lesa maestà».

È uno dei sintomi di quella che molti osservatori considerano una sindrome dell’accerchiamento sofferta dal centrodestra: «L’idea che tutto sia un complotto o una macchinazione inquina i rapporti tra le istituzioni. La verità è che discorsi di questo tipo servono solo a distogliere l’attenzione dai problemi reali del paese, concentrandosi invece su questioni che riguardano gli interessi di pochissimi».

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«La magistratura non gode dei favori dell’opinione pubblica – Musolino spiega ancora al Manifesto –. Mi pare chiaro che da parte del governo ci sia un tentativo di alzare il livello dello scontro per portare avanti con maggiore facilità le riforme di cui tanto parlano. L’obiettivo finale è deformare i rapporti istituzionali. Soprattutto contro la magistratura e contro i diritti dei più deboli».

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